Recensione iPhone 11: un best buy tra i cameraphone

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Quando Apple presentò l’iPhone XR molti giornalisti, tecnici ed influencers si sbilanciarono definendolo il miglior iPhone dell’anno. Nella mia recensione ho titolato un compromesso riuscito, sottolineando che non fosse certo il più potente o completo, ma quello dotato di tutto il necessario a sacrificio di aspetti meno rilevanti per l’utente medio. Certo il prezzo di listino non era troppo allettante, così per stimolare le vendite Apple ha messo in atto numerosi incentivi tramite gli operatori, le catene di elettronica, il trade-in ecc..

I più tecnici – o per meglio dire, quelli che popolano il web di commenti – non hanno mai nascosto il loro disappunto per il XR: i bordi grossi, lo spessore maggiore e la bassa risoluzione dello schermo sono stati i punti sui quali ho letto le critiche più feroci. Tuttavia bisogna ricordarsi che noi geek saremo forse tra gli early adopters di nuovi prodotti e tecnologie, ma non siamo quelli che muovono i grandi numeri. Chi si occupa di informazione lo sa e per questo si è parlato fin da subito di buona riuscita del XR. Ma ad averci visto lungo è stata Apple che con il nuovo trittico di iPhone conferma la stessa lineup dello scorso anno. Cambiano soltanto i nomi ed è interessante notare che il XR passa da modello “extra”, apparentemente aggiuntivo rispetto ai soliti top di gamma, a quello “standard”, prendendo il nome di iPhone 11.

La custodia in pelle è realizzata da Modì

Questione di marketing direte voi, in fin dei conti non credo che la decisione di comprarlo o meno possa dipendere dal nome, ma in superficie appare comunque come una piccola promozione per il più economico della famiglia.

Specifica iPhone XR iPhone 11
Display 6,1″ LCD IPS (1792×828px 326 ppi)
Colori Gamma P3 Gamma P3
Dolby Vision + HDR10
Audio Audio Stereo
Dolby Digital/Plus
Audio Spaziale
Dolby Digital/Plus/Atmos
Rating IP67 (1 metro fino a 30 minuti) IP68 (2 metri fino a 30 minuti)
SoC A12 (7nm)
CPU 6-core + GPU 4-core
A13 (7nm)
CPU 6-core + GPU 4-core
RAM 3GB 4GB
Geekbench 5 Single-Core 1115
Multi-Core 2819
Compute 4580
Single-Core 1329
Multi-Core 3450
Compute 6263
FaceTime Camera 7MP f/2,2
Video FullHD
12MP f/2,2
Video 4K / Slow-motion
Camera wide 26mm 12MP f/1,8
video 4K @60fps
26mm 12MP f/1,8
video 4K @60fps
Camera ultra-wide no 13mm 12MP f/2,4
Connettività LTE Advanced
Wi-Fi 5 (802.11ac)
Bluetooth 5.0
LTE Gigabit
Wi-Fi 6
(802.11ax)
Bluetooth 5.0
Apple U1
Batteria 2942 mAh 3110 mAh
Dimensioni/Peso 75,7 x 150,9 x 8,3 mm / 194 grammi
Prezzo (64GB) 889€ 839€

Mettendo a confronto iPhone 11 e XR ci sono poche differenze, sia strutturali che di specifiche tecniche. Dimensione e peso sono uguali, così come i materiali e gran parte del design, ma questo non vuol dire che sia completamente invariato. Può considerarsi come un’evoluzione di metà corso, una sorta di XRs per intenderci – anche se per fortuna Apple non l’ha chiamato così. La sensazione di déjà-vu è comunque molto forte e se si dovessero elencare le principali novità del nuovo probabilmente ci si limiterebbe alle fotocamere, che tra l’altro rappresentano anche l’unico elemento distintivo all’esterno del device, a parte le nuove colorazioni ovviamente.

Se si scende più in profondità, si nota che praticamente ogni elemento ha subito un piccolo upgrade. Partendo dal SoC A13 Bionic, più veloce del precedente e con una nuova NPU di seconda generazione per l’intelligenza artificiale 6 volte più veloce. Inoltre c’è il nuovo chip Apple U1 che gestisce la tecnologia Ultra Wide Band, grazie alla quale lo smartphone può comunicare con altri dispositivi che ne sono dotati per migliorare l’esperienza d’uso di alcune funzionalità che dipendono dalla loro posizione nello spazio. A dirla così sembra quasi una supercazzola, ma già si vede una migliore reattività con AirDrop e di sicuro vedremo altre applicazioni concrete nel prossimo futuro.

Sale a 4GB la RAM e migliorano pure le antenne, con il nuovo Wi-Fi 6 (802.11ax) ed il supporto per la LTE Gigabit. Interessante il miglioramento sul rating, che passa da IP67 a IP68, portando a 2m la profondità massima sopportabile dal dispositivo in acqua, sempre fino a 30 minuti. Dopo la mia ultima esperienza con XS Max tendo comunque a fare maggiore attenzione a non bagnarli e di certo non mi sogno di buttarli volontariamente in mare per fare foto o video sott’acqua, anche se Apple ha sottolineato che i nuovi iPhone sopportano meglio sostanze liquide alteranti, tra cui le bibite gassate. Altrettanto rinnovati i materiali per renderli più robusti, difatti si potrebbe dire che gli iPhone 11 siano “i più resistenti di sempre” (cit.) ed anche la scocca posteriore sembra resistere bene a graffi e ditate.

Evito ancora per un po’ di parlare dell’elefante nella stanza e mi concentro su altri due aspetti positivi. Il primo è il nuovo audio spaziale, che non ha nulla a che vedere con Buzz Lightyear ma fa questo strano effetto nella sua traduzione italiana (utilizzata dalla stessa Apple sul sito). Si tratta di una tecnologia che ha alcune similitudini con il surround e che rende il suono più aperto e direzionale. Non a caso i nuovi iPhone 11 supportano anche il Dolby Atmos, seppure con ovvie limitazioni dovute alla presenza di due soli speaker. Comunque la qualità ed il volume di riproduzione sono quasi incredibili, persino migliori rispetto ai già buoni XS. Strepitoso anche il vivavoce, che utilizza entrambi gli speaker ed è così forte che si sente bene già a metà volume dentro l’auto in corsa, senza che il motore lo copra.

Il secondo plus riguarda la batteria, con un leggero incremento di capacità e maggiore ottimizzazione dei consumi. Tuttavia non si nota più di tanto all’atto pratico dato che già il XR era ottimo da questo punto di vista. Nelle giornate normali sono arrivato a sera con oltre il 40% di batteria residua e in quelle più impegnative non ho comunque avuto bisogno del caricatore. C’è sempre la ricarica wireless Qi, ma non quella “reverse” per caricare altri dispositivi sul retro, e nell’iPhone 11 Apple ha mantenuto il vecchio alimentatore da 5W mentre nei nuovi Pro si trova quello ben più veloce da 18W con porta USB-C (e cavo USB-C / Lightning).

L’introduzione del video soprastante è stata girata esclusivamente con iPhone 11, più o meno in un’ora. Senza alcun supporto, senza app speciali e soprattutto senza alcuna post produzione. Non ho nemmeno ricercato condizioni di luce particolarmente favorevoli, girando in pieno giorno e con il sole alto. Volevo raggiungere un risultato più vicino possibile a quello che chiunque può ottenere con questo smartphone. E mi sembra comunque di buon livello.

Quest’anno Apple ha dotato l’entry level di tutte le novità principali, compresa la fotocamera ultra-grandangolare, lasciando come esclusiva del Pro soltanto il tele che, a mio avviso, è anche meno necessario. Nel senso che fino allo zoom 2x ci si arriva già con risultati accettabili grazie ad un crop digitale. Certo avere la terza camera è meglio, e per questo esistono i Pro, ma sono felice che come come seconda focale nell’iPhone 11 Apple abbia inserito proprio questa ultra-grandangolare che ci dà una visione alternativa ben più originale e stimolante.

Nell’interfaccia dell’app fotocamera ci sono alcune differenze, perché si accede alle impostazioni aggiuntive con uno swipe in verticale sulla barra delle modalità, ma non esiste ancora un metodo per cambiare al volo il formato di registrazione. Il video introduttivo è stato girato a 24fps con alcune scene a 60 per avere la possibilità di rallentare fino al 40% senza scendere ai 1080p richiesti dallo slow-motion a 120 e 240fps, perché soprattutto con quest’ultimo la qualità scende parecchio.

E per cambiare questo semplice ma fondamentale dettaglio si deve chiudere la fotocamera, aprire le impostazioni, accedere alla sezione specifica dell’app fotocamera, scegliere il nuovo formato e tornare indietro con il task manager. Assurdo, veramente assurdo. Lasciate stare il mio uso specifico che richiede continue modifiche ma non è troppo comune, può capitare ad un utente qualsiasi di attivare il 1080p per delle clip di poco conto o da condividere in poco tempo e poi dimenticarsi di reimpostare il 4K. O magari viceversa. Insomma, Apple: datti una mossa perché questa lacuna è davvero fastidiosa.

Ma andiamo avanti e parliamo di come rendono le nuove fotocamere, che in molte situazioni sono un netto passo avanti rispetto a quelle di XR così come XS. In particolare la principale, quella wide da 26mm con apertura f/1,8 e stabilizzazione ottica + elettronica, lavora davvero molto bene. C’è più dettaglio rispetto alle precedenti e i colori sono generalmente più naturali. Anche lo zoom digitale fino al 3X lavora discretamente bene con buona luce, ma consiglio di fermarsi all’ottimo 2x (che poi equivale ai 52mm della terza camera presente sul Pro), mentre lo zoom 5x è meglio evitarlo perché la qualità è troppo bassa.

La modalità ritratto è stata ulteriormente perfezionata e riesce nella maggior parte dei casi ad offrire un risultato godibilissimo e apparentemente naturale. Almeno finché il soggetto è ben identificabile e si guardano le foto sullo smartphone, perché se si ingrandiscono si vede spesso un po’ di alone intorno ad alcuni elementi e sui dettagli più fini, come i capelli, i difetti sono piuttosto frequenti.

Sulla fotocamera frontale, invece, il gruppo ottico del Face ID sembra dare una marcia in più alla modalità ritratto, che riesce a riprodurre fedelmente anche uno sfocato progressivo che varia in base alle distanze dei soggetti (ma anche qui ci sono saltuari artefatti sui dettagli più fini). Minimo ma apprezzabile il maggior angolo di campo della camera frontale, che si attiva automaticamente girando lo smartphone in orizzontale oppure si può abilitare con un tap dalla vista verticale.

Apple ha reso decisamente più smart tutto il comparto fotografico, riuscendo anche ad allineare piuttosto bene i risultati ottenibili da tutte le fotocamere, sia per la risoluzione coerente di 12MP che per il trattamento dei colori. Infatti mentre si ingrandisce e si passa da una camera all’altra si vede un piccolissimo scalino che in un passaggio rapido risulta quasi invisibile. Da notare che si può effettuare il cambio camera anche durante la registrazione video, con l’esclusione della modalità 4K a 60fps. Funziona sempre l’ottima stabilizzazione digitale, che ha una resa così buona che sembra di avere un gimbal sotto lo smartphone. Per questo ho evitato di utilizzare supporti esterni durante il video introduttivo.

Da notare però che se nella scena ci sono dettagli fini ed un eccessivo movimento da stabilizzare, potranno apparire degli artefatti qua e là e purtroppo non c’è la possibilità di disattivare la stabilizzazione dall’app nativa. In generale questa è pensata per un uso veramente immediato e privo di complicazioni, cosa che fa davvero molto bene, ma purtroppo è così anche sul Pro, dove un minimo di controllo in più sarebbe stato decisamente gradito.

La ultra-wide ha una marcia in più, ci consente di ottenere foto decisamente più originali anche se richiede un po’ di controllo, dato che a 13mm tutto ciò che si discosta dalla zona centrale viene distorto. E non parlo dell’effetto circolare tipo fisheye, che qui è quasi completamente assente, ma del fatto che se posizionate una persona in un angolo la vedrete schiacciata al centro e allungata sulle estremità.

Con poca luce la fotocamera che si comporta meglio è comunque la principale wide, sia perché ha una luminosità maggiore sia per la stabilizzazione ottica. E questo sia per le foto che per i video, che di sera o in ambienti poco illuminati si dovrà evitare di realizzare con la ultra-wide.

Ma quando la luce scende l’iPhone 11 tira fuori gli artigli con un’altra novità interessantissima, ovvero la modalità notte. Si attiva da sola quando rileva un ambiente troppo scuro e ci propone quella che sembra una lunga esposizione, di cui ci mostra il risultato in tempo reale vedendo apparire l’immagine dal nero assoluto. A mano libera di solito propone di esporre stando il più fermi possibile per 3 sec, ma si può modificare il tempo per ridurlo o aumentarlo fino a 5, mentre se rivela un treppiedi ci fa salire fino ad un massimo di 10 secondi. I risultati che si ottengono sono quasi incredibili, perché riesce a “vedere” di più dei nostri occhi e recupera quasi sempre i colori naturali, senza esagerare nella saturazione come faceva il Pixel 3.

Ci sono un paio di possibili contro da tenere a mente: il primo è che durante il periodo dell’esposizione si deve stare più fermi possibile per migliorare la qualità del risultato (ma non serve essere immobili); il secondo è che non c’è alcun livello di controllo sui risultati e può capitare di vedere un eccesso di riduzione del rumore da parte del software. Tuttavia qui si tratta davvero di passare da una foto semplicemente impossibile e da buttare ad una assolutamente visibile e in alcuni casi anche molto molto valida. Per giunta il lavoro dell’intelligenza artificiale si basa su diversi scatti in sequenza e riesce anche a ridurre la presenza di soggetti mossi, persino meglio che in una esposizione ben più breve sui precedenti iPhone senza modalità notte.

Più in generale iPhone 11 ha una resa in foto e in video quasi sempre superiore a quella dei precedenti modelli, compreso anche XS Max. Solo di rado mi è capitato di trovarmi risultati invertiti in caso di controluce, dove l’HDR dei vecchi era sì più aggressivo ma poteva offrire un pizzico di visibilità in più ai soggetti in ombra. In questo esempio potete notare anche un tono leggermente più caldo del XS Max, che aiutava a rendere l’immagine complessivamente più godibile.

In sintesi direi che i grossi miglioramenti del nuovo comparto fotografico risiedono prima di tutto nella camera ultra-grandangolare, poi nella modalità notte e infine da una resa ancora più incisiva e piuttosto allineata nel passaggio tra le diverse camere. Il limite che si incontra di tanto in tanto risiede nella mancanza di opzioni, ragione per cui si dovrebbero preferire app come ProCamera, Moment o Filmic Pro per sprigionare tutte le potenzialità di questi smartphone. Ma ovviamente questa è una cosa che interesserà un numero di utenti piuttosto limitato.

Ho lasciato per ultimo il discorso relativo allo schermo, che, come sicuramente saprete, è rimasto lo stesso LCD IPS del vecchio XR, compresa la risoluzione di 1792×828px. In molti si lamentano proprio di quest’ultima, ma io li inviterei a guardare questo schermo con la lente d’ingrandimento prima di dire che una densità di 326ppi non sia sufficiente. Superato il limite dell’occhio umano non capisco perché si dovrebbe chiedere di più, soprattutto da un modello che per i prezzi Apple è comunque l’entry-level.

Quello che a me non va giù è la tecnologia utilizzata, poiché ormai gli OLED hanno un’ottima resa a tutto tondo e sono superiori per visibilità e contrasto. Inoltre con la nuova interfaccia dark di iOS 13 gli LCD rendono molto meno in quanto non raggiungono il nero assoluto (e non consumano di meno).

Personalmente avrei rinunciato al chip A13 mantenendo il precedente A12, velocissimo e ancora praticamente imbattuto se non da Apple stessa, pur di avere un OLED. Tuttavia molte delle funzionalità foto e video dipendono dal nuovo SoC, dunque questa scelta avrebbe avuto delle controindicazioni piuttosto pesanti. Per questo credo che in fondo Apple abbia fatto la scelta giusta, anche perché al di fuori delle preferenze personali le situazioni in cui vengono fuori i limiti di questo pannello sono giusto un paio: di giorno sotto luce diretta (dove la visibilità è inferiore all’OLED) e al buio con la modalità scura attiva, perché con poca luce ambientale si vede che il nero è un po’ grigino (mentre con più luce non si nota affatto).

Insomma non dico che io lo apprezzi, ma è pur vero che se l’iPhone 11 avesse avuto tutto ciò che già ha ed anche lo schermo OLED praticamente l’11 Pro non avrebbe avuto senso di esistere. Inoltre la strategia di Apple a lungo termine è quella di puntare di più sui servizi e dunque gli fa gioco l’allargamento del bacino d’utenza con un modello entry-level. Non a caso l’iPhone 11 è anche meno costoso del precedente XR, passando in Italia dai precedenti 889€ agli attuali 839€, con uno “sconto” di 50€ che già lo rende più appetibile da listino. Inoltre tra gli sconti di Amazon ed eBay, già lo abbiamo trovato a 100€ in meno sulle SaggeOfferte, per cui le prospettive sono piuttosto allettanti per il prossimo futuro e vi invito a seguire i nostri canali Telegram per non perdere le migliori offerte che arriveranno.

Conclusione

Voto 4,5/5In definitiva le considerazioni sull’iPhone 11 sono grosso modo quelle del XR dello scorso anno e al netto di tanti piccoli miglioramenti progressivi in diversi ambiti la sua vera killer feature è la fotocamera. E non è affatto una cosa trascurabile se si considera che si tratta di uno dei pochi elementi rimasti a distinguere nettamente uno smartphone economico da uno di fascia alta. Questa volta Apple ha fatto davvero bene i compiti, arrivando ad equiparare e in alcuni casi superare i migliori camera phone del mercato. In più è riuscita ad incrementare di un buon margine il suo vantaggio in ambito video, dove la concorrenza rimane ancora ben distaccata per stabilizzazione, gestione dei colori, fluidità. Quindi sì, si può tranquillamente sostenere che il più economico degli iPhone sia anche quest’anno un best buy e direi anche il più adatto per l’utente medio. Il mezzo punto in meno nella votazione è praticamente tutto dovuto alla permanenza dello schermo LCD che è forse comprensibile ma non certo gradita.

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PRO
+ Display di dimensione giusta, forse la più indovinata delle tre
+ Prestazioni eccellenti grazie all’ultimo SoC A13 Bionic
+ Più resistente e IP68
+ Probabilmente il miglior comparto fotografico del mercato
+ Sicuramente il miglior comparto video del mercato
+ Audio “spaziale” davvero ottimo
+ Connettività moderna e future-proof (con anche Apple U1)
+ Il Face ID è una garanzia
+ Batteria eccellente
+ Belle e variegate le scelte di colore
+ Costa 50€ in meno del precedente

CONTRO
- Il pannello IPS utilizzato è molto buono, ma sempre inferiore all’OLED

DA CONSIDERARE
| Manca la fotocamera tele del Pro
| Non è leggero, in mano sembra un piccolo mattoncino
| Bordo nero intorno al display superiore rispetto ai Pro

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.