Configurazione dei Mac: nel lungo periodo chi spende di meno ottiene di più

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Quando si acquista un nuovo computer ci si pongono diversi interrogativi. Spesso si hanno dubbi sul modello da scegliere ed ancor più di frequente sulla configurazione da preferire. Relativamente all’ultimo quesito posso solo dire che se avessi un euro per ognuno che mi ha chiesto se sia meglio aumentare CPU, GPU, RAM o disco oggi avrei messo da parte un bel gruzzoletto. A prescindere dai singoli casi c’è una domanda che ho sempre ritenuto errata, ovvero quella di chi mi chiede: vorrei che questo computer mi durasse tanto. Dove per “tanto” alcuni 5 o addirittura 10 anni. La questione in sé è del tutto legittima ma non se l’obiettivo è il risparmio. Alcuni pensano: se porto al massimo la configurazione in fase d’acquisto il computer sarà più longevo, quindi manterrà meglio le prestazioni ed il suo valore nel tempo. Il problema di questo ragionamento è solo uno: non è vero.

È chiaro che a seconda dell’uso che si intende fare di un computer ci sono configurazioni più indicate, così come è logico che alcune opzioni possano essere consigliabili a prescindere. Penso ad esempio all’ultimo MacBook Air 13″ 2020, dove passare dall’i3 dual-core all’i5 quad-core è praticamente un obbligo se consideriamo che l’upgrade in Italia costa solo 50€ e ci darà sicuramente molto di più sia oggi che in futuro (maggiori dettagli). Ma se proviamo un attimo a generalizzare il discorso si noterà che con le varie opzioni hardware della stessa generazione, la forbice delle prestazioni non è mai così elevata come quella che si ottiene tra modelli di anni diversi. Ed è per questo motivo che a chi chiede se conviene prendere il massimo per farselo durare tanto io rispondo di no: conviene acquistare modelli più economici e piazzare un cambio a metà del ciclo previsto.

Spendere di più diventa sconveniente nel lungo periodo

Visto che questa osservazione può sembrare aleatoria e priva di fondamenta, voglio provare a spiegarla con degli esempi concreti. Il mio riferimento sono i computer Apple perché sono quelli che conosco di più e per i quali ho maturato questa convinzione empiricamente, ancora prima di cercare di spiegarla con i numeri. Per motivare quanto sostengo vorrei prendere ad esempio uno dei computer più noti tra i Mac, ovvero il MacBook Pro “grande”. Ed uso questo aggettivo invece della dimensione esatta dello schermo dato che è cambiata nel 2019, passando da 15,4″ a 16″.

MacBook Pro “grande” dal 2016 al 2020

Facciamo un salto indietro nel 2016, momento in cui Apple ha presentato il primo MacBook Pro 15,4″ con porte Thunderbolt 3, in sostituzione del precedente modello Retina. Analizziamo le due configurazioni base e top predefinite, più una terza con le opzioni aggiuntive per CPU e GPU.

MacBook Pro 15,4″ 2016 Base Top Top+opzioni
CPU i7-6700HQ 2,6GHz 4C/8T i7-6820HQ 2,7GHz 4C/8T i7-6920HQ 2,9GHz 4C/8T
Geekbench 5 3201 3261 3410
GPU Radeon Pro 450 2GB Radeon Pro 455 2GB Radeon Pro 460 4GB
Compute OpenCL 10122 12316 17038
RAM 16GB LPDDR3 16GB LPDDR3 16GB LPDDR3
SSD 256GB 512GB 512GB
Prezzo 2699€ 3299€ 3659€

I benchmark non ci dicono tutto – è una cosa che ripeto continuamente – ma sono utili per avere dei riferimenti sintetici su cui basare i nostri ragionamenti. Escludendo tutto ciò che è invariato l’attenzione ricade sul prezzo e sulle prestazioni ottenute grazie a CPU e GPU, da cui possiamo dedurre quanto segue:

MacBook Pro 15,4″ 2016 Base Top Top+Opzioni
CPU 100% 103% 107%
GPU 100% 122% 168%
Prezzo 100% 122% 136%

Si noterà che gli unici valori ottenuti che sembrano consistenti rispetto alla maggiorazione di prezzo sono quelli della GPU, componente che non sempre viene sfruttato dagli utenti (soprattutto considerando che su Mac si usano AMD/Metal e non NVIDIA/CUDA che ha applicazioni concrete in molte attività diverse dalla grafica ed anche per la codifica video). Ciò non toglie che quel 68% in più della Radeon Pro 460 rispetto alla 450 avesse il suo bel peso in fase decisionale, specie considerando che la spesa aggiuntiva del 36% ci dava anche un 7% in più sulla CPU. Basandosi solo su questo, chi doveva scegliere nel 2016 un MacBook Pro 15,4″ poteva avere valide ragioni per aggiungere 940€ ed acquistare il modello top più le opzioni per CPU e GPU.

Non sempre la spesa aggiuntiva è proporzionata ai miglioramenti

In ambito professionale si acquista (o si noleggia) un bene che viene ammortizzato dai ricavi. Inoltre i miglioramenti prestazionali ottenuti dalla spesa in più ci ripagano con risparmio di tempo e maggiore qualità del lavoro, il tutto con un ciclo di rinnovo medio che può essere di 24/36 mesi. Se però si ragiona su tempi più lunghi, basando il proprio acquisto non tanto su quello che ci serve oggi ma sulla prospettiva di un ciclo vitale più lungo (magari di 4/5 anni o persino superiore) allora il rischio è che la spesa aggiunta sia riveli come una gabbia con spiacevoli conseguenze nel lungo periodo. Vediamo di capire perché con qualche altro numero ed esempio concreto.

Diciamo di aver fatto l’acquisto nel 2016, all’uscita del nuovo MacBook Pro 15,4″. Chi ha puntato al top spendendo di più si troverà oggi con un computer migliore. Inoltre ne avrà giovato per tutto il periodo, quindi 4 anni. Il discorso si potrebbe chiudere qui con un’analisi superficiale ma in realtà la situazione è ben più complicata. In primo luogo abbiamo visto che all’incremento di prezzo non sempre corrisponde un miglioramento comparabile. E soprattutto i benchmark sintetici sono una verità parziale che non tiene conto del fatto che non si viaggia sempre al 100%, soprattutto in relazione alla GPU. Motivo per il quale il MacBook Pro 15,4″ Top+Opzioni che costava un 36% in più poteva dare un vantaggio concreto complessivo del 5/10%. È una stima, sia chiaro, ma avendo una certa esperienza posso assicurarvi che la forbice reale con il top “maxato” era questa. Dunque si andava sicuramente meglio ma non c’erano lavori che si potevano fare spendendo di più e che erano impossibili (o così diversi nell’esperienza d’uso) rispetto al modello base.

I nuovi modelli escono sempre

L’altro inconveniente che pesa quando il ciclo vitale previsto per un computer è così lungo è l’uscita di nuovi modelli. In un paio d’anni è difficile assistere a grandi rivoluzioni ma quando si guarda più in là queste sono praticamente una certezza. Ad esempio l’anno scorso è uscito il MacBook Pro 16″ che rispetto al 15,4″ offre tantissimi miglioramenti, anche senza considerare CPU e GPU:

  • schermo più grande e migliore
  • nuovo design termico più efficiente
  • tastiera migliorata e senza problemi di affidabilità
  • Wi-Fi e Bluetooth più moderni
  • Casse e microfoni nettamente superiori
  • Raddoppio di capacità del disco

Ma vediamo anche come sono cambiate le prestazioni, prendendo questa volta in esame solo il modello base per semplicità:

MacBook Pro 16″ 2019 Base
CPU i7-9750H 2,6GHz
6C/12T
Geekbench 5 5429
GPU Radeon Pro 5300M 4GB
Compute OpenCL 23222
RAM 16GB DDR4
SSD 512GB
Prezzo 2799€

A questo punto chiediamoci: passati 4 anni dall’acquisto del 2016, chi ha fatto la scelta migliore? Chi può cioè trovarsi nel 2020 ad ottenere di più con una spesa comparabile? Ovviamente non chi vorrà mantenere ancora il suo vecchio MacBook Pro 15,4″ per ulteriore tempo, dato che il modello base nuovo lo straccia sotto ogni fronte.

Ciò che è nuovo oggi non lo sarà tra 2 anni. E sarà vecchio tra 4

Quindi proviamo ad ipotizzare un cambio del computer dopo questi 4 anni e scopriremo che si troverà più avvantaggiato chi ha preso il base, e non il contrario. Per prima cosa è risaputo che i computer che si acquistano con opzioni tendono a perdere più valore. Questo sia perché le effettive differenze all’origine sono contenute sia perché a parità di prezzo tutti preferiscono un modello nuovo ad uno vecchio, anche se con più opzioni. Per cui i top di gamma si svalutano maggiormente.

Lo potete vedere bene dalla spesa complessiva, la quale nasconde anche un altro vantaggio: quello di poter meglio bilanciare il peso economico delle due uscite nel tempo.

MacBook Pro 15,4″ 2016 Base Top Top+opzioni
Spesa iniziale 2699€ 3299€ 3659€
Valore medio usato ~1500€ ~1800€ ~1900€
Differenza per il 16″ base +1299€ +999€ +899€
Spesa complessiva 3998€ 4298€ 4558€

La lettura più interessante però è un altra e riguarda proprio chi ha preso nel 2016 il modello potente con l’obiettivo di tenerlo per un tempo più lungo possibile. Avendo fatto questa scelta si troverà a dover proteggere di più il suo investimento iniziale di 3659€, ma già dopo 3/4 anni si troverà in svantaggio rispetto a chi ne ha spesi inizialmente 2699€.

In 8 anni sono meglio due computer base che uno top

Questo perché chi ha optato per il modello base nel 2016 potrà cambiarlo con il nuovo modello 16″ nel 2020 spendendo nel complesso 3998€. Si tratta quindi di soli 350€ in più rispetto alla spesa sostenuta da chi ha puntato al top ma che gli daranno oggi la possibilità di usare un computer molto più nuovo con tantissimi vantaggi. Non soltanto perché è cambiato il design, lo schermo, la RAM, le connessioni. Non soltanto perché ha il doppio dello storage e prestazioni nettamente superiori anche rispetto al vecchio top di gamma, ma anche perché si troverà con una batteria vergine e nuovamente coperto da garanzia.

Prestazioni MacBook Pro 15,4″ 2016 maxato MacBook Pro 16″ 2019 base
CPU Geekbench 5 3410 5429
GPU Compute OpenCL 17038 23222

macbookpro13-2016-34

Ovviamente anche chi ha speso di più all’origine può fare lo stesso cambio, ma in questo caso gli costerà circa 600€ in più. In ambito professionale sono cifre minime e che si ripagano ampiamente con i vantaggi ottenuti nel tempo trascorso. Quindi non dico che sia sbagliato optare per i modelli top ma che va fatto solo se quello che si ottiene ci serve oggi e ci offre miglioramenti tangibili nel lavoro fin da subito.

Se invece si punta al massimo perché la speranza è quella di ottenere maggiore longevità, si fa un errore. Numeri alla mano questa strategia non conviene. Ecco perché quando mi chiedete consigli in merito io dico sempre di risparmiare oggi puntando all’essenziale è di mettere in bilancio che quanto si è risparmiato sarà utile per fare un cambio in più durante il ciclo di vita sperato per quel computer. In soldoni: se si ha budget di tot Euro e si vuole un Mac che duri molti anni rimanendo attuale e veloce, è molto meglio spendere 1/3 di meno all’origine ed usare la parte residua più avanti, insieme al valore dell’usato, per passare ad un modello nuovo.

In questo modo la spesa complessiva sarà molto simile ma si avranno tantissimi vantaggi sia sul fronte delle prestazioni che per le nuove tecnologie, ma anche perché si avrà di nuovo una garanzia attiva.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.