Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Daniele Dimiccoli, David Rossi, Paolo Bulgarelli, Andrea Giovannini, Alessandro Brandi, Roberto D'Orta, Carlo Vigano.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Samsung non lascia, raddoppia. Quantomeno nel nome. Da diversi mesi si vociferava sull’assenza di un Galaxy S11, sostituito invece da S20, seguendo un po’ la scia di quanto fatto da altre rivali nel settore. Scelta tutto sommato comprensibile, vuoi perché continuare a procedere di un’unità per volta poteva risultare stucchevole, in presenza della “S” come prefisso (S11, S12, S13…appeal minore rispetto a S20, S30, S40 e così via), vuoi pure per distinguersi da un’altra nota azienda con una mela nel logo che invece continua per la propria strada numerica. Nondimeno, si sposa pure bene con l’anno corrente, 2020. Prima di parlare di S20, però, non possiamo non parlare di un altro prodotto di fascia top introdotto oggi da Samsung: il Galaxy Z Flip.

Ne ha accennato proprio Elio stamattina nel suo post di anticipo, mostrando lo spot pubblicitario andato in onda durante la notte degli Oscar. Dopo i buoni riscontri di vendita del Galaxy Fold, che ha brillantemente superato le vicissitudini che avevano costretto a rinviare di svariati mesi il lancio, Samsung torna alla carica dei pieghevoli con una forma diversa. Questa volta lo schermo si ripiega in verticale, sulla scia del Motorola RAZR e ricordando parecchio i vecchi telefoni a conchiglia. In effetti, da chiuso li ricorda parecchio, con la fotocamera ed un piccolo display di stato per le notifiche.

Un’altra modifica interessante del Galaxy Z Flip rispetto all’iterazione dello scorso anno è l’utilizzo del vetro per lo schermo pieghevole “Infinity Flex”, uno strato ultrasottile espressamente sviluppato da Samsung per questi utilizzi. Anche la cerniera ha ricevuto corposi aggiornamenti strutturali, in grado di supportare più angolazioni e adoperante fibre di nylon per ridurre i potenziali ingressi di particelle. Il display in sé è un AMOLED da 6,7″, con risoluzione FHD+ ed aspect ratio 22:9. Grazie alla modalità Flex, sviluppata in collaborazione con Google, quando poste ad angolo retto le due metà dello schermo possono non solo avere contenuti tra loro diversi, ma anche porzioni dedicate della stessa applicazione: per esempio, la parte superiore può mostrare delle foto, mentre quella inferiore presenta opzioni per gestirle.

All’interno non troviamo un Exynos come da tradizione Samsung (perlomeno in Europa), bensì un SoC Qualcomm Snapdragon 855 Plus che, per quanto non sia più il top di gamma, garantisce ancora eccellenti prestazioni. Esso viene affiancato da 8 GB di memoria RAM e 256 GB di spazio d’archiviazione, purtroppo non espandibili. Sulla connettività, sembra esserci stato un piccolo passo indietro, almeno in assenza di conferme riguardante una versione 5G come invece era disponibile per il Fold in alcune nazioni. Per il resto è comunque completa, con 4G Gigabit dual-SIM (slot fisico più eSIM), Bluetooth 5, Wi-Fi 6/802.11ax ed NFC. La sicurezza biometrica è affidata al sensore d’impronte sul fianco, coadiuvata da un riconoscimento del volto base.

Parlando del comparto fotografico, lo Z Flip risulta essere senz’altro ben messo, ma preferisce sfoggiare altri punti di forza. La fotocamera principale è doppia, principale dual pixel f/1,8 con stabilizzazione ottica e ultra-grandangolare f/2,2 fino a 123°, entrambe da 12 MP. La cattura video avviene con risoluzione fino a 4K, 60 fps e HDR10+. La fotocamera anteriore è “integrata” nello schermo, da 10 Megapixel e in grado di registrare in 4K a 30 fps. In conclusione, menzioniamo cosa offre sul piano energetico, una batteria da 3300 mAh con supporto alla ricarica rapida da 15 W e wireless Qi. Android 10 è preinstallato con l’interfaccia proprietaria One UI. Il Galaxy Z Flip sarà disponibile anche in Italia a partire dal 14 febbraio, nelle tonalità nero e viola, con un prezzo che per quanto elevato mostra pure qui i benefici di una seconda generazione: parliamo di 1520€, meno dei 2050 richiesti per il Fold. Per chi lo desiderasse, ci sarà una versione realizzata in collaborazione con la casa di moda Thom Browne, che oltre ad una colorazione dedicata includerà Galaxy Buds+ (di cui parleremo più avanti) e Watch Active2, al prezzo complessivo di 2580€. In questo caso, però, saranno solo i preordini ad iniziare il 14 febbraio mentre le vendite effettive avranno luogo dal 6 marzo.

Ma bando agli indugi e passiamo ora al piatto forte della serata, ovvero i Galaxy S20. Al plurale, perché come lo scorso anno si tratta di un trio. Scompare però la variante “e”, con S20 che diventa la base della serie (i più maligni non mancheranno di osservare sulla scia di quanto fatto da Apple sostituendo l’iPhone XR con 11…). Il modello S20+ è l’intermedio, mentre al vertice troviamo S20 Ultra. Davanti, come si può vedere, non presentano grosse differenze estetiche: lo schermo è l’unico elemento distintivo all’occhio. Dietro la situazione è un pochino diversa, ma ci torneremo quando parleremo del comparto fotografico. Esattamente come già fatto nei Note 10, la fotocamera frontale collocata nella parte superiore dello schermo si sposta al centro. Parlando a proposito dei display, ci troviamo davanti in tutti i casi ad unità AMOLED 2X, con refresh a 120 Hz e risoluzione massima QHD+ (ma se la si vorrà impostare si scende a 60 Hz): la differenza la fanno le misure, 6,2″ per S20, 6,7″ per S20+ e 6,9″ per S20 Ultra. Seguendo quanto già occorso lo scorso anno sensore d’impronte digitali è integrato, con una frequenza di aggiornamento separata di 240 Hz. La riproduzione audio è stereofonica, con supporto Dolby Atmos. Per cuffie o auricolari, addio al jack da 3,5 mm: la scelta è tra USB-C e Bluetooth.

In comune a tutti il SoC Exynos 990, mentre la RAM LPDDR5 è di 8 o 12 GB, a seconda rispettivamente se si opta per la variante 4G o 5G dei dispositivi, con l’eccezione di Ultra dov’è previsto diretto il 5G e può avere anche un’ulteriore opzione da ben 16 GB. Lo spazio di archiviazione base per tutti è di 128 GB, con S20+ ed S20 Ultra acquistabili inoltre in una variante da 512; in qualsiasi caso sono espandibili tramite microSD. Ma è dietro dove Samsung vuole dare maggiormente spettacolo, come da tradizione. Il minimo quantitativo di fotocamere è ora tre, quelle di S20: principale da 12 Megapixel con apertura f/2.0, ultra-grandangolare da 12 MP f/2,2 con campo visivo di 120° e teleobiettivo da ben 64 MP, in grado di generare uno zoom ottico ibrido da 3X che può arrivare fino a 30X facendo entrare in gioco quello digitale. Chi sceglierà invece S20+ potrà godere di una quarta fotocamera, quella a tempo di volo DepthVision per la cattura dei dati riguardanti la profondità di campo. Quartetto pure su S20 Ultra, dove cambiano inoltre sensore principale e teleobiettivo, rispettivamente da 108 Megapixel f/1,8 e 48 MP f/3,5, con zoom ottico massimo 10X e digitale 100X. Attraverso la tecnica di “pixel binning”, i 108 MP messi a disposizione dalla fotocamera primaria possono essere combinati con un rapporto 9:1 per ottenere un’immagine finale da 12 Megapixel dall’elevatissimo grado di dettagli. Tutti i modelli possono registrare fino a 8K (seppur con qualche limitazione da “first-gen”: 30 fps, col coinvolgimento necessario del sensore teleobiettivo al di fuori del modello Ultra e senza supporto alla messa a fuoco continua). La fotocamera anteriore in S20 ed S20+ è dual pixel da 10 MP, che salgono a 40 su S20 Ultra.

Abbiamo già accennato prima alla presenza di opzioni separatamente dotate di connettività 4G o 5G, mentre il resto è comune all’interno del trio: supporto dual SIM fisica+eSIM, Wi-Fi 6, Bluetooth 5 ed NFC. La batteria presenta capacità differenti tra i modelli, 4000 mAh per S20, 4500 mAh per S20+ e 5000 mAh per S20 Ultra, tutte dotate di ricarica rapida (è incluso nella confezione di vendita un caricatore da 25 W) e senza fili Qi con supporto alla modalità inversa PowerShare. La tonalità Cosmic Grey sarà l’unica in comune, mentre Cosmic Black riguarderà solo S20+ ed S20 Ultra, Blue e White (esclusiva dello Shop Samsung) solo S20 ed S20+, Pink solo S20. I preordini su Amazon sono già iniziati per alcune combinazioni, con disponibilità dal 10 marzo:

Sul sito Samsung, ad esse si aggiungono:

  • S20 5G 12/128 GB: 1029€
  • S20+ 5G 12/512 GB: 1279€

In tutti i casi, la fase di preordine include in omaggio un paio di Galaxy Buds+ (da richiedere attraverso un form dedicato), di cui andremo a parlare proprio ora in conclusione di questo lungo articolo.

Rispetto alla versione precedente, con la quale condividono molto del design, ogni auricolare integra un doppio driver dinamico per migliorare la resa sonora, mentre tre microfoni promettono di fare lo stesso con la cattura. Le novità più sostanziali riguardano però soprattutto la batteria, che promette 11 ore di riproduzione musicale (7,5 in chiamata) che diventano esattamente il doppio ponendole nel case di ricarica, con supporto wireless e USB-C. In situazioni di estrema emergenza, sono sufficienti tre minuti per riguadagnare un’ora di autonomia. In aggiunta alle opzioni touch già sinora presenti, una pressione prolungata sull’auricolare sinistro permette di avviare al volo lo streaming su Spotify. Manca invece la cancellazione attiva del rumore. Le Galaxy Buds+ saranno in vendita dal 17 febbraio, in bianco o nero, al prezzo di 169€.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.