Il limite fissato da Apple che divide l’iPad Pro da un MacBook è principalmente uno: il sistema operativo. Certo ci sono numerose differenze sul fronte hardware, tra cui la più nota risiede nell’architettura del processore, ma in termini di prestazioni ormai il tablet non ha nulla da temere. Al contrario: supera persino molti portatili e non ha bisogno di un sistema di dissipazione del calore. Da qui tutte le speculazioni sul possibile arrivo di un Mac basato su un SoC ARM, di cui ho discusso in questo video.
Al netto della necessità di realizzare un ponte tra i due ambienti, le capacità hardware dell’iPad Pro rimangono nettamente superiori a quelle delle macchine basate su Intel con medesimi consumi. Al punto che anche con emulatori software (notoriamente lenti) sono riusciti a far girare su iOS un sistema operativo desktop come OS X Leopard. Il tutto è stato realizzato tramite QEMU, un’app open source installabile su iPad senza jailbreak seguendo le indicazioni presenti in questa pagina. Lo stesso metodo consente di installare anche altri sistemi operativi e, per quanto la virtualizzazione software limiti pesantemente le performance, rimane un esperimento piuttosto suggestivo.