Negli USA Apple si prepara a pagare fino a 500 milioni di $ come risarcimento per il Batterygate

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Sembrava una vicenda relativamente sopita, il cosiddetto Batterygate. Esplosa a fine 2017 in seguito a vari approfondimenti su un degrado delle prestazioni negli iPhone con batterie non più nel pieno della loro efficienza, ha avuto vari strascichi, inclusi accorgimenti software in iOS per dare facoltà all’utente di disabilitare queste limitazioni, un programma di sostituzione batterie a prezzi calmierati per tutto il 2018 ed una multa da parte della nostra antitrust. Dal punto di vista giudiziario, però, la vicenda è andata parecchio avanti, soprattutto negli USA dove una class action ha portato in tribunale l’azienda di Cupertino per ottenere un risarcimento. Stando alle ultime novità, esso è destinato ad arrivare presto.

A riportarlo è la Reuters, sulla base dei dettagli rivelati lo scorso venerdì. Si tratta ancora di un accordo preliminare, soggetto all’approvazione definitiva del giudice distrettuale Edward Davila di San Jose. La difesa della propria posizione da parte di Apple, che non ritiene di aver agito in malafede, non sarebbe stata ritenuta sufficiente, facendo così prevalere le argomentazioni del gruppo di consumatori che ha promosso l’azione legale, che invece hanno sostenuto di essere stati ingannati dal meccanismo di throttling introdotto a partire da iOS 10, convincendoli a cambiare dispositivo o sostituire la batteria anche se la perdita di capacità non era così marcata da rendere obbligatoria l’assistenza. La proposta di accordo sarebbe infine stata avanzata proprio da Apple, per evitare un incremento delle spese legali nel prolungare la battaglia.

La cifra finale dell’indennizzo dovrebbe attestarsi attorno ai 500 milioni di $, spese legali incluse, con una base minima di 310 milioni: il totale finale sarà determinato dal quantitativo di unità idonee al risarcimento. I modelli principalmente coinvolti sono iPhone SE, 6s e 6s Plus, che sono stati soggetti al potenziale throttling a partire da iOS 10.2.1; rientrerà anche una parte di iPhone 7 e 7 Plus, su cui era stato installato iOS 11.2 prima del 21 dicembre 2017. L’emolumento per singolo dispositivo è stato calcolato a $25, una cifra perlopiù simbolica ma ritenuta comunque ragionevole dagli avvocati dell’accusa. In questo caso l’obiettivo sembra essere perlopiù provare la colpevolezza di Apple nell’applicare un meccanismo troppo aggressivo senza alcuna forma di controllo manuale per l’utenza, almeno finché la vicenda non ha assunto i connotati pubblici cui abbiamo assistito.

Questa sentenza, se confermata, potrebbe però essere il male minore per Cook e soci. A fine gennaio parlammo dell’intenzione da parte della Commissione Europea di puntare su una singola tipologia di connettore per la ricarica, contrapponendo USB-C e Lightning: in base alla documentazione trapelata alcuni giorni fa, l’UE potrebbe anche spingersi ben oltre imponendo per tutti i futuri smartphone venduti sul suo territorio l’utilizzo di batterie liberamente rimovibili e sostituibili dagli utenti. Trattandosi di una bozza potrebbe essere scartata, come senz’altro sperano non solo in Apple ma pure altrove; nell’eventualità che invece andasse avanti e ponendo un plausibile periodo transitorio, aprirebbe un’interessante situazione in cui le conseguenze sul piano progettuale sarebbero tutte da osservare.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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