Gurman conferma il 2020 come probabile anno dei visori AR Apple e dei Mac con processori ARM

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Col 2019 che lentamente sta andando verso le sue ultime settimane di vita, all’apparenza senza ulteriori eventi Apple (anche se si attende ancora l’inizio delle vendite del nuovo Mac Pro), lo sguardo si sta sempre più spostando sul 2020. Un anno ritenuto cruciale per il colosso di Cupertino, con numerosi arrivi, tra cui il supporto 5G negli iPhone ed un successore del modello SE, anche se prenderà le forme di un iPhone 8 invece del piccolo formato precedente; lato Apple Watch, è atteso l’arrivo delle funzionalità di tracciamento del sonno. Ci sono però altri ambiti in cui la mela vede il 2020 come trampolino di lancio, e ce li ricorda Mark Gurman su Bloomberg.

A quanto pare, tra pochi mesi vedremo i primi visori per la realtà aumentata a marchio Apple. Chiacchierati da diverso tempo, disporranno di schermi olografici nelle lenti per mostrare gli elementi AR, che proverranno soprattutto dall’iPhone sincronizzato. Testi, messaggi, mappe ma anche giochi: a tal proposito si parla pure di un possibile App Store dedicato, ipotesi rafforzata secondo Gurman da varie assunzioni di esperti nello sviluppo per esperienze aumentate. L’obiettivo è di ripetere quanto già fatto in altri ambiti, non arrivando per prima ma innovando e riuscendo dove le altre hanno faticato, con la prospettiva di sostituire addirittura l’iPhone a lungo termine. Tuttavia, Apple sembra essere ancora alla ricerca di una caratteristica che le consenta di vendere efficacemente i visori, motivo per cui non si esclude ancora un rinvio al 2021 od oltre nel caso fosse necessario. Dovrà comunque prestare attenzione nel farlo: Google e Microsoft sono già attive nel settore, e pure Facebook lo sta adocchiando.

Non entra granché nel dettaglio, ma nel medesimo report Gurman conferma l’arrivo nel 2020 di Mac dotati di SoC proprietari basati su ARM, per migliorare l’ottimizzazione e la resa energetica. Un passo che ormai viene considerato solo questione di quando e non di se, appunto, considerato quanto le potenzialità degli Ax meriterebbero di essere provate anche al di fuori degli iDevice (confrontandosi così anche con un sistema operativo, macOS, ben più grosso e complesso da gestire rispetto al fratello mobile), il passo lento di Intel che condiziona spesso il rilascio di nuovi modelli e più in generale l’attenzione crescente per soluzioni ARM, come nel caso di Microsoft con Surface Pro X e il SoC semi-proprietario SQ1. Certo, non mancano vari interrogativi in attesa di risposta, ma se anche stavolta le fonti del reporter di Bloomberg ci avranno preso è plausibile che approfondiremo la questione al WWDC 2020.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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