Intel mette a frutto la piattaforma Element con il NUC 9 Extreme Ghost Canyon

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Non è facile discutere con chi ha delle idee sedimentate ed immutabili. Ad esempio ieri parlavamo del nuovo HP Envy 32″ All-in-One ed ho titolato definendolo “l’iMac che molti utenti Apple vorrebbero”, senza per questo dire che fosse così per tutti o che fosse meglio dell’equivalente con una mela morsicata sopra. Dopotutto sono il primo a preferire macOS e ad investire gran parte dei miei guadagni per avere computer Apple sempre aggiornati e performanti. Tuttavia credo si debba avere la capacità di vedere il buono anche quando arriva da fonti diverse rispetto a quelle che solitamente si apprezzano. Intendo dire che esistono strade molto valide anche se Apple non le ha ancora percorse e che spesso è solo questione di tempo prima che a Cupertino se ne accorgano e vi pongano rimedio. Dell’all-in-one di HP a me piacciono molte cose, ma non necessariamente tutte. Trovo lo schermo da 32″ molto valido, anche se non è un 6K, non solo per la dimensione ma anche per altre utilità che ne derivano, come l’HDMI in ingresso che consente di usare quel computer anche come schermo per un Mac mini o una Playstation, riducendo quindi ingombri ed altre spese. Come utente apprezzo molti dei design sfornati da Apple, al punto che colleziono i suoi vecchi computer, ma non sono tenuto a ritenere corrette tutte le scelte. Come quella che li ha portati anni fa ad allontanarsi dalla sempre più valida NVIDIA per puntare sul più docile cavallo AMD. Ci sono dei pro anche in questo, ma non è sempre tutto rose e fiori e non ha senso far finta che lo sia.

Pensate ad esempio al vuoto cosmico che si trova tra il Mac mini ed il Mac Pro, senza metterci in mezzo gli all-in-one perché sono di fatto una categoria diversa di computer che ci limita in espandibilità e scelta del monitor. Sono ormai decadi che alcuni utenti Apple, ovvero quelli a cui piace macOS ed i computer Apple ma non alcune limitazioni che ne derivano, vorrebbero un Mac che stia proprio nel mezzo tra il mini e l’attuale Pro (che ha alzato molto l’asticella). Non un cassone stile assemblato che è lontano anni luce dalla concezione di Apple, ma un computer compatto e progettato con lo stile dei Mac con buone CPU, GPU interna sostituibile, RAM e disco aggiornabili. E personalmente non smetto di sperarlo, perché la possibilità di realizzare qualcosa del genere è concreta come dimostrano alcuni dei miei progetti hardware personali tra cui l’ultimo PC Windows che ho assemblato (basato sul case Looque Ghost).

Se c’è un’azienda che negli ultimi anni ha puntato molto sui PC compatti è Intel, che ha creato la validissima serie NUC con dimensioni e consumi contenuti. Si tratta di computer barebone con scheda madre e CPU a cui l’utente può aggiungere RAM e Disco internamente, che sono molto spesso impiegati per creare piccoli server domestici (come quello che utilizzo con Proxmox). Da qualche anno Intel affianca a questi NUC economici anche delle soluzioni complete per il gaming, sempre compatte ma più performanti e con un fattore di forma diverso che ricorda le console.

Dal CES 2020 arriva però una novità davvero interessante e che richiama per alcuni versi il Mac Pro “grattugia”, abbandonato in favore dello sfortunato “cestino” del 2013. Mi riferisco al NUC 9 Extreme (Ghost Canyon) di cui ho letto su The Verge. Il progetto possiede moltissime caratteristiche uniche ed interessanti, al punto che vedrei benissimo una soluzione concettualmente simile in casa Apple. Intanto si parla sempre di NUC con dimensioni compatte, anzi credo sia il più piccolo computer con GPU dedicata e componenti espandibili che si sia mai visto.

Nel minuscolo case trova spazio scheda PCI 3.0 x16 che è in realtà un modulo Intel Element, al cui interno c’è la scheda logica con il suo chipset, la CPU, due moduli RAM SODIMM standard e due slot M.2 PCIe/SATAIII per dischi. Un terzo SSD Blade si può invece installare nella seconda parte della scheda, che è in sostanza un elemento parallelo con ulteriori porte e connessioni, tra cui una PCIe 3.0 x16 dedicata alla GPU. Le connessioni wireless sono Wi-Fi 6 e Bluetooth 5 ed anche le porte dietro l’Element sono valide dato che includono due Gigabit Ethernet, quattro USB-A, HDMI e due Thunderbolt 3. Un piccolo alimentatore FSP da 500W completa il quadro ed offre alimentazione adeguata anche per schede grafiche performanti.

Il modulo Element è certamente uno degli aspetti più intriganti, in quanto è sostituibile in blocco oppure anche aggiornabile nei singoli elementi primari che contiene. Come dicevo prima, questa suddivisione della scheda logica mi ricorda un po’ quella dei vecchi Mac Pro, dove potevi cambiare solo la parte con le CPU passando ad esempio da quella a singolo processore a quella con doppio socket.

Ed è certamente questa che garantirà la maggiore possibilità di espansione nel tempo, dato che si potrà passare anche a successive generazioni di CPU in modo molto semplice e sicuramente più economico rispetto ad un cambio totale di computer. Per altro senza doversi sporcare le mani con dissipatori, pasta termica ed altro, con una operazione che qualsiasi persona con un cacciavite può realizzare in sicurezza. Ci troviamo ovviamente in una terra di mezzo rispetto ad un computer blindato ed un tradizionale assemblato, ma Intel sembra essere riuscita a mettere insieme i vantaggi di questi due mondi solitamente opposti.

Il modulo Intel Element fotografato da un utente cinese del forum KoolShare

Si potrà partire da una configurazione semplice ed economica oppure puntare al top, ma al momento tutte le CPU note sono interessanti visto che si parla di Element con Core i9-9980HK, Core i7-9750H e Core i5-9300H, che a detta di Intel non saranno vittime di limitazioni termiche o di banda grazie alla PCIe 3.0 x16.

Per la GPU nel case nativo si è limitati solo dalla lunghezza massima di 20cm, ma esistono molte schede grafiche che rientrano in queste dimensioni e si può puntare tranquillamente ad un modello interessante come la RTX 2060 così come anche a delle NVIDIA o AMD più economiche di precedenti generazioni. Tanto il vantaggio è quello: poterle cambiare facilmente se necessario. Ma è molto interessante anche il fatto che su questa piattaforma Intel Element arriveranno dei case di terze parti, tra cui quello già annunciato di Razer che è più grande per ospitare GPU full size.

Non sto qui a gridare al miracolo o a prevedere il sicuro successo del progetto, ma posso dirmi molto interessato in prima persona perché vedo soluzioni davvero intelligenti. Ricordando quanto detto inizialmente circa l’all-in-one di Intel, anche in questo caso devo dire che mi piacerebbe se Apple prendesse spunto dal progetto per realizzare un Mac simile a questo. Piccolo e con possibilità di ospitare CPU e GPU performanti sostituibili dall’utente, un po’ come il Mac Pro ma con un target di riferimento ben più moderato.

Ovviamente Apple creerebbe il proprio standard differenziandolo per forma e dimensione, non mi aspetterei di poterci mettere dentro gli Element nativi di Intel, ma questo le consentirebbe anche di avere i classici ricarichi e rendere il progetto potenzialmente sostenibile. Ma anche con costi in più si avrebbe un qualcosa che oggi semplicemente non esiste in casa Apple, dato che gli unici desktop con GPU dedicate oltre ai costosissimi Mac Pro sono degli all-in-one, con i limiti che ben conosciamo. In realtà le reali speranza che ciò possa accadere sono davvero misere, ma non trovate anche voi il progetto interessante? Io nel frattempo tengo d’occhio questo NUC 9 Extreme e spero di poterlo provare prima possibile perché al di là di macOS e di hackintosh mi pare piuttosto promettente. Per quanto riguarda la disponibilità si parla di marzo mentre per prezzi ed ulteriori dettagli bisognerà attendere dato che il comunicato stampa attuale è generico e piuttosto striminzito.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.