Spacchettiamo insieme il Galaxy Z Flip: prime impressioni sull’usabiltà

Ero convinto che tutti stessero seguendo la “questione foldable”, ma ieri ho notato che non è così perché in famiglia si sono molto stupiti nel vedere il mio Galaxy Z Flip. Evidentemente i problemi iniziali di questi dispositivi, correlati alla difficoltà di portarli nei negozi, hanno influito non poco sulla loro notorietà nel pubblico più vasto dei non addetti ai lavori. Per noi, invece, sono argomento di discussione già da un annetto, seppure con diversi dubbi sulla loro implementazione e sull’effettiva utilità. A me sembra potenzialmente più interessante la strada tracciata dal Fold e dal Mate X, perché uno smartphone che diventa più grande ti dà effettivamente qualcosa in più. Tuttavia quel tipo di device sembra più complesso da realizzare e credo che al di fuori dei primi esperimenti sia da considerare come una destinazione a lungo termine, che richiederà perfezionamenti su molti ambiti, non ultimo quello dello spessore.

Sembrano invece più attuabili e concreti gli smartphone che si piegano per rimpicciolirsi, anche se in fin dei conti non sfruttano la tecnologia per darci qualcosa in più se non in termini di ergonomia e di comodità nel trasporto. Come tanti ho guardato al Motorola RAZR con un certo interesse, soprattutto perché ho avuto l’originale tanti anni fa e in questi casi l’effetto nostalgia si fa sentire. Ma ho fatto fronte senza troppa fatica alla voglia di acquistarlo per via dei suoi numerosi limiti in termini di specifiche tecniche, fotocamera, display e autonomia. E anche la cerniera, originale e intelligente, ha qualche effetto negativo sull’esperienza d’uso perché lo schermo è leggermente mobile e poco piacevole sotto le dita.

Il Samsung Galaxy Z Flip, al contrario, mi è parso fin da subito un dispositivo più concreto. E non bisogna dimenticare che in un settore del tutto nuovo come questo i tempi giocano un ruolo essenziale. Chi parte prima incorre facilmente in passi falsi ma accumula più esperienza e chi arriva dopo, anche di pochi mesi, si può poggiare sui risultati delle concorrenza. Entrambe queste condizioni hanno favorito attualmente lo Z Flip, su cui Samsung ha profuso quanto appreso con il precursore Fold ed ha superato il RAZR senza troppa fatica con un distacco di pochissimi mesi.

Già al momento della presentazione l’ho considerato il primo foldable che ha senso comprare, con tutti gli asterischi del caso in riferimento al prezzo elevato per le specifiche tecniche. Già perché alla fine dentro è grossomodo come un vecchio S10 che però costa più dell’ultimo S20 Ultra 5G. Come dire: non si fa certo un grande affare a sceglierlo! La considerazione sull’acquistabilità è tutta riferita alla persona che abbia il desiderio e la possibilità di sperimentare questa nuova tecnologia.

Vi faccio un paragone che potrà far storcere il naso, ma è un po’ come il primo iPhone EDGE. E con questo non voglio dire che il suo futuro sarà altrettanto roseo ma soltanto che quando è arrivato costava molto di più dei suoi vecchi rivali anche se sul fronte delle specifiche presentava diverse mancanze. Tuttavia il parallelismo si interrompe bruscamente se si guarda il fattore innovativo, perché l’iPhone introdusse una serie di grandissimi cambiamenti per l’intero settore e per l’utente finale, mentre gli attuali foldable soddisfano più che altro l’aspetto della meraviglia senza un corrispettivo importante in termini di funzionalità. Soprattutto quelli che rientrano nel form-factor dello Z Flip che, diventando più piccolo, non è che ci offra qualcosa in più ma al massimo qualcosa in meno.

Devo ripetermi: credo che il punto d’arrivo più interessante sarà quello in cui si riuscirà a realizzare uno smartphone di dimensioni normali capace di ingrandirsi, ma sembra troppo presto per portare a casa quel risultato nel modo migliore. Dunque ad oggi abbiamo questo Z Flip che è sicuramente l’incarnazione più concreta della tecnologia pieghevole ed è destinato a quegli utenti disposti a spendere più del dovuto per metterla in tasca. E io sono tra questi, perché se tutti gli altri “esperimenti” mi sono sembrati del tutto acerbi, questo mi ha dato una sensazione diversa e più positiva fin da subito. Insomma, ho voluto provarlo e per farlo l’ho acquistato.

Ieri ho registrato un unboxing con qualche prima impressione e anche se so che chi si occupa specificatamente di questo settore lo ha da tempo ed ha potuto già pubblicare persino la recensione, spero che vi andrà di spacchettarlo e riscoprirlo insieme a me. Ho infatti pensato di sfruttare per la prima volta la funzionalità Premiere di YouTube, dunque il video (seppur pre-registrato) andrà online alle 12:00 e in quel momento lo vedremo scorrere tutti insieme con la possibilità di commentare in “diretta”. Mi raccomando, non mi lasciate da solo: venite a farmi un po’ di compagnia anche se non siete dei grandi ammiratori del prodotto in sé. Vi aspetto!

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.