AirPods Pro Lite: qualche considerazione sul rumor

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Da nostra politica cerchiamo di non affrontare ogni rumor che passa. Preferiamo pubblicare qualche articolo in meno ma prediligere contenuti più rilevanti per noi e, speriamo, soprattutto per voi lettori. Questo non significa che ignoriamo completamente le indiscrezioni: quando arrivano da fonti affidabili, come Gurman e Kuo, ci sta parlarne; ma anche quando probabilmente non c’è in realtà tantissimo di concreto, che tuttavia è in grado di scaturire riflessioni, come i ritrovamenti di menzioni a CPU AMD in macOS 10.15.4 Beta. Molto di rado ci occupiamo dei rumor provenienti da Digitimes, una fonte che non presenta un ruolino eccelso in tal senso, anzi, a volte va sull’inverosimile. Lo stesso mi sembrava sinora per il caso delgli AirPods Pro Lite: l’insistenza con cui ne sta parlando, però, merita qualche pensiero.

Alla base dei rumor di Digitimes vi sono spesso altre soffiate, provenienti da loro presunti contatti nella catena di distribuzione, meglio nota negli ambiti produttivi con la terminologia inglese di supply chain. L’ultimo articolo delle scorse ore riguardante gli AirPods Pro Lite riguarda proprio l’aggiunta di un fornitore di componenti, la USI di Taiwan, per la produzione dei chip SiP (System in Package) al cuore degli auricolari. Non mi soffermerò sulla veridicità o meno del rumor in sé, come ho già accennato più sopra continuo a nutrire un certo scetticismo. Voglio piuttosto provare a collocare questo ipotetico nuovo modello nella gamma.

Iniziamo dal nome: AirPods Pro Lite. Onestamente, se c’è una cosa che mi fa dubitare in primis del pettegolezzo è proprio qui. Apple si è aperta a denominazioni relativamente complesse, vedasi iPhone 11 Pro Max, ma da quel che ho visto negli anni sembra cercare di mantenere un criterio di fondo nell’apporre o meno qualsiasi suffisso. Il prodotto non deve apparire all’occhio come una versione inferiore del modello più avanzato, anche se lo è sotto certi aspetti. Prendiamo ad esempio l’iPhone 11, che sappiamo essere il fratello minore del Pro tanto sul piano tecnico quanto su quello commerciale. Potremmo definirlo come una versione Lite, ma Apple non lo fa pubblicamente. Preferisce non essere troppo sfacciata nell’up-selling: l’11 Pro è il suo migliore dispositivo, però non penalizza l’utente che compra 11, anzi si complimenta per la sua ottima scelta. Lo si denota anche nei due accurati slogan di vendita, “Fotocamere Pro. Display Pro. Prestazioni Pro.” e “La perfetta quantità di tutto.” In questo modo vengono protette le vendite di entrambi i prodotti e accontentate diverse fasce d’utenza non costringendo a compromessi rilevanti chi non può puntare al top, cosa che un prodotto marchiato Lite invece suggerirebbe apertamente.

Tutte queste sono considerazioni che faccio da incuriosito, ma non esperto, di marketing, perciò si tratta puramente di percezioni personali, sulle quali potrei sbagliarmi. Inoltre ho preso ad esempio l’iPhone 11, ma il discorso fatto sopra si applicherebbe anche tra iPad mini, iPad, iPad Air e iPad Pro, iMac e iMac Pro, o tra MacBook Air e MacBook Pro. Le versioni non di punta sono prive di suffissi o ne portano uno non troppo diminutivo sul piano qualitativo. Per sua natura è improbabile che Apple si metta a creare un MacBook Lite, il posizionamento costruitosi dall’azienda lo metterebbe subito in cattiva luce. Viceversa, nella più generalista Samsung il Galaxy S10 Lite si colloca meglio nella gamma, essendo un altro tassello nella volontà coreana di coprire quante più aree di mercato possibili. Applicando il concetto alle AirPods Pro Lite, e considerandolo un modello intermedio tra gli AirPods normali e i Pro, risulta più probabile pensare a qualcosa come AirPods+, che possa suggerire all’istante di trovarsi a metà strada, meglio del modello base ma non troppo peggio del top.

Veniamo ora alle caratteristiche di questo modello. Non è facilissimo collocarlo, ma nell’ottica di considerarli auricolari Pro Lite dal punto di vista tecnico, è lecito pensare che esternamente saranno parecchio simili ai Pro, anche per ridurre la creazione di linee produttive separate. Se dovessi scommettere su due caratteristiche mancanti all’appello, direi la cancellazione attiva del rumore e la resistenza ad acqua e sudore, mantenendo invece i driver Apple migliori e i comandi aggiuntivi al tocco rispetto gli AirPods base. Il collocamento di prezzo è forse la parte più semplice su cui ragionare: guardando la gamma attuale, gli AirPods+ o qualsiasi sarebbe il loro nome andrebbero con molta probabilità ad attestarsi sui 229€ attualmente riguardanti il modello non Pro con la custodia a ricarica wireless, che a sua volta scalerebbe sui 179€ del modello a sola ricarica standard, la cui permanenza non sarebbe peraltro impossibile collocandolo a 129€ e abbassando in modo sensibile la soglia di accesso per un prodotto già ora gettonato.

A conti fatti, dunque, per quanto la credibilità di Digitimes non sia elevata lo spazio per un terzo paio di AirPods ci starebbe. Resta però un’altra possibilità, ovvero che non si tratti di auricolari a marchio Apple bensì della sua controllata Beats. Negli aggiornamenti di iOS 13 sono stati ritrovati molteplici riferimenti alle in-ear Powerbeats 4, che andrebbero a rimpiazzare la versione 3 oggi in commercio. In tal caso, per quanto non direttamente, Digitimes potrebbe averci preso. Vedremo a marzo, mese in cui si vocifera frequentemente su un evento Apple, anche in virtù dell’iPhone 9 o SE 2. Sempre che il Coronavirus purtroppo non decida diversamente.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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