iPad Pro: 5 anni indietro… nel presente

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Oggi voglio fare un esperimento insieme a voi, scaturito da una discussione nei commenti di un altro articolo. Parliamo di iPad e del suo lento avvicinamento al mondo desktop degli ultimi anni, avvenuto con maggiore apertura del file system, lettura di pendrive, un OS dedicato, tastiera, pencil ed ora anche mouse.


Apple e Microsoft, le due aziende che hanno il monopolio dei sistemi operativi desktop (consumer), hanno pensato ad un approccio completamente diverso per il mondo mobile. Anzi, più precisamente per quella che Jobs definì come era Post PC. Il Post Mainframe, se vogliamo usare un termine analogo, sono stati proprio i PC ed è sicuro che, presto o tardi, anche questi verranno soppiantati da qualcosa di ulteriormente evoluto (o involuto, dipende dai punti di vista) nel personal computing. E non è forse già in corso questo cambiamento? Tantissime persone riescono a fare quasi tutto quello di cui hanno bisogno con lo smartphone, infatti questi continuano a guadagnare terreno mentre i PC perdono quota anno dopo anno (i Mac, in realtà, sono in controtendenza). L’idea di Microsoft di avere un OS coerente tra desktop e mobile può sembrare banale o sorprendente a seconda di chi la giudica, ma c’è una cosa che bisogna considerare: in quel di Redmond erano quasi obbligati a questa scelta. Se in ambiente desktop sono ancora i leader indiscussi (parliamo di diffusione), per quanto riguarda gli smartphone hanno la fetta più piccola della torta, con uno share che in molti paesi non arriva a due cifre dovuto rassegnarsi a gettare la spugna. Si sono quindi trovati ad avere una posizione forte da un lato e molto debole dall’altro, per cui non potevano che cercare di sfruttare il proprio vantaggio in ambito desktop per dare “un senso” ad un ambiente mobile scarsamente diffuso e con un ridotto appeal.

Apple, dal canto suo, è riuscita a creare una piattaforma mobile florida, diffusa ed apprezzata in tutto il mondo. Ciò l’ha messa in una condizione decisamente più ottimistica circa il futuro del personal computing e per questo gli iPad hanno montato fin da subito iOS e non OS X macOS. I suoi tablet sono nati come evoluzione dell’iPhone e non come involuzione dei Mac. Certo si può asserire che iOS sia un sistema operativo con funzionalità ridotte rispetto OS X macOS, ma la verità è che sono semplicemente diversi. Una cosa che ripeto ormai da anni è che il connubio iPad+iOS mi riporta alla mente il mouse e le prime interfacce grafiche per computer. Al tempo, quando tutti noi eravamo abituati ad avere davanti uno schermo nero con testo bianco (o verde) e dovevamo impartirgli comandi da tastiera, abbiamo visto le UI come una eccessiva semplificazione dell’uso del computer. Non potete immaginare quanti esperti del settore vedevano con disappunto le interfacce grafiche e il mouse, ritenendo che per usare veramente un calcolatore si dovesse disporre di opportune conoscenze per lavorare da riga di comando. Per certi versi è ancora così, perché ci sono alcune cose che si fanno solo (o meglio) in quel modo, ma con i nuovi strumenti di input e le interfacce grafiche, i computer sono sì diventati più semplici ma hanno anche reso possibili tutta una serie di usi completamente nuovi.

Pensate solo alla computer graphics: come mai sarebbe potuta esistere con uno schermo in bianco e nero e la tastiera come unico dispositivo di input? iOS rappresenta per OS X macOS la stessa cosa: offre minor controllo rispetto al sistema operativo desktop, ma ha un livello di interazione che lo pone su un piano completamente nuovo grazie a touch, giroscopio, GPS, connessione dati, bussola, fotocamera e tutto quello di cui smartphone e tablet oggi dispongono. Ecco perché Apple punta a far evolvere iOS e perché questo potrebbe effettivamente essere l’unico sistema operativo conosciuto dai nostri figli in un futuro più o meno lontano, così come la maggior parte degli attuali ventenni non conoscono il DOS.

L’iPad Pro è solo un altro tassello verso la maturità della piattaforma, una ulteriore conferma che a Cupertino vedono seriamente possibile l’emancipazione dai PC per la massa ed una spiegazione del perché puntino così tanto su questi dispositivi. Per molto tempo ancora ci sarà chi avrà bisogno di un computer fatto e completo, così come ancora oggi si continua ad usare la linea di comando in alcuni ambiti, ma c’è una rivoluzione dietro l’angolo e sarà capeggiata da chi per primo troverà la formula adatta per il prossimo step. E non è forse Apple quella più vicina a questo risultato?

Sarebbe quasi un sogno per me un iPad che collegato a mouse, tastiera e monitor faccia girare OS X macOS, ma questo solo perché il mio punto di vista è viziato dal background culturale e dal fatto che ho ancora bisogno di un computer desktop. Io credo che chi si trova nella mia stessa condizione non abbia gli strumenti adattati per poter “capire il futuro”. Mio figlio, che oggi ha 18 mesi 6 anni, già dimostra di avere più affinità con iOS e se questo crescerà insieme a lui probabilmente non avrà mai bisogno di un Mac.


Il testo che vedete qui sopra in corsivo è tratto da un mio articolo del 2015, pubblicato alcuni giorni dopo la presentazione del primo iPad Pro e prima che lo avessi potuto provare. Non si parla infatti del dispositivo in sé ma della strada che sembrava tracciarsi. Avrete notato nel testo alcune cancellazioni che ho dovuto inserire perché da quel momento sono cambiate essenzialmente tre cose:

  1. Microsoft è passata dall’avere un sistema operativo mobile poco diffuso a non averlo affatto
  2. Apple ha rinominato OS X in macOS
  3. Mio figlio non ha più 18 mesi

Se escludiamo i punti 2 e 3, che non hanno nulla a che vedere con l’argomento di discussione, il fatto che MS abbia deciso di portare i remi in barca con Windows Mobile è stata solo una conferma del trend che già si discuteva. Dunque sono passati cinque anni ma è davvero cambiato qualcosa? Le riflessioni qui espresse sono profondamente legate al mercato che viaggia più veloce in assoluto, ovvero quello tecnologico, ma la visione d’insieme delle diverse strategie mobile è sempre quella. Anzi, dato che Microsoft ha scelto una strada conservativa si ritrova a migliorare le cose stando ferma sui suoi piedi, mentre Apple con iPad ha iniziato a fare alcuni di quei passi che avevo messo nel condizionale di chiusura

se questo (iOS) crescerà insieme a lui (mio figlio) probabilmente non avrà mai bisogno di un Mac

Lo sta facendo lentamente se possiamo leggere come attuali parole di cinque anni fa, ma ogni step gli sta consentendo di recuperare terreno rispetto ai computer desktop senza perdere la sua originale natura mobile/touch. Quest’ultima affermazione può sembrare in conflitto con l’arrivo del mouse, ma non è così.

Per andare avanti non bisogna rinnegare il passato, perché vorrebbe dire che non ci ha insegnato nulla. Apple ha inaugurato un nuovo modo di concepire il personal computer dotato di un sistema operativo più amichevole ed alla portata di tutti. È questo che caratterizza l’iPad e non gli strumenti utilizzati per raggiungere lo scopo. Questi ultimi possono cambiare (il tocco), evolversi (pencil) e persino rimanere immutati (mouse) a seconda della direzione evolutiva che si intraprende. Dunque utilizzare un dispositivo di input vecchio di 50 anni su iPad non significa che ha perso “innovatività” ma che è cresciuto così tanto da poter tentare la sfida definitiva al desktop sull’unico aspetto in cui è sempre stato superiore: la produttività.

Alcuni ritengono che io non apprezzi gli iPad perché più volte ho ripetuto (e lo faccio anche ora) che non riesco ad usarli per il mio lavoro. E in effetti è così anche oggi, perché se lavoro su una scrivania con un iMac Pro, 2 schermi, 48TB di dischi connessi, scheda audio, tre dock, masterizzatore, microfono, casse, cuffie e sonda colore… beh, ci sarà un motivo no? Tuttavia questo non mi porta a non vedere le cose nella giusta prospettiva e, anzi, avendo già vissuto in prima persona il passaggio dalla linea di comando alle interfacce grafiche, vi assicuro che riconosco quando arriva un cambiamento e sono tutt’altro che restio ad abbracciarlo appena possibile. Quindi bene per l’iPad che cresce e bene anche che lo faccia senza timore di sfruttare dispositivi essenziali solo perché sono “già noti”. Aspetto solo il giorno in cui la mia postazione di lavoro potrà essere mossa soltanto da un tablet, perché sarà un bellissimo giorno.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.