Recensione Terramaster TD2, RAID 2 bay con Thunderbolt 3 e DisplayPort

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Produco contenuti digitali da oltre 30 anni ed ho usato cassette, floppy disk da 5,25″ e 3,5″, Zip Drive, CD, DVD e BluRay, oltre ovviamente ad HDD di ogni tipo, sia di rete che locali, e da qualche tempo SSD. Non sono mai stato un fanatico del backup ma sapete come si dice: inizi a pensarci quando perdi dei dati. Questa esperienza l’ho fatta più volte e inizialmente mi rassegnavo e passavo oltre, ma quando nel 1999 ho iniziato a gestire dati per i clienti le cose sono cambiate. Diverse volte mi sono interrogato su quale fosse il supporto più affidabile per archiviare i dati, finché non ho capito che questa è la domanda sbagliata. Alcuni sono potenzialmente più longevi di altri, questo sì, ma il punto è che la sicurezza del dato non si ottiene mettendolo in cassaforte. La via giusta è quella della ridondanza, perché non importa quanto un dispositivo hardware possa sembrare robusto o al sicuro: tutti si possono danneggiare.

Ecco perché da una situazione centralizzata ho preferito passare nel tempo ad una a più step con dischi solidi, meccanici e spazio cloud. Nella catena di backup che ho messo in piedi ho sempre almeno 2 copie dei dati e una di questa è a sua volta su un RAID con ridondanza. Di recente ho eseguito un upgrade sostanzioso della capienza del mio SSD di lavoro per i video, passando da 1TB a 4TB, ma ho voluto aggiungere anche un nodo transitorio nella catena, non soltanto per avere un’ulteriore copia di backup dei dati in lavorazione ma anche per stoccare contenuti a cui devo poter accedere con facilità. Potevo optare per una soluzione USB, infatti avevo adocchiato i WD My Book Duo che hanno un prezzo davvero concorrenziale, ma alla fine ho deciso per un case Thunderbolt 3: il Terramaster TD2.

Ho già un NAS della stessa azienda, che ho recensito anni fa ed è ancora perfettamente operativo h24. Con il tempo ho potuto apprezzare il fatto che siano supportati e duraturi oltre che economici, dunque mi è sembrato naturale confermare la mia preferenza. Inoltre questo nuovo modello mi è piaciuto perché ha una Thunderbolt 3 passante ed anche una uscita DisplayPort, che posso usare per il monitor aggiuntivo che ogni tanto uso quando ho necessità di maggior spazio sulla scrivania. Non lavoro sempre con due monitor, ma ne ho uno 27″ QHD di HP con cui eseguo vari test e visto che sta su un braccio snodato posso affiancarlo all’iMac Pro con un singolo gesto in caso di necessità.

Il Terramaster TD2 è abbastanza compatto e leggero, ma quasi tutta la struttura è di metallo. La confezione è ricca di accessori, ci sono anche viti e cacciaviti di ogni tipo, per cui si riesce ad essere operativi in pochi minuti e senza necessità di altro. Mi è piaciuto anche il fatto che abbia un alimentatore esterno di piccola taglia, mentre di solito sulle unità a due dischi si trovano dei mattoni con un volume doppio.

I cassetti dei due dischi si aprono con i classici sportellini di sicurezza e poi scorrono verso fuori. Mi è dispiaciuto vedere che i supporti delle unità sono di plastica, ma è una scelta valida per ridurre le vibrazioni oltre che il peso. Ci ho messo dentro due WD Red da 8TB l’uno, che potevo configurare in diversi modi, tra cui RAID in modalità mirror o stripe, quindi sicurezza o velocità. I due dischi in questione li avevo già, residuo di un altro progetto non portato a termine, ma dovendoli acquistare ex-novo avrei probabilmente optato per una maggiore capacità.

16TB in totale non sono pochi, ma io li ho voluti configurare in backup, dunque ne ho potuti usare solo 8. Per scegliere la modalità operativa sul case basta spostare un selettore circolare, accendere il disco e tenere premuto reset per 5s.

A quel punto l’unità è stata immediatamente visibile ed operativa, previa formattazione. Di solito per i dischi esterni preferisco usare exFAT, in quanto posso accedervi anche da Windows, ma in questo caso essendo un disco T3 dedicato al Mac ho optato per il nuovo APFS. I WD Red non nascono per la velocità ma riesco comunque ad archiviare delle prestazioni più che valide per le copie ed anche per accedere ai dati.

Sul retro del Terramater TD2 c’è una ventola da 80mm non troppo rumorosa ma che si avverte, soprattutto se si è abituati a lavorare con un computer silenzioso e solo unità SSD attive all’esterno. In questi casi la mia soluzione è quella di allontanare le unità dal computer di un paio di metri e non tenerle sulla scrivania, che con i dischi meccanici trasmette vibrazioni.

Ho fatto così per il RAID 5 di OWC e mi trovo benissimo, anche perché lo accendo con una presa smart solo quando serve. Stessa cosa volevo fare con il TD2 ma al momento non ci sono riuscito. Questo perché in dotazione danno il classico cavo T3 cortissimo e dunque dovrò prima acquistarne uno di almeno 2 metri, cosa che tra l’altro non è affatto economica.

Conclusione

Voto 4/5Un DAS come il Terramaster TD2 si presta a diversi utilizzi in una postazione professionale, tutto dipende dalle nostre necessità. Ovviamente non è un prodotto per l’utente casalingo, che riesce quasi sicuramente ad acquistare lo storage di cui ha bisogno con il solo costo di questo case senza dischi. Il mio attuale impiego è relativamente limitato per le potenzialità del TD2, ma sfrutto comunque sia il backup continuo offerto dal RAID 1 che le due porte aggiuntive di cui dispone, sia per l’uscita video che per la T3, che mi è necessaria perché quella che mi ha impegnato era l’ultima disponibile sul mio iMac Pro (recensione). Tuttavia non sfrutto ovviamente la piena banda per i dischi, cosa che si potrebbe fare mettendoci dentro magari due SSD in RAID 0. La cosa interessante qui è proprio la flessibilità, difatti sono sicuro che se e quando dovrò passare ad una soluzione diversa, potrò impiegarlo in tanti altri modi. Non avendo limiti di budget forse avrei preferito il modello simile di OWC (clonato da Akitio) che è ancora più compatto e ricco di porte, ma il prezzo saliva notevolmente. Con i suoi 259€ su Amazon credo che il TD2 sia il RAID 2 bay T3 più economico, almeno tra quelli ben realizzati. E per chi avesse bisogno di maggiore versatilità hanno anche la versione a 5 dischi.

PRO
+ Struttura robusta in metallo
+ Pratica maniglia (all’inizio non credevo, ma torna utile!)
+ Diverse possibilità di configurazione
+ Dotazione completa
+ Supporta sia SSD che HDD da 2,5/3,5″
+ Utile porta T3 passante
+ Comodissima la Display Port in uscita
+ Prezzo più contenuto rispetto soluzioni concorrenti

CONTRO
- Cavo Thunderbolt 3 troppo corto
- Un po’ rumoroso come tutte le unità a più bay con ventola
- Design e dimensioni non al pari delle soluzioni più costose

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.