Nella seconda Beta di iOS 13.2 arrivano le opzioni per gestire le registrazioni delle richieste a Siri

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Ad agosto era scoppiata una controversia relativa alle registrazioni delle richieste effettuate a Siri, il cui scopo era di analisi ai fini di miglioramento del servizio ma nondimeno costituivano una potenziale violazione della privacy degli utenti, poiché venivano analizzate da soggetti di terze parti e contenevano spesso dati personali sensibili. Quanto rinvenuto per Siri è stato riscontrato anche con gli assistenti virtuali delle altre aziende attive nell’ambito, come Amazon, Google e Microsoft. Il caso di Apple ha però fatto senz’altro scalpore soprattutto considerando come l’azienda di Cupertino avesse a più riprese sostenuto la sua attenzione alla privacy, utilizzandola come punto di vantaggio rispetto i competitor. Poco dopo i reportage sulle violazioni, Apple ha messo un freno temporaneo alle registrazioni, interrompendo le cooperazioni con le aziende terze che se ne occupavano e rinviando la ripresa in una forma rivista con un successivo aggiornamento di iOS. Come riporta TechCrunch, il compito è stato affidato alla 13.2, attualmente in fase di test.

Nella seconda Beta rilasciata ieri sera, sono arrivate infatti nuove opzioni di gestione per la registrazione delle richieste. Come promesso in estate, ora il programma è basato sull’esplicito consenso dell’utente, che potrà concederlo o negarlo in un’apposita schermata che comparirà subito dopo l’aggiornamento. In qualsiasi momento si potrà decidere di modificare la propria scelta. Le registrazioni audio catturate da Siri o dalla dettatura vocale verranno analizzate solo ed esclusivamente da dipendenti Apple addetti allo scopo, mentre i soggetti terzi potranno eventualmente essere incaricati solo dell’analisi di trascrizioni testuali generate a campione, in ogni caso private di elementi sensibili e dotate di un identificatore casuale per eliminare qualsiasi possibilità di associazione col singolo utente. Un’opzione specifica nelle Impostazioni permetterà di eliminare in qualsiasi momento lo storico delle registrazioni salvate sui server Apple, incluse quelle raccolte nelle ultime 24 ore che non verranno dunque processate per le analisi.

Un buon sistema, che risolve positivamente una situazione spiacevole per la mela, colta a peccare proprio dove ci si aspettava una maggiore differenziazione dagli altri. Come osserva TechCrunch nel suo articolo, però, ci sarebbero ulteriori margini di miglioramento possibili per la gestione delle registrazioni. L’ideale potrebbe essere quanto annunciato da Amazon per Alexa, che al già presente opt-out aggiungerà ulteriori funzioni di protezione come la ripetizione da parte dell’assistente di quanto ha sentito durante la richiesta, il perché di una determinata risposta fornita e cancellazioni selettive delle richieste con possibilità d’impostare una routine automatica di pulizia. Vedremo se in futuro Apple deciderà di agire in modo simile e più completo.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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