Durante la puntata 103 del SaggioPodcast ho detto che non ho intenzione di aggiornare i miei Mac di produttività a Catalina. Non è una novità che chi ha bisogno di mantenere sicuro ed inalterato il proprio flusso di lavoro tenda ad ignorare per lungo tempo le nuove release dei sistemi operativi, ma con macOS 10.15 la decisione l’ha presa Apple per me, cancellando qualsiasi straccio di tentazione. Sto usando Catalina dalla prima Beta sul MacBook Air, perché è un computer da passeggio per me, dato che in mobilità mi sento molto più a mio agio con il Pro da 15″, e devo ammettere che l’esperienza non è stata positiva fin dall’inizio. Speravo che l’avvicendarsi delle successive versioni avrebbe migliorato la situazione ma in realtà non è stato così. Certo hanno risolto decine e decine di bug segnalati, ma è tutto il sistema ad essere problematico.
La stretta di vite sulla sicurezza è certamente cosa gradita, anche se purtroppo ha portato ad una nuova ondata di popup per autorizzare cose semplici, come le notifiche delle varie app. Per fortuna non è una cosa pressante come quella del vecchio UAC di Windows Vista, perché dopo il primo giorno si vedranno richieste simili solo installando nuove app, ma il problema è che la morsa sulle autorizzazioni ha impattato diverse aree di produttività.
Ad esempio gli sviluppatori di Hazel consigliano di non aggiornare e lo stesso hanno fatto quelli di Rogue Amoeba – la cui Audio Hijack è fondamentale per i nostri podcast – che in una mail spiegano le attuali limitazioni sul fronte audio (immagine qui sopra) anche se i loro software sono già tecnicamente aggiornati. Infatti i problemi non dipendono direttamente da loro quanto dal nuovo regime che riduce le libertà operative ed ha attualmente anche un’alta dose di instabilità nella gestione delle estensioni di sistema, soprattutto quelle che riguardano l’audio. Difatti anche le periferiche virtuali, come quelle create dal buon vecchio SoundFower presentano problematiche.
A questo si aggiunge il fatto che seppure diversi software si siano (finalmente) aggiornati per girare a 64bit, possono avere ancora bisogno di servizi, plugin o estensioni a 32bit. Succede ad esempio con la precedente versione di Ableton Live ma non solo. Non sto esprimendo un giudizio di merito, perché onestamente mi sembra davvero anacronistico vedere strumenti professionali appoggiarsi ancora ad una architettura a 32bit, ma ciò non toglie che rimanendo ancora su Mojave non si hanno problemi e si avrà tutto il tempo per attendere aggiornamenti e decidere con calma quando sarà il momento più sicuro per il passaggio a Catalina (sempre che si renderà necessario o utile).
Tip: accedete al menu / Informazioni su questo Mac / Resoconto di Sistema / Applicazioni e cliccate sulla colonna dei 64 bit per trovare tutte le app e i servizi che usate attualmente che non sono compatibili e non funzioneranno su Catalina.
Oltre alle limitazioni strutturali vanno anche segnalati un buon numero di bug e problemi in fase di installazione. Questi ultimi non sono superiori allo standard da quel che mi risulta, ma questa volta sono capitati anche ad un paio di noi in redazione e dunque li abbiamo “sentiti” di più. Insomma dalle nostre parti la stima verso Catalina è decisamente bassa ad oggi e la mia attesa su Mojave sarebbe molto serena se non fosse per quel pallino rosso sulle Preferenze di Sistema.
Dato che le nuove versioni ormai arrivano da lì e che avevo spuntato sia “Cerca gli aggiornamenti” che “Scarica se disponibili” (utile per quelli minori del sistema operativo in uso), mi sono trovato la richiesta neanche tanto discreta di installare Catalina. Dopo alcuni giorni ha iniziato a darmi fastidio, anche perché non puoi dire “non mi interessa” e farlo smettere di proporla.
Esiste una procedura con due righe da terminale che servono ad ignorare quello specifico update facendo sparire il badge (fonte), ma riappare ad ogni nuova ricerca di aggiornamenti. I comandi sono questi, seguiti da un killall Dock per applicare subito il cambiamento:
sudo softwareupdate --ignore "macOS Catalina" defaults write com.apple.systempreferences AttentionPrefBundleIDs 0 killall Dock
Per rendere la cosa definitiva si dovrebbero rieseguire continuamente, cosa che si può fare in diversi modi. Si può realizzare uno script bash da dare in pasto ad un crontab, una piccola app con Automator, un workflow, ecc… e l’autore dell’articolo che ho linkato sopra ha optato per creare un LaunchAgent. Non ho ancora deciso quale strada seguire personalmente, ma il punto è che io resto fermo per ora e, a meno di particolari necessità, consiglio anche a voi di fare lo stesso.