Gurman: Mac con processori ARM dal 2021 e le altre novità in arrivo nei prossimi mesi

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Le bombe di Mark Gurman. Parafrasando il nome di una nota pagina Facebook dedicata al Presidente del Consiglio, non si può non riferirsi così agli ultimi leak diffusi dal noto reporter di Bloomberg, scuola 9to5Mac, che corroborano in larga parte le indiscrezioni già circolate negli scorsi mesi. Vediamole nel dettaglio, iniziando da quella più importante, destinata a dare il via ad una nuova transizione di piattaforma per i Mac.

2021: l’anno dei Mac con processori ARM

Se ne parla da anni e il tempo sembra ormai giunto: Apple è pronta a salutare definitivamente Intel dopo il sodalizio incominciato nel 2005, anno in cui Steve Jobs e Paul Otellini annunciarono che di lì a qualche mese sarebbero stati commercializzati i primi Mac basati sui chip di Santa Clara. La decisione sembra essere maturata negli ultimi anni, ed è dovuta, per qualche stana coincidenza del destino, a una situazione similare a quella del 2004, ossia di una sorta di stagnazione dello sviluppo di nuovi e performanti processori. Se nel 2004 era IBM ad avere difficoltà nello spingersi oltre nelle prestazioni contenendo al tempo stesso i consumi (motivo per cui non arrivarono mai i G5 sui PowerBook), oggi è Intel che sembra essere davanti a problemi simili. I processori ARM, in particolar modo proprio quelli sviluppati da Apple per i propri iDevice, hanno mostrato più di una volta di non avere granché da invidiare ai modelli x86, specialmente quelli laptop, in termini di potenza (ovviamente fatti i dovuti distinguo attuali in termini di software e campi d’utilizzo), il tutto con requisiti energetici sensibilmente inferiori.

Secondo il report di Gurman, il progetto di transizione, denominato internamente Kalamata, avrebbe portato già nel 2018 a realizzare prototipi di Mac basati su una variante del chip A12X e con macOS in esecuzione. Tuttavia la fase commerciale partirà solo dal prossimo anno, con una variante del processore A14 che vedremo in iPhone 12. I due A14, che a mio avviso saranno differenziati da un nome commerciale leggermente diverso come già accade per i SoC di iPad, condivideranno lo stesso processo produttivo a 5 nanometri e saranno caratterizzati da 4 core ad alte performance, nome in codice Firestorm, e da altri 4 ad alta efficienza energetica, denominati Icestorm. Da non sottovalutare poi che i SoC ARM permetteranno pure di introdurre sui Mac le GPU proprietarie, abbandonando le Intel Iris. I SoC dovrebbero essere prodotti, come sempre, da TSMC che, ovviamente, ha rifiutato di commentare la notizia.

Il primo Mac a sfruttare la nuova architettura dovrebbe essere un portatile, forse proprio il successore spirituale del MacBook da 12″. Ciò consente sia di tastare le acque, evitando una transizione troppo brusca, sia perché i SoC ARM hanno ancora necessità di qualche tempo prima di raggiungere le performance dei chip di fascia alta, soprattutto nella prospettiva dell’arrivo sui modelli desktop. Processori con 12 core ed oltre sarebbero a tal proposito già in fase di sviluppo, per prepararsi al momento opportuno di una diffusione più massiccia. L’uso dei SoC realizzati in casa dovrebbe consentire a Cupertino non solo di svincolarsi dalla ormai proverbiale lentezza di Santa Clara, definendo la propria politica di aggiornamento dei computer, ma anche di ottimizzare ulteriormente Catalyst per la conversione delle app da iOS / iPadOS a macOS, con quest’ultimo che continuerebbe a godere di un ciclo di sviluppo tutto suo rimanendo indipendente dal cugino mobile.

iPhone 12

Le informazioni che seguono sono state invece fornite da Gurman in una diretta Periscope. Si parte con iPhone 12 che, oltre al già accennato SoC A14, mutuerà anche il form factor da iPad Pro, il che probabilmente andrà a far ricordare il caro e vecchio iPhone 5 soprattutto ai lati. La capsula auricolare sarà spostata sul bordo superiore, di modo che il notch possa avere una minore estensione e diventare così meno invasivo per la gioia dei suoi detrattori. In linea ad altre indiscrezioni già pervenute, il giornalista ha inoltre riferito che nei piani di Cupertino sono previsti 4 modelli: i primi due, con display da 5,4″ e da 6,1″, succederanno agli iPhone 11, mentre la seconda coppia, con schermo da 6,1″ e 6,7″, costituirà i nuovi Pro. La prossima lineup supporterà la connettività 5G, mentre per i Pro sarebbe previsto l’arrivo dello stesso sensore LiDAR di iPad Pro e un refresh di 120 Hz per gli schermi.

Un nuovo iMac

È dal 2008 che Apple non cambia il design di iMac: per carità, rimane sempre bello e iconico, ma ci sono alcuni dettagli, come i cornicioni, che lo fanno sembrare ormai vintage. Gurman non commenta riguardo il rumoreggiato aumento delle dimensioni del display sul modello base, che passerebbero da 21.5″ a 23″, ma ha confermato che Apple è intenzionata a modificare il design. Non si è sbilanciato su ulteriori dettagli, ma una mia piccola speranza è che il nuovo design ricalchi o quello di iMac G4 o, in senso contrario, quello del Pro Display XDR.

MacBook Pro da 14″, HomePod, AirTags e Apple Watch

In chiusura della chiacchierata, Gurman ha dichiarato che presto vedranno la luce un MacBook Pro da 14″, con un design similare a quello del fratello maggiore da 16″ e dotato di tastiera a forbice, e un HomePod mini (ci sarebbe addirittura un intero team interno ad Apple al lavoro su un rilancio, anzi, salvataggio, del dispositivo). Novità anche per Apple Watch, che dalla versione 6 si occuperà pure del monitoraggio del sonno (sperando quindi che migliorino ulteriormente la durata della batteria) e per la Apple TV, che riceverà un aggiornamento hardware ma non supporterà i video in 8K. AirTag, il tracker per oggetti di Cupertino, dovrebbe essere lanciato entro quest’anno con una connotazione premium, tanto che avrà in dotazione una custodia in pelle. Nella stessa finestra temporale vedranno la luce anche le cuffie over-ear modulari.

One More Thing

A quanto pare, AirPower non sarebbe morto: secondo Gurman, Apple starebbe studiando il modo per ovviare ai problemi di surriscaldamento riscontrati sui prototipi della prima versione. Il giornalista si è rivelato fiducioso in tal senso, allineandosi così ai report provenienti da Ming-Chi Kuo e Jon Prosser, ma al contrario di quest’ultimo ha smentito categoricamente che Xcode vedrà la luce su iPadOS. Il buon Mark ha infine espresso scetticismo sulla possibilità che venga lanciato in futuro un iPhone col Touch ID collocato sotto lo schermo.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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