Il futuro di iPadOS secondo me: ecco come potrebbe cambiare tutto

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iPadOS è qui e lo è per restarci. Alla WWDC 2019, Apple ha voluto dare un messaggio chiaro, dopo fin troppi anni d’indecisione: il software reggerà meglio il passo dell’hardware, con iOS che si sdoppia per offrire esperienze d’uso specifiche per tablet. Alle crescenti potenzialità dei SoC di Cupertino, per troppo tempo non sono corrisposte quelle del sistema operativo e delle app, bloccando il vero potenziale dell’iPad come alternativa ai portatili tradizionali. Adesso non sarà più così: a distanza di 10 anni dal primo esemplare è iniziata una nuova era, per la gioia degli attuali utenti ma anche di quelli futuri, specialmente Pro.

Il supporto migliorato a mouse e trackpad introdotto nella 13.4 è solo un esempio, ma in che modo potrebbero evolversi iPadOS 14 e successivi per realizzare la visione di Apple in questo secondo decennio del suo prodotto? Da utente soprattutto di macOS ma che potenzialmente non escluderebbe a priori un futuro switch ad iPad, provo ad esporre alcune idee.

Una vera e propria scrivania, o quasi

Con iPadOS 13, la schermata home ha conquistato un po’ di vivacità. Si possono inserire più icone di app nella stessa pagina e scorrendo da sinistra vero destra è possibile affiancare i widget. Resta in ogni caso alquanto lontana dall’essere una vera e propria scrivania, come quella di macOS, ma anche rispetto a quanto permette Android (che su tablet è ben lungi dall’essere all’altezza, al punto che persino i siti specializzati si trovano costretti a consigliare iPad). Coi rumor recenti su iOS 14, che parlano di una lista ad elenco per le app e i widget da posizionare nella schermata home insieme al resto, potrebbe essere l’occasione giusta per fare il salto di qualità.

Perché non permettere d’inserire anche collegamenti a file e cartelle? Cercando online, esistono già degli adattamenti attraverso Comandi che permettono cose del genere, ma appunto nulla che arrivi al livello nativo. Basterebbe aggiungere l’opzione “Aggiungi alla schermata home/scrivania” nei menu contestuali di File per integrare l’alias, contrassegnato dalla classica freccina nell’angolo in basso a sinistra dell’icona, nella propria schermata home in qualsiasi punto della griglia invisibile (il che permetterebbe quindi di lasciare pure spazi vuoti) e sempre nel rispetto delle due opzioni di grandezza disponibili per le icone. Anzi, nella mia visione potrebbe esserci spazio per una terza visuale con un numero maggiore di icone massime, fra poco mi spiegherò meglio. Il passaggio da orizzontale a verticale e viceversa cercherebbe di mantenere quanto più possibile il layout tra le due modalità, anche se questa potrebbe essere una bella gatta da pelare. Ulteriori icone si potrebbero mettere creando più pagine come ora (o creando scrivanie virtuali aggiuntive, ma ritengo che su un sistema senza le finestre tradizionali come iPadOS sarebbero una complicazione senza sbocco pratico).

Volendo, in linea a quanto fattibile su macOS, collegamenti a file e cartelle, potrebbero essere inseriti pure all’estremità destra del Dock, con le opzioni a pila o ventaglio. Come già detto, si tratterebbe di alias, che se rimossi non cancellerebbero pure i file.

Ritorno dunque un attimo sulla mia visione per i layout a diversa grandezza di icone. Nello stato attuale, se si opta per la visuale “Più piccole” sarà possibile inserire fino a 30 icone (Dock escluso) nella schermata home, più eventualmente rendere sempre visibile la sezione dei widget sulla sinistra, che restringe lo spazio tra le icone. Se potessimo però inserire i widget in un qualsiasi punto, inserendone di nuovi attraverso le Impostazioni (anche con un collegamento rapido, come su Android, tenendo premuto in un punto vuoto della home) a che pro avere un’area del genere? Ecco che si creerebbe margine per un terzo layout, un nuovo “Più piccole”, che arriverebbe potenzialmente a 9×5 massimi (9 icone a riga su 5 righe, totale massimo 45) o, con un po’ di sforzo in più nel design, anche a 10×6 (10 icone a riga su 6 righe, totale massimo 60). Funzionerebbe meglio in orizzontale, ma sarebbe fattibile pure in verticale se si considera come siamo già abituati su iPhone a vedere una griglia ancor più condensata nello spazio tra un’icona e l’altra, senza creare problemi nel lancio della giusta app.

A proposito di app, dove si collocherebbero in questa nuova scrivania? Volendo, anche quelle potrebbero diventare alias, ma esiste già il Dock per questo e penso di avere un’alternativa migliore per gestirle tutte.

Launchpad, ma per iPad

Mi ricollego qui al rumor della vista ad elenco in iOS 14, che su iPhone sarebbe senz’altro comoda, ma su iPad non avrebbe molto senso visto l’ampio spazio a disposizione per le icone. Perché non sfruttare ciò prevedendo l’inserimento del Launchpad? In sostanza, sarebbe qui il Mac a restituire il favore al fratellino. Con OS X Lion, il Launchpad era stato introdotto proprio per fornire una gestione delle app installate che ricalcasse quella degli iDevice, inclusa la creazione di cartelle per raggrupparle meglio. Con una scrivania come quella prospettata nel capitolo soprastante, diventerebbe ora utile invece ad iPadOS, assumendo in sostanza il ruolo che aveva la schermata home attuale. Attraverso una gesture o un’icona all’estremità sinistra del Dock, si entrerebbe in tale visuale, dove si potrebbero lanciare le applicazioni, cercarne una attraverso il campo dedicato in alto, riordinare, organizzare in cartelle e/o su più pagine ed eliminare il superfluo. Per uscire dal Launchpad senza aprire alcuna app, sarebbe sufficiente toccare una parte vuota.

Perché aggiungere un passo in più per lanciare un’app? In fondo, ora ce le abbiamo a portata di mano sulla schermata home, questo comporterebbe un ulteriore tap o click, a seconda dell’interazione compiuta. Questo è vero, ma ritengo che sarebbe un compromesso più che accettabile. Una scrivania con collegamenti rapidi a file e cartelle la renderebbe decisamente più versatile, inserendo un elemento classico all’interno di un paradigma moderno. Inoltre, davvero c’è la necessità di avere sempre tutte quelle icone a portata di mano? Le app più utilizzate possono essere inserite nel Dock, ma volendo pure come alias sulla scrivania. Alla fine, il sacrificio del tap aggiuntivo verrebbe ricompensato da un’esperienza d’uso molto più avanzata.

Centro notifiche e controllo: piccoli passi per iPadOS, grandi passi per la (multi)utenza

Veniamo ora ai due centri, quello per le notifiche e di controllo. Per il primo, ritengo che nella forma attuale su iPad appaia come uno spreco di spazio, coprendo tutto lo schermo in una piccola parte centrale. Motivo per cui lo ripenserei occupando temporaneamente quella porzione dello schermo sfumando il resto finché non si preme su una notifica o si esce dal centro. Per intenderci, come avviene in macOS attraverso l’icona dedicata, ma sul lato opposto.

Più funzionale invece il discorso sul centro di controllo, che si sposerebbe con un’altra novità ormai pressoché necessaria su iPad: la multiutenza. Apple ha concepito a lungo questo prodotto come personale, ognuno dotato di un proprio tablet in casa. Un concetto comprensibile e che in larga parte regge tutt’oggi, ma soprattutto sui modelli non Pro, in sostanza quelli meno costosi, che di rado sostituiscono i portatili tradizionali. Chi punta ad iPad Pro, invece, spesso vuole farlo proprio per sopperire ad un laptop ed è probabile che non abbia intenzione di prenderne altri per ogni componente della famiglia. Questo, unito al crescere dello spazio disponibile (per evitare problemi si potrebbe legare la funzionalità ai modelli con almeno 64 GB), rafforza la necessità di avere un proprio spazio su un computer condiviso, proprio come sui sistemi operativi classici e anche su Android, che già da anni supporta la presenza più profili utente. Penso pure ai contesti scolastici o lavorativi, dove già oggi Apple offre una forma ancora un po’ abbozzata di multiutenza e che così facendo offrirebbe al singolo utente la possibilità di separare efficacemente dovere e piacere. Come su Mac, si potrebbero fare utenti amministratori e limitati, con l’ausilio dei controlli parentali se necessario.

Ipotizzando l’introduzione della multiutenza, è facile pensare ad una schermata di accesso molto simile a quella di macOS all’attivazione dell’iPad, con l’uso di password, PIN e/o autenticazione biometrica (Face ID o Touch ID). Ma per passare da un utente all’altro? Ci suggerisce tvOS come farlo. La tredicesima versione ha introdotto su Apple TV la possibilità d’inserire più utenti, ognuno con le proprie preferenze ed app, e lo switch avviene attraverso il centro di controllo. Lo stesso si potrebbe fare su iPadOS, con le immagini utente collocate nella parte superiore del centro, sopra tutti gli altri controlli rapidi. Il passaggio non comporterebbe il logout, cosicché ognuno si ritroverà al punto in cui aveva lasciato il tablet. Subito sotto verrebbero collocate le opzioni per bloccare o spegnere l’iPad, anche qui “congelando” app e contenuti aperti. Ciò avrebbe anche una comodità aggiuntiva quando l’iPad è collegato ad una cover con tastiera, non rendendo più necessario lo spegnimento tenendo premuto il pulsante a lato (che in ogni caso resterebbe sempre fattibile).

Il semaforo non l’avevo considerato

Passiamo ora ad un altro ambito di iPadOS che potrebbe ricevere migliorie: la gestione di più app a schermo. Mi trovo sostanzialmente concorde con l’analisi di MacStories, che propone l’utilizzo dei menu contestuali per rendere meno macchinoso il passaggio alle modalità Split View o Slide Over. Mi viene però da pensare: non si potrebbe ottenere un identico effetto anche introducendo un elemento familiare di macOS, ovvero il semaforo? Premendo sul rosso si chiude la finestra dell’app; il giallo riduce ad icona nel Dock; il destro ridimensiona o, a partire da Catalina, mostra le opzioni aggiuntive di suddivisione a schermo. Nel caso di iPadOS, potremmo pure ridurre la questione ai soli pulsanti rosso e verde, che specialmente se collocati in verticale nella parte superiore delle app non ruberebbero granché spazio agli elementi. In questo caso il rosso non chiuderebbe l’app, ma si comporterebbe in modo più vicino al pulsante giallo sul Mac nascondendo solo la finestra aperta, richiamabile in qualsiasi momento tramite Exposé (dove invece sarebbe presente la X per la chiusura effettiva). Il verde, invece, aprirebbe automaticamente il menu contestuale per spostare l’app da un lato all’altro, portarla a tutto schermo oppure in Slide Over.

L’introduzione in iPadOS del semaforo, o “mini-semaforo”, potrebbe inoltre risolvere un altro problema della corrente iterazione: la difficoltà nello stabilire l’applicazione attiva. Come in macOS, qualora un’app a schermo non fosse più in uso attivo i pulsanti diventerebbero grigi, colorandosi nuovamente quando ritorna al centro dell’attenzione. Potrebbe inoltre essere un’occasione per aggiungere al Dock l’indicatore delle app aperte, il piccolo pallino sotto la loro icona, così da far capire quali hanno ancora finestre attive senza richiamare Exposé, nonché rendere sempre visibile la barra stessa per lo switch rapido (l’app si contrarrebbe nella sua parte inferiore in modo da non sovrapporsi).

Vogliamo provare a risolvere un’altra questione, già che ci siamo? Su iPad è possibile usare anche le app non ottimizzate per tale dispositivo, ad esempio Instagram, nelle stesse dimensioni che avrebbe su iPhone o in una forma ingrandita 2x adattata dal sistema. Invece di lasciare tutto quello spazio nero attorno, perché non farle aprire di standard in Slide Over, almeno quando usato in orizzontale? Ciò permetterebbe d’implementare anche app stesse di Apple mai portate su iPad, come la Calcolatrice. In fondo, per fare dei calcoli non sarebbe necessario occupare l’intero schermo.

Un supporto multi-schermo completo

Con un iPadOS rafforzato, viene naturale la voglia di pensare a funzionalità avanzate come il multi-schermo. A Cesare quel che è di Cesare: gli iPad sono in grado di farlo già da tantissimo tempo. Tuttavia, chi ha provato AirPlay Mirroring si sarà scontrato con la realtà dei fatti: è più un adattamento sul grande schermo che un utilizzo efficiente, col mantenimento del formato 4:3 nativo e le barre ai lati. Oltre a ciò, nell’implementazione attuale viene ignorata la presenza di mouse o trackpad. In futuro, sarebbe auspicabile che la modalità multi-schermo di iPadOS si adattasse automaticamente alla risoluzione del display secondario, eliminando le antiestetiche barre nere e sfruttando la natura “resolution independent” delle app. Cosa che sarebbe possibile nel momento in cui c’è collegato un mouse con il quale raggiungere i controlli anche sul display esterno, che potrebbe quindi essere anche una estensione e non soltanto più un duplicato. Eviterei però di andare oltre, rendendolo una scrivania secondaria, per lo stesso discorso di scarsa praticità già osservato più sopra per i desktop virtuali.

L’app che dico io

Qui diciamo che sembra più questione di quando che di se. Già da diverso tempo le indiscrezioni suggeriscono la possibilità futura d’impostare in iOS e iPadOS app predefinite diverse da quelle di sistema, al fine non solo di dare un’ulteriore possibilità di scelta agli utenti ma anche di alleggerire la posizione di Apple al cospetto delle autorità che stanno indagando su presunti abusi di posizione dominante attraverso l’App Store, prediligendo il proprio software a scapito di quello terzo. Questo discorso non ha mai riguardato macOS, dove si può cambiare al volo il browser predefinito attraverso le Preferenze di Sistema e cambiare l’app associata ad ogni tipo di file attraverso il pannello “Info su” del Finder. È facile immaginarsi che opzioni del genere, coinvolgendo le principali tipologie di app, possano essere inserite in Impostazioni, come sottosezione di Generali o in una sezione principale dedicata.

iPad avrà tutto, anche la macchina del tempo (non del caffè)

Altro prestito dal Mac potrebbe essere Versioni. In realtà, già esiste su iOS e iPadOS, come si può vedere nel soprastante screenshot ufficiale di Apple. C’è però una limitazione piuttosto marcata: al contrario di macOS, qui agisce solamente utilizzando iCloud Drive e non contempla pure le modifiche locali. Cosa che invece dovrebbe essere possibile per completare la funzionalità, almeno sugli iPad dai tagli d’archiviazione più generosi, sfruttando gli snapshot di APFS che, invece di salvare ogni volta copie dei file modificati, conserva solo le modifiche apportate al file principale riducendo lo spazio occupato. Per distinguere le modifiche online da quelle offline, sarebbe sufficiente l’icona di una nuvola accanto alle prime. Infine, per ovviare al supporto da parte delle singole app, si potrebbe aggiungere in File l’opzione “Versioni” al menu contestuale per file e cartelle, lasciando così al sistema operativo il compito di gestirle.

Ma ci si potrebbe spingere oltre e pensare a Time Machine, a compendio del backup completo tramite iCloud. Ciò taglierebbe un altro dei rimasugli di legami con PC e Mac, dato che i contenuti di iPad potrebbero essere salvati su un mezzo d’archiviazione esterno per l’eventuale recupero rapido in caso di ripristino dell’unità o passaggio al nuovo. Il backup potrebbe avvenire attraverso Impostazioni, mentre la navigazione nel tempo si effettuerebbe da una sezione dedicata di File, con le opzioni necessarie per ripristinare uno o più specifici contenuti se non intere cartelle.

Dimostrare pienamente la vocazione Pro

Qui il discorso è abbastanza semplice: iPad Pro richiede applicazioni Pro. C’è chi ci crede, come Adobe con Photoshop, ma pure LumaFusion,ad esempio. Il problema è che non sembra esserci proprio Apple. Capisco che utilizzare Catalyst non sarebbe attualmente possibile per progetti complessi come Final Cut e Logic, ma possibile che per un’azienda dall’ampia disponibilità di cassa e capitale umano non risulti possibile creare versioni iPadOS di queste app? Non sarebbe necessario che pareggiassero in toto le potenzialità delle controparti Mac, almeno inizialmente, ma il messaggio positivo arriverebbe già se fossero superiori ad iMovie e GarageBand. Il perfezionamento seguirebbe poi negli anni successivi.

Ho chiesto troppo? Forse sì. Ho chiesto di trasformare iPadOS in macOS? Forse sì. Ma forse anche no. Tutto quanto richiesto tiene comunque conto della natura non tradizionale del sistema operativo, immaginando l’adattamento ottimale di tali funzionalità classiche, senza stravolgimenti né storpiature. Spero almeno di aver centrato questo obiettivo. Sul chiedere troppo, ciò vale soprattutto pensando ad iPadOS 14, sperare di vedervi tutto quanto sopra auspicato sarebbe utopistico e magari anche controproducente. Come già osservato ad inizio articolo, con iPadOS 13 si è solo dato il via ad un percorso che durerà diversi anni. Il rischio di cannibalizzare i MacBook ci sarebbe, ma presto o tardi la scelta si presenterà comunque. Tanto vale, perciò, lavorare di anticipo con la lista dei desideri.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.