Kuo pronostica l’imminente addio alle tastiere a farfalla, a partire dal MacBook Air 2019

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Ieri ho ritirato il mio MacBook Air dall’Apple Store, dopo qualche giorno di riparazione. Poco meno di 300 €, una cifra importante ma comprende la sostituzione del top case con la tastiera. Già, ho pagato: questo perché il mio Air non è uno di quelli nuovi, ma fa parte della “vecchia scuola”, un Early 2014 con tasti che sotto presentano ancora il vecchio sistema di switch, quello a forbici. Complice il mio stile di scrittura piuttosto pesante ed una lotta continua con la polvere (mi sto sforzando di andarci piano, mentre attendo pure l’arrivo di un copritastiera trasparente), dopo 4 anni e mezzo vari tasti erano arrivati allo stremo e alcuni risultavano completamente non funzionanti a meno di non insistere in modo piuttosto poderoso, diciamo al limite dello sfondamento. Viene da chiedermi cosa sarebbe successo con un MacBook dotato delle tastiere con switch a farfalla. Anzi, me lo sono chiesto a più riprese, giungendo sempre allo stesso parere: le probabilità di ritrovarmi dei tasti morti o comunque malridotti entro poche settimane sarebbero elevate.

Si sperava che i recenti MacBook Pro avessero una tastiera completamente rinnovata, ma si è trattato alla fine di un modesto upgrade degli switch a farfalla di terza generazione introdotti lo scorso anno, una 3.1 potremmo definirla. Ad ogni modo, il pensiero di tanti era più sul quando che sul se: presa di mira sull’ambito persino dagli abituali aficionados come John Gruber, Apple è perfettamente conscia che la strada intrapresa porta ad un vicolo cieco e bisogna svoltare per recuperare la fiducia degli utenti, ancor prima che porre una miglioria tecnica pressoché definitiva. Nondimeno, però, una modifica del genere richiede tempo ed è comprensibile che a Cupertino, per non mantenere bloccati gli aggiornamenti hardware, preferiscano piuttosto offrire sostituzioni gratuite mentre finiscono di approntare il nuovo meccanismo, che alla fine di tutto potrebbe passare dal vecchio.

In un report visionato da MacRumors, il noto analista Ming-Chi Kuo, che come sappiamo ci ha molto spesso azzeccato sulle future mosse di Apple evidentemente grazie ad ottime fonti nelle catene produttive asiatiche e non solo, ha previsto il prossimo ritorno delle tastiere con switch a forbici. Naturalmente, un ritorno con alcuni upgrade sostanziali, dal momento che l’obiettivo finale resta quello di fornire un sistema davvero migliore del passato, inteso come le passate generazioni di tasti a forbici. Per rafforzare ulteriormente il tutto, sarebbe previsto l’utilizzo di una struttura in fibra di vetro. Un altro aspetto che il vecchio-nuovo meccanismo risolverebbe sarebbe la corsa ridotta delle attuali tastiere, che ha suscitato tante controversie quanto l’affidabilità. Una corsa più lunga e soddisfacente, anche al prezzo di uno spessore leggermente maggiore (si parla comunque di una variazione quasi impercettibile). Non affrontato né da Kuo né da MacRumors, però, questo dettaglio cela un retroscena molto interessante. Tale mossa potrebbe di fatto essere il primo anticipo della Apple post-Ive, probabilmente più disponibile a bilanciare estetica e funzionalità evitando il design estremo a tutti i costi. Uno dei tipici casi dove non tutto il male verrebbe per nuocere.

Stando a Kuo, il rinnovato meccanismo sarebbe a buon punto nello sviluppo e vicino al suo debutto commerciale nelle prossime generazioni di portatili Apple. Ad inaugurare le danze dovrebbe essere tra qualche mese la classe 2019 del MacBook Air, che dopo il rilancio dello scorso anno è dunque atteso ad un importante banco di prova, che potrebbe davvero renderlo meglio in toto dell’ancora apprezzata e venduta generazione non-Retina. Ci vorrà più tempo invece per i MacBook Pro, che dovranno invece attendere il 2020, dove sono previste anche altre modifiche. Il cambio di tastiere coinciderà con quello della fornitrice, che da Winstron passerà a Sunrex, azienda taiwanese più specializzata nell’ambito.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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