MacBook Pro 13″ 2020: cosa è cambiato e cosa conviene

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Che scandalo! Questo ho pensato questo appena è stato presentato l’aggiornamento Early 2020 del MacBook Pro 13″. La reazione è dipesa dal fatto che ci si aspettavano altre cose, in particolare il nuovo design con schermo da 14″. E poi sui modelli con due porte Thunderbolt 3 hanno lasciato le CPU di ottava generazione!! Stiamo scherzando??? Ok, calmiamoci un attimo. Non ho intenzione di giustificare scelte sbagliate, sapete bene che non è mia abitudine. E se non lo sapete date un’occhiata al mio storico di articoli critici rispetto ai prodotti Apple, ai prezzi o alle configurazioni. Quando c’è da apprezzare sono il primo a farlo (vedi MacBook Pro 16″) ma non mi tiro indietro se c’è da bastonare (vedi iMac alla frutta). Quindi, tiriamo tutti un bel respiro, ripuliamo la lavagna e iniziamo ad appuntarci alcuni dati oggettivi.

Di seguito trovate i dettagli relativi al MacBook Pro 13″ 2019, il quale includeva due varianti, ognuna con due versioni. Quelle con 2 porte Thunderbolt 3 usavano CPU con clock più basso e consumi inferiori, ma sono risultate davvero ottime. Non a caso l’anno scorso consigliavo proprio il modello base, dato che le prestazioni reali erano del tutto simili sia a quelle dell’i7 sulla stessa macchina che a quelle dei più potenti i5 ed i7 presenti sui modelli con 4 porte Thunderbolt 3. Questi ultimi, come si può notare, hanno clock superiori e un TDP quasi doppio. In sostanza producono più calore e consumano di più, ma non andavano effettivamente meglio. Basta guardare i dati dei benchmark per rendersene conto.

Con l’aggiornamento appena presentato Apple ha deluso alcune aspettative, iniziando dal fatto che non ha modificato lo schermo. Tuttavia erano rumor a parlarne e questi non sempre si concretizzano, altrimenti si chiamerebbero fatti. Poi magari il passaggio a 14″ ci sarà nel 2021, ma questo non deve distoglierci dalle cose importanti. La prima nota realmente stonata è un’altra ed è che sui modelli base con 2 porte Thunderbolt 3 si è rimasti con i processori Intel di ottava generazione. È lecito interpretare la cosa in modo negativo, vedendo l’azienda lesinare, prenderci in giro, riciclare fondi di magazzino e così via. Lo capisco, è facile pensarla così e non dico che sia sbagliato. Però… cerchiamo di capire le motivazioni di questa scelta e come impattano sul consumatore. Perché a criticare superficialmente ci si mette poco mentre farlo dopo aver approfondito ha tutt’altro peso, anche se richiede un po’ d’impegno.

Intel è un problema

Prima di tutto le sigle dei processori Intel ormai sono un minestrone. Prima il passaggio da una “gen” all’altra diceva chiaramente alcune cose, oggi non più. Ci sono processori con architetture e processi produttivi diversi con sigle simili e altri in cui queste sono uguali ma hanno sigle diverse. Questo perché Intel sta procedendo a passo di lumaca su ogni fronte e quindi sta rimescolando le cose in base alle sue necessità. Ed è anche lenta a sfornare nuove CPU. Apple sta praticamente aspettando lei ogni volta. Ad esempio con il MacBook Air 2020: questo è uscito appena è stato possibile, cioè quando Intel ha sfornato le CPU adatte. E in quel momento non erano nemmeno state annunciate ancora (sono quelle con sigla N). Stessa cosa succede oggi con il MacBook Pro 2020: le CPU di decima generazione dei modelli top non sono ancora presenti nell’archivio Intel. Vi mostro di seguito tutti i processori listati per i5 mobile e noterete che nessuno coincide con le specifiche di quello del nuovo MacBook Pro 13″, ossia 2.0 GHz quad-core.

Ad ognuno il suo… processore

Molti continuano a scrivermi dicendo cose come: conviene Air che ha sempre i5 quad-core ma costa di meno. Eppure ne ho già parlato più volte spiegandovi che non è così. Almeno non sul fronte prestazioni. Quindi lo ripeto ancora una volta: anche se leggete i5, Air e Pro hanno processori di classe differente. Cosa che incide sulle prestazioni, spesso più di un cambio di generazione. Non solo, Air è limitato pure dalla scarsa dissipazione, dunque le prestazioni reali scendono ancora di più. Ne ho parlato approfonditamente nella recensione, concludendo che va bene per uso leggero ma non è adatto a reggere carichi, dove il Pro lo supera sempre e comunque.

Altra cosa molto importante da capire è che ogni MacBook possiede differenti capacità di dissipazione e di alimentazione. In base a queste viene definito il tipo di processore che può montare. Ad esempio per gli Air le CPU devono avere un TPD di circa 10W, per i Pro con 2 porte Thunderbolt si sale a circa 15W e per quelli con 4 porte (che hanno due ventole) fino a 28/30W. Il limite si innalza ulteriormente con i MacBook Pro da 16″, che riescono a gestire CPU con TDP anche di 45W oltre alle schede grafiche dedicate.

Perché sul Pro base siamo ancora all’ottava generazione?

Non è facilissimo rispondere a questa domanda, soprattutto perché non esiste nulla di ufficiale a cui fare riferimento dunque possiamo solo fare delle supposizioni. A caldo avevo pensato ad una mossa per rendere più interessanti i modelli top, dal momento che nella versione 2019 non portavano vantaggi concreti rispetto la base. Credo che questo aspetto sia stato considerato ma in realtà ho trovato altre motivazioni più concrete. Provo a spiegarmi attraverso una serie di punti, ricapitolando in parte quanto detto in precedenza.

  • la CPU del MacBook Pro 13″ 2 porte Thunderbolt devono avere un TDP di circa 15W, quindi non potrebbero essere né quelle attualmente inserite sugli Air (più lente) né quelle che avranno messo nei Pro con 4 porte Thunderbolt (che presumibilmente saranno sempre intorno a 28W TDP)
  • la componente grafica integrata Iris Plus non può essere inferiore alla G7 presente sugli Air con i5 ed i7

Nell’elenco delle CPU Intel di decima generazione che ho postato, le uniche che rispondono ai requisiti sono:

Ora proviamo a capire: cosa sarebbe successo adottando questi nuovi processori?

  • CPU: il numero di core e threads sarebbe rimasto invariato, le frequenze operative sarebbero state inferiori e le prestazioni, a giudicare dai test che si possono trovare online, sarebbero state solo leggermente migliori (tra il 5 ed 10%).
  • GPU: la scheda grafica sarebbe migliorata passando da Intel Iris Plus 645 alla Iris Plus G7 e, a differenza dell’Air che non la sfrutta a dovere andando in sofferenza, qui avremmo visto il suo reale potenziale.
  • Prezzo: le nuove CPU Intel di decima generazione costano di più quando hanno le componenti grafiche migliori. Quindi dato che Apple doveva prendere necessariamente le G7 e che cambiando il processore si sarebbe dovuta rivedere anche la scheda logica, ci sarebbero stati dei costi in più per l’utente.
  • Altro: passare alla decima generazione non avrebbe influito su altri aspetti rilevanti e anche questa avrebbe comunque mantenuto il Wi-Fi 5 dato che il 6 non è stato incluso proprio da Intel (avrebbe richiesto un componente aggiuntivo ma Apple non sceglie mai questa strada preferendo attendere il supporto nativo).

In sintesi, io credo che Apple si sia trovata di fronte alla possibilità di mettere la decima generazione anche sul base ma che abbia evitato per mantenere una lineup più coerente in termini di prezzo/prestazioni. Il Pro 2 porte Thunderbolt rimane superiore all’Air i5 più recente (come visto nel confronto) ed ora può essere proposto riducendo leggermente il prezzo (solo -20€ in realtà) ma avendo inserito la nuova Magic Keyboard ed il raddoppio dello storage. Ma il motivo principale credo che sia stato quello di ristabilire una differenziazione netta con i modelli con 4 porte Thunderbolt 3, che nel 2019 in pratica costavano molto di più ma non davano un corrispettivo adeguato. Come detto non possiamo sapere ancora con esattezza quali CPU montano dato che saranno sicuramente nuove ancora non listate, ma possiamo prevedere che:

  1. avranno prestazioni superiori rispetto al base di circa il 20% a salire
  2. la componente grafica sarà nettamente superiore dato che la G7 è in linea con alcune GPU dedicate come la NVIDIA MX150 (in teoria è la stessa dell’Air ma lì va più lenta della Iris Plus 645 perché la iGPU è integrata nel processore e soffre insieme a questo per la ridotta dissipazione)
  3. per sottolineare la differenza Apple ha anche deciso di mettere di serie 16GB di RAM sui modelli con 4 porte Thunderbolt 3

In estrema sintesi, rimango deluso per il fatto che non ci sia la decima generazione anche sui Pro base ma credo di vedere il quadro generale a cui mirava Apple. Non leggetela come una giustificazione, perché non lo è, ma dal punto di vista del potenziale acquirente questa macchina rimane superiore all’Air più carrozzato, ha ridotto la differenza di prezzo, ha risolto il problema della tastiera ed equiparato la capacità del disco e il prezzo dell’upgrade della RAM. Si poteva avere di più? Certo, è sempre così e siamo ben lontani da un upgrade ideale, ma questo non cambia i dati di fatto appena elencati.

Vantaggi dei nuovi “2 porte” T3

Mettiamo un attimo da parte il discorso delle CPU e guardiamo com’è cambiata l’offerta. Perché se anche non è arrivato il 14″ o la decima generazione sulle versioni base, le altre cose previste ci sono. Abbiamo infatti un raddoppio della capacità di storage ed una piccola riduzione di prezzo (20€, per l’esattezza). Altra cosa interessante è che ora passare a 16GB costa praticamente la metà, ovvero +125€. Quindi con meno del prezzo del precedente top (1799€) possiamo prendere il base che ha lo stesso disco da 256GB ed aggiungere 16GB arrivando a 1654€. La differenza è che con il vecchio in quella cifra avremmo avuto anche il processore i7, direte voi, che adesso costa tantissimo (+375€ sulla base, assurdo!). Qualcuno ci cascherà pure a prenderlo, e mi dispiace per lui, ma noi che sappiamo che su questa macchina ha una resa praticamente identica all’i5 ci portiamo a casa solo il risparmio. Se stavate aspettando di prendere il MacBook Pro 13″ per l’aggiornamento, alla fine potete avere raddoppio del disco con risparmio di 20€ oppure portare la RAM a 16GB rimanendo al di sotto del prezzo top precedente con 8GB (tanto l’i7 non andava meglio).

Vantaggi dei nuovi “4 porte” T3

Come già detto, non sappiamo ancora esattamente le sigle delle CPU. Dovrebbero essere da circa 28W TPD e il clock base di 2.0GHz fa ben sperare anche sul fronte della categoria di appartenenza e le relative prestazioni. Qui la iGPU sarà quasi sicuramente la G7 dato che già si trova pure sul più economico Air dall’i5 e che oltre quella, per ora, non è stato annunciato nulla di più prestante tra le integrate Intel. Sappiamo anche che ha la RAM più veloce LPDDR4X, che comunque incide fino ad un certo punto stando a quanto si è visto pure su Air. Ovviamente aspetto di provarlo prima di potervelo dare per certo, ma è abbastanza prevedibile che tra il miglioramento della CPU e il fatto che qui la iGPU Iris Plus G7 si potrà esprimere al meglio con la doppia ventola di areazione, questo MacBook Pro 13″ con 4 porte Thunderbolt inizierà segnerà un discreto solco rispetto al base soprattutto sul fronte grafico/creativo.

Quindi immagino che il nuovo ragionamento sarà: se hai bisogno di un computer snello per operatività semplice vai su Air, se devi fare qualcosa in più sul fronte produttività vai su Pro base e se hai bisogno di maggiore supporto dalla scheda grafica vai sul Pro con 4 porte Thunderbolt. In tutti i casi ricordate che le versioni i7 sia su Air che su Pro 2 porte Thunderbolt non aggiungo praticamente nulla, non a caso Apple le ha spostate tutte in opzione e quindi ce le possiamo tranquillamente evitare.

Anche sui modelli con 4 porte Thunderbolt 3 è stata raddoppiata la capienza del disco, che quindi parte da 512GB e arriva a 1TB, ma qui c’è anche un raddoppio della RAM, per entrambi di 16GB. E questa è una bella notizia. L’aspetto negativo, però, è che questo miglioramento in fin dei conti si paga, nel senso che a dispetto delle versioni con 2 porte Thunderbolt 3 queste non hanno subito una riduzione di prezzo ma un aumento. Si tratta di 130€ in più su entrambi, che potrebbero essere parzialmente giustificati dall’aumento di prezzo che Intel sta apportando alle CPU di decima generazione con Iris Plus, ma che comunque non fanno piacere. Anche perché se si prende il top, che rimane con i5, si arriva al prezzo street che spesso abbiamo segnalato per il MacBook Pro 16″, che ovviamente è tutta un’altra macchina anche se decisamente meno portatile. E poi ci sono pure ricondizionati Apple da 15″ che costano meno.

Novità condivise

Anche se il Pro 13″ con 2 porte T3 non è cambiato come hardware, ha comunque la nuova tastiera Magic Keyboard. Questo significa maggiore affidabilità e per alcuni anche maggiore piacevolezza di scrittura. Ci sono anche persone che preferiscono la corsa ridotta delle vecchie tastiera a farfalla di terza generazione (le precedenti non tanto), però qui si ha maggiore tranquillità e credo si dovrebbe preferire rispetto ad avere il pensiero continuo di possibili rotture. Insieme alla nuova tastiera ci ritroviamo anche il vecchio e familiare layout a T capovolta dei tasti freccia e la nuova Touch Bar con un tasto “normale” per il Touch ID/Power ed anche quello fisico per Esc, che apprezzo molto. Nella colonnina delle mancate novità ci possiamo anche mettere il Wi-Fi 6, non presente in nessuna versione. Su quelle base era prevedibile dato che hanno il medesimo hardware mentre l’assenza sui modelli più nuovi deriva dal fatto che Intel non l’ha messa di serie. E sappiamo che Apple preferisce da sempre attendere l’inclusione nativa di queste cose (come è stato un tempo per la USB 3, ad esempio). Ultima cosa: è aumentato leggermente il peso, che ora è di 1,4Kg. Questo significa che la differenza rispetto all’Air è passata dai precedenti 20 grammi agli attuali 100.

Pre-conclusioni

È prematuro parlare di conclusioni finché non proverò questi nuovi MacBook Pro 13″, ma alcune cose sono già evidenti. Sui modelli con 2 porte Thunderbolt 3 abbiamo assistito ad un upgrade decisamente minimo: più che altro c’è una ricollocazione dell’offerta per adeguarsi ai tempi. Era inconcepibile il disco da 128GB ed era assurdo che il passaggio a 16GB costasse tanto, soprattutto perché queste cose erano da poco cambiate nell’Air da 13″. Dunque si riprende la giusta distanza e si ritorna nella condizione per cui chiunque abbia necessità di lavorare produttivamente con il computer fa bene a prendere il Pro. E non parlo di lavori complicati, basta effettivamente essere uno un po’ più attivo che usa molteplici app insieme o ha bisogno di lavorare con audio, foto, video, programmazione, per sapere che il Pro è la scelta migliore. Prima c’era una bella differenza di prezzo con Air a parità di storage (+520€ da listino) oggi questa è scesa a 300€ ma abbiamo un computer più veloce e reattivo senza essere più grande o pesante e senza più il problema della tastiera poco affidabile.

Sarà invece tutta da valutare l’efficacia dei nuovi modelli con 4 porte Thunderbolt 3, che in passato praticamente non convenivano. Forse con questo upgrade potranno dire la loro, ma sempre considerando utenti a cui serve necessariamente questo schermo e la portabilità che ne consegue. Perché già con il base si è nel territorio di un 15″ usato o ricondizionato Apple ufficiale che offre tutto un altro livello di prestazioni ed esperienza, e il top arriva praticamente al prezzo street del 16″ che è uno dei migliori portatili mai realizzati da Apple (recensione).

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.