La fine di un’era: Jony Ive rimosso dalla pagina web della leadership Apple

Era preannunciato da tempo: a fine giugno Apple aveva annunciato le dimissioni di Jonathan Ive dal suo ruolo di Chief Design Officer, con effetto entro l’anno, per passare poi alla fondazione dell’azienda privata LoveForm insieme al collega e amico Marc Newson. A quanto pare, si è deciso di anticipare di un mese la fuoriuscita, dato che proprio da oggi, come si può vedere sotto, il designer britannico è stato rimosso dalla pagina web dedicata alla leadership Apple.

Dopo tanti anni, fa senz’altro un effetto strano non vedere più il volto serioso di Ive in mezzo agli altri dirigenti quasi tutti sorridenti. Così come farà strano per qualche evento non trovarselo più a descrivere nei video promozionali il design dei nuovi prodotti con la sua voce pacata e il suo inconfondibile accento british (specialmente quando si tratta di pronunciare la parola “aluminium”). È finita un’era, una lunga ed intensa era, probabilmente completando in modo definitivo la transizione dalla guida Jobs a quella Cook avviatasi nel 2011.

Certo: Cook, Schiller, Cue e Williams sono altri lasciti del secondo “regno” di Steve e rimangono saldamente nelle loro posizioni. Ma Ive è senz’altro colui che ha giocato il ruolo più fondamentale dopo Jobs nella rinascita di Apple, riacciuffata per i capelli nel 1997 sull’orlo del baratro. Un sodalizio che rischiava peraltro di non crearsi, dato che in quel periodo Jony si stava guardando attorno, sconfortato dalla poca considerazione della dirigenza di allora. Non metteva ottimi presupposti la grande purga che Jobs scatenò su prodotti a lui non graditi o in perdita secca, come il Newton e il Twentieth Anniversary Macintosh, dove Ive aveva contribuito. Eppure in quello stesso periodo i due forgiarono un grande legame lavorativo e di amicizia, che diede subito i suoi frutti col primo iMac, anche se quello più iconico rimane senza dubbio il modello a lampada, che non perde fascino a quasi 18 anni dal suo rilascio.

Da lì in poi il resto è storia. Ive e Jobs divennero l’anima di Apple, si completavano a vicenda e talvolta si limitavano altrettanto, quando uno dei due partiva un po’ per la tangente con le idee. iPod, iPhone e iPad sono tutti prodotti dove le capacità di Sir Jony hanno mostrato il loro meglio, insieme alle altre caratteristiche hardware e software che contribuirono a renderli apprezzati. Sarebbe stata la stessa, Apple, con Jobs ma senza Ive? Forse sì. La capacità di un leader sta nel trovare i giusti aiutanti, perché spesso sono proprio quelli che assicurano il successo, ed è plausibile pensare che il fu iCEO sarebbe riuscito a trovare qualcuno in grado di soddisfare le sue esigenze estetiche. Forse no. Perché ottenere una sintonia immediata, come quella con Ive, è una rarità.

Image from Geek.com.

Abbiamo visto però Ive senza Jobs, dal 2011 in poi. E non è più stata la stessa cosa. Quell’equilibrio che si era creato ha avuto la sua dissoluzione e Cook, lo sappiamo, per quanto eccellente sul piano organizzativo non ha la passione per il design del suo predecessore. Gli scricchiolii si sono visti nel Bendgate di iPhone 6, nelle tastiere a farfalla dei MacBook Pro e in altri prodotti come il Magic Mouse 2, con la sua curiosa posizione per la ricarica che, oltre ad essere oggetto di scherno, lo rendeva inutilizzabile. Una ricerca della perfezione, del minimalismo, dello spessore minimo che ha finito per stroppiare, anche nel software il cui aspetto Ive ha supervisionato dopo la cacciata di Forstall nel 2012. Va detto, molti dei prodotti soprammenzionati sono arrivati in un periodo dove Jony era più concentrato sull’Apple Park insieme a Norman Foster e aveva affidato il day-by-day a persone fidate del suo team; si può dare però per certo che abbia avuto un forte input, se non l’ultima parola, sulla loro forma, e la sua posizione di Chief Design Officer ne comportava la responsabilità. Non sembra un caso che i prodotti Apple più apprezzati degli ultimi anni, Watch e AirPods, risultino pure quelli dove Ive avrebbe lasciato il campo ad altre figure, come Jeff Williams, che da oggi in poi lo andrà parzialmente a sostituire.

Oggi si è chiusa un’era. Domani se ne apre un’altra: il primo giorno dell’anno 1 d. I., dove Ive. Anche se forse questa nuova era è già iniziata, con la testimonianza portata dai MacBook Pro da 16″. La spasmodica ricerca della sottigliezza, del materiale costruttivo all’avanguardia, del courage ha lasciato il posto ad un prodotto un po’ più normale, che non rinnega per forza l’estetica ma ritrova armonia con la funzionalità, attraverso il ritorno del vecchio meccanismo a forbice per i tasti e un sistema di aerazione all’altezza, anche se ciò ha comportato dello spessore e del peso in più. Un filone che è lecito attendersi, con le dovute variazioni sul tema, anche su altri prodotti Apple. Con cui LoveForm dovrebbe continuare a cooperare, almeno stando all’annuncio di giugno. La sensazione che si tratti di una frase di circostanza, però, c’è tutta e man mano, col tempo, vedremo l’influenza di Ive affievolirsi sempre più nei Mac e negli iDevice, nel bene e nel male.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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