La Canon EOS-1D X Mark III registra in 5.5K RAW interno senza crop

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Dopo la rapida anticipazione di qualche settimana fa, Canon ha finalmente svelato tutte le caratteristiche della sua nuova ammiraglia, la 1D X Mark III. La temporanea pausa nella corsa ai megapixel sta avendo i suoi frutti, così il nuovo modello non si discosta dai precedenti 20 ma ne migliora la qualità e la velocità di lettura, offrendo sensibilità da 100 a 102.400 ISO (espandibili fino a 50-819.200) e la possibilità di scattare con otturatore elettronico riducendo al minimo il rolling shutter.

Il corpo non subisce grandi cambiamenti, si mantiene dunque il tradizionale formato con doppio grip così come le dimensioni, il peso e la stessa batteria. Aumenta però drasticamente l’autonomia, dato che i nuovi chip sono più moderni e parchi nei consumi. Canon non ha perso l’occasione per sperimentare nuove forme di controllo introducendo un sensore sotto il tasto AF-ON.

È qualcosa di vagamente simile alla touch bar multidunzione della EOS R ma in questo caso l’implementazione è sicuramente meglio riuscita poiché più specifica e soprattutto aggiuntiva rispetto agli altri controlli. Nello specifico consente di spostare il punto di messa a fuoco con degli swipe, in modo molto più veloce rispetto al tradizionale joystick. Ovviamente non è altrettanto preciso, ma per le rifiniture si può sempre utilizzare il vecchio sistema, intanto si evita di fare tic-tic-tic a ripetizione per passare da una parte all’altra.

L’area di copertura dell’AF non è cambiata ma è tutto nuovo il sensore da 191 punti, 155 dei quali a croce, con funzionalità garantita fino ad f/8 con teleobiettivi e convertitori. Il sistema di messa a fuoco è stato migliorato grazie all’introduzione del machine learning per il rilevamento del corpo e della testa, lasciando all’utente la scelta di scenari relativamente semplici ed una modalità completamente automatica. La 1D X Mark III è mossa dal nuovo processore Digic X, ben 3 volte più potente del vecchio 6+, ma c’è un Digic 8 aggiuntivo che si occupa soltanto della messa a fuoco.

Un aspetto interessante riguarda la memoria, con un doppio slot CFexpress. Certo si tratta di supporti molto costosi, ma finalmente sembra che si sia arrivati ad uno standard diffuso dopo la lotta tra XQD e CFast2.0, dato che anche le Panasonic S1 e le Nikon Z sono ora compatibili grazie ad aggiornamenti firmware (le CFexpress hanno la stessa forma e contatti delle XQD). Speriamo dunque che la diffusione le renda più abbordabili nel prossimo futuro.

Ovviamente nella 1D X Mark III confluisce la nuova esperienza di Canon con le senza specchio, messa a punto grazie alle EOS R (recensione) ed RP (recensione). Troviamo dunque un utilizzo completo e veloce in Live View, con una messa a fuoco rapida e precisa anche nell’inseguimento grazie al Dual Pixel CMOS AF con 3869 posizioni e 525 aree in auto, ovviamente con rilevamento automatico delle persone, dei volti e dell’occhio.

Grandi novità si ritrovano nel campo video, al punto che questa fotocamera è più avanzata di molte videocamere correntemente considerate professionali. La Canon 1D X Mark III è capace di registrare video fino al 5.5K a 60fps in RAW internamente. Già questo la dice lunga sulle potenzialità, anche se si tratta di specifiche destinate ad un utilizzo altamente specifico con la possibilità di registrare solo 6 minuti a massima qualità su una CFexpress da 128GB.

E purtroppo non è attualmente supportata l’uscita HDMI per il RAW, dunque non si possono utilizzare dei recorder esterni capaci di offrire qualità simile ma con una riduzione notevole del peso. Ci sono ovviamente anche le classiche codifiche per girare in C-Log, supportando il 4K a 10bit 4:2:2 interno fino 60fps senza crop. E per il 1080p si può salire fino 120fps (anche se in questo caso si perde il Dual Pixel CMOS).

Tra le altre funzioni anche il GPS, il Bluetooth, il Wi-Fi ed anche la porta Gigabit Ethernet. L’uscita è prevista per febbraio con un prezzo di $6499.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.