Panasonic svela i dettagli della Lumix S1H, la videocamera full frame che gira fino a 6K

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Panasonic ha rotto l’embargo ed ha finalmente svelato tutti i dettagli (o quasi) sulla sua nuova Lumix S1H. Questo modello ha nel nome quella lettera che ha da sempre contraddistinto la serie destinata al video di casa Panasonic, ma per la prima volta si può parlare a tutti gli effetti di videocamera e non più soltanto fotocamera ibrida, come si può considerare la S1. Certo si possono anche scattare foto, ma ogni caratteristica di questo modello è stata pensata mettendo al primo posto le esigenze video.

Il sensore ha la stessa risoluzione di quello della S1, ovvero 24.2MP, ma c’è il filtro low pass perché se in fotografia il dettaglio è la cosa più importante, nel video si deve assolutamente evitare di incappare nel fastidioso effetto moiré. È presente anche la tecnologia Dual ISO nativa con il primo step a 640 e il secondo a 4000, con possibilità di estendersi a 51200 ISO contenendo il rumore. Utilissima la nuova modalità di selezione della sensibilità che dai menu fa scegliere la migliore in base ai due step “low” ed “high”, così da poter selezionare rapidamente quelli che offrono migliori risultati in termini di gamma dinamica, che nella S1H arriva addirittura a superare i 14 stop!

Non può chiaramente passare inosservata la registrazione video in 6K a 24fps su tutto il sensore che, pur essendo in formato 3:2 e non 16:9, offre molto spazio in più per poter riquadrare in post produzione, anche semplicemente per tagliare ottenendo diverse inquadrature a partire da un unico file. Scendendo si hanno diverse possibilità di cattura a 5K, 4K e poi anche l’utilissimo 1080p a fino a 120fps, con numerose opzioni sia di codifica che di formato. Inoltre nelle modalità VFR ora si può anche registrare l’audio ed utilizzare l’autofocus continuo. Tra MPEG-4, H.264 ed H.265, framerate e bitrate variabili, le combinazioni sono così tante che è stata inserita una sezione del menu per aiutare l’utente a selezionare quella più adatta al momento, anche se personalmente rimango un fan del menu Blackmagic, in cui si sceglie separatamente il formato di registrazione, il bitrate, il framerate e la dimensione, così da ottenere la combinazione che si vuole in modo decisamente più veloce e diretto rispetto alla selezione da una lunga sfilza di incroci preconfezionati. Sono presenti anche formati anamorfici e la registrazione interna (ed esterna) fino al 4:2:2 10bit.

Da notare che la S1H non richiede l’acquisto di un pacchetto aggiuntivo per migliorare le funzioni video, proprio perché questa nasce principalmente per quello scopo. Abbiamo infatti il V-Log completo della linea professionale Panasonic (e non il V-Log L della serie GH), nessun limite di tempo in registrazione e tante funzioni aggiuntive molto utili. Ad esempio si possono avere 2 livelli Zebra contemporanei (utile ad esempio per controllare l’esposizione rapidamente valutando insieme due diverse soglie su un colorchecker), il vectorscope visibile durante la modifica del bilanciamento del bianco (comodissimo sia per i colorchecker che per valutare la direzione dell’incarnato), il waveform ridimensionabile, sensibilità fino a -18db per l’amplificatore interno (così da poter utilizzare registratori esterni più potenti o con un amplificatore migliore), doppio slot di registrazione UHS-II senza XQD (perché nel video è più utile avere capienze grandi al giusto prezzo che non la velocità aggiuntiva della XQD), unità di misura finalmente in metri durante il fuoco manuale e tante altre cose davvero importanti per chi gira video.

Il corpo è chiaramente nella famiglia S1 ma ci sono delle modifiche davvero importanti anche qui. Ad esempio ci sono due pulsanti di registrazione video (oltre quello di scatto) e sono grandi, rossi e posizionati in modo utile. Quello superiore è piuttosto tradizionale mentre quello frontale, in basso vicino all’obiettivo, è davvero utilissimo in diverse occasioni. Ad esempio è pratico per attivare una registrazione quando siamo inquadrati senza girare sul retro, ma è soprattutto comodo con la videocamera in mano, poiché l’attivazione con la mano sinistra non richiede un cambio dell’impugnatura e dunque non si rischia di introdurre del mosso nel primi secondi di girato. Sono inoltre presenti due spie rosse che segnalano la registrazione in corso, una frontale ed una posteriore, così si ha un’evidenza immediata che non richiede la visualizzazione dello schermo.

Quest’ultimo ha subito ulteriori miglioramenti rispetto quello già buono di S1 ed S1R, aumentando la luminosità per la visione in esterno e soprattutto con un nuovo sistema di snodo unico nel suo genere. Si può infatti sollevare lo schermo rispetto al corpo per le inquadrature dall’alto senza occludere tutti i collegamenti e rimanendo in linea con l’asse dell’obiettivo, ma si può anche aprire e ribaltare completamente per le autoinquadrature. Unendo le due cose, per altro, si riesce a ruotare lo schermo di 180° con una tale distanza dal corpo da non urtare l’area con le connessioni, lasciando quindi libertà di operare anche quando si sta utilizzando l’ingresso audio, l’uscita HDMI, la porta USB-C, ecc… L’autonomia con tutti i formati di registrazione è data per 2h con singola carica, ma si può comunque utilizzare un powerbank per superare facilmente (ed economicamente) questa soglia, senza dover per forza adottare soluzioni più costose con V-Mount o Gold mount.

Nella zona superiore c’è anche un rinnovato schermo LCD di stato, ben più grande rispetto quello delle altre S1 e visibile anche a macchina spenta. Questo ha un layout completamente diverso scattando foto o girando video, in modo da offrire all’operatore una visione completa delle informazioni più utili nelle varie modalità. Ci sono miglioramenti anche lato autofocus, che comunque rimane il DfD con i suoi pregi e limiti, tanto che onestamente in pochi lo utilizzano in campo video dato che non ha la stessa fluidità e stabilità di sistemi ibridi concorrenti, introducendo delle microvariazioni che rendono il girato ben poco convincente. È pur vero che in ambito professionale si lavora al 90% in fuoco manuale, ma questo è un aspetto che presto o tardi Panasonic dovrà affrontare e risolvere per colmare il gap rispetto ai più performanti sistemi di Canon e Sony.

Affinché la S1H possa garantire la registrazione video senza limiti di tempo con qualsiasi formato di registrazione, Panasonic ha dovuto inserire un sistema di dissipazione attiva, con una ventola la cui griglia di areazione è visibile a lato dello schermo. Chi lavora nell’ambito video professionale sa che questa è la prassi quando si hanno grandi sensori, prestazioni elevate e si deve garantire l’operatività in ogni condizione. Quando sentite che una fotocamera o una videocamera ha problemi di surriscaldamento, potete star certi che è un prodotto destinato ad un’utenza consumer, al di là di ciò che le caratteristiche tecniche potrebbero apparentemente suggerire.

Una cosa che in tal senso mi ha davvero sorpreso è la presenza dell’IBIS, ovvero della stabilizzazione sul sensore. È risaputo che nel cinema non si adoperano sistemi simili, riducendo le vibrazioni attraverso l’uso di svariati supporti, tra cui gimbal, steady, carrelli, shoulder, jib, crane, ecc.. e la stabilizzazione sul sensore non è solitamente vista di buon occhio, dato che posizionando questo su supporti mobili e non essendo saldato sulla scheda, può essere soggetto a microvibrazioni quando è sottoposto a sollecitazioni intense, come ad esempio nelle camera car (ma non solo). Personalmente ho visto di buon occhio la sua rimozione su GH5S, per altro ben motivata da Panasonic, dunque devo supporre che per la S1H ci siano state precise motivazioni per un cambio di strategia così importante. Ipotizzo due principali spiegazioni: la prima è che abbiano realizzato un sistema così solido che quando si disattiva l’IBIS rimane completamente immobile anche con vibrazioni estreme, la seconda è che abbiano inteso la S1H principalmente per l’uso a mano dell’operatore, dove questo problema non si presenta e la stabilizzazione può essere un grande aiuto (a patto di non usare ottiche molto grandangolari). Comunque va detto che la qualità dell’IBIS Panasonic è davvero ottima, soprattutto se si considera il vantaggio dell’uso in Dual IS con le ottiche native dotate di O.I.S.

A proposito di obiettivi, insieme alla S1H arriverà anche l’atteso 24-70mm f/2,8 della serie S Pro, dotato anche di ghiera di fuoco a doppio funzionamento, sia elettronica che meccanica con indicazione delle distanze (evviva!). Il prezzo di questa lente sarà di $2200 più tasse e sarà disponibile verso la metà di ottobre, mentre la S1H arriverà alla fine di settembre con un prezzo di $4000 per il solo corpo.

Aggiornamento: Dopo la presentazione della Panasonic S1H è stato diramato un comunicato congiunto di Panasonic e Atomos (via DPReview) dove si parla dello sviluppo di una soluzione per registrare i video in formato RAW tramite l’uscita HDMI della videocamera e un aggiornamento firmware (gratuito) per il registratore Ninja V HDR.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.