Circa 3 anni fa ho pubblicato la guida Vivere Cross-Platform nella quale elencavo i servizi e le app che usavo per essere indipendente dal sistema operativo ed avere accesso ai dati e ad una esperienza d’suo coerente su iOS, Android, macOS e in alcuni casi anche Windows. L’ho rivista oggi e tranne il fatto che non uso più Evernote il resto non è cambiato poi molto. Sfrutto ancora tanto Wunderlist, app che Microsoft ha acquistato nel 2015 per realizzare il suo To-Do ma ancora oggi non ha tutte le funzioni dell’originale. Ecco perché si possono scaricare entrambe e molti preferiscono Wunderlist, che ha pure un rating superiore nell’App Store. Il piano di Redmond sarebbe quello di mandare definitivamente in pensione il vecchio progetto quando tutte le funzioni saranno ripristinate, con migrazione sul suo cloud Azure di tutte le API, ma questo futuro non sembra piacere a molti.
Still sad @Microsoft wants to shut down @Wunderlist, even though people still love and use it. I’m serious @satyanadella @marcusash, please let me buy it back. Keep the team and focus on @MicrosoftToDo, and no one will be angry for not shutting down @Wunderlist. pic.twitter.com/27mIABncLF
— Christian Reber (@christianreber) 6 settembre 2019
Christian Reber, fondatore di Wunderlist, si espresso pubblicamente sulla vicenda pubblicando un post su Twitter in cui si propone di ricomprare la sua creatura, invitando Microsoft a continuare i lavori su To-Do. “Sono serio” – sottolinea – menzionando sia il CEO Satya Nadella che Marcus Ash, manager che si occupa del progetto in Microsoft. La comunicazione a mezzo social è chiaramente un pungolo per la comunità che apprezza Wunderlist, difatti il messaggio ha già ottenuto più di 2000 mi piace e oltre 500 retweet, ma è un’arma a doppio taglio, non proprio corretta per la controparte. A me piacerebbe che l’app continuasse a vivere con nuovi aggiornamenti, ma provo a mettermi nei panni di Microsoft che vede un Reber pentito della sua decisione del 2015 e che ora vuole metterla nella scomoda posizione di dover dire di no. Stando così le cose mi pare difficile che la vicenda possa prendere una piega positiva, probabilmente ormai è semplicemente troppo tardi.