Recensione BenQ W2700, il proiettore 4K che ci porta il Cinema in Casa

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Danilo Ronchi, Vito Astone, Silvia Santomauro, Alessandro Nichelini, Alessandro Brandi, Paolo Bulgarelli, Enrico Semprebene, Andrea Giovannini, Roberto D'Orta, Alessio Soraci, Maurizio Martinetti.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Il cinema, nota anche settima arte, è uno di quei settori che mi affascina da sempre. Non sono un critico esperto ma sicuramente un avido ed appassionato consumatore. Come probabilmente molti di voi. Vado al cinema ogni volta che ne ho la possibilità, cosa che al momento è impossibile per le ragioni che purtroppo sappiamo, ma i contenuti ormai non mancano grazie allo streaming ed ai Blu-Ray (che continuo a comprare con frequenza). Nel salotto ho un TV 65″ con un discreto setup audio e da qualche mese ho avuto la possibilità di provare un eccellente proiettore. Non è esattamente il mio campo dal punto di vista tecnologico, ne avrò usati una decina al massimo nella mia vita, ma questo BenQ W2700 è largamente il migliore.

Si tratta di un proiettore con tecnologia DLP con ottica a bassa dispersione e grande attenzione per la qualità d’immagine. La risoluzione è una vera UHD con supporto per HDR10 / HLG ma anche per il 3D. Richiede però degli occhialini attivi, ovviamente non inclusi, come questi. La struttura è davvero ben fatta, solida e con gruppo ottico in metallo con regolazioni molto fluide e precise. Sulla parte superiore si trovano dei tasti di controllo ma c’è anche un comodissimo telecomando con retroilluminazione, una genialata che si rivela utilissima fin dal primo momento.

Ci sono diverse modalità per installarlo, sul tavolo, sul soffitto, frontale, arretrato e sul sito si trova un bellissimo tool che ci dà la possibilità di determinare con precisione la distanza di installazione e la relativa diagonale dell’area illuminata. Ovviamente questa si può anche restringere, si può regolare il trapezio verticale… ma per ottenere la migliore qualità conviene installarlo fin da subito nel modo corretto perché queste regolazioni comunque riducono la massima qualità ottenibile. Io l’ho messo sul soffitto testa in giù, con uno dei tanti supporti per proiettori. Purtroppo questi non hanno esattamente uno standard chiaro per la disposizione delle viti, come succede per i TV, infatti di solito hanno bracci con orientamento libero e quindi si perde un po’ di tempo per trovare l’impostazione ideale in base alla conformazione della base del prodotto. Che qui non è neanche proprio lineare e quindi si devono mettere adeguatamente anche i distanziatori.

Prendendo le giuste misure si può ottenere uno schermo da ben 120″ ad una distanza compresa tra 3 e 4m. Ed è davvero un bel vedere! Le connessioni sono sul retro, dove abbiamo 2 ingressi HDMI (4K @60Hz), poi uscita audio analogica da 3,5mm e digitale Toslink. Infine una porta USB con alimentazione fino a 2.5A che può alimentare chiavette e dischi. Purtroppo non legge il FS exFAT come la maggior parte dei TV (una rogna…) ma è comoda anche per alimentare i mediaplayer più basici. Io ci ho collegato un Chromecast Ultra per poter sfruttare la riproduzione fino a 4K ed ha richiesto alimentazione dedicata.

Dietro la griglia posteriore si trovano due speaker da 5W che emettono un suono abbastanza decente per presentazioni o, al massimo, la TV. Però il volume non è molto forte, mancano i bassi e gli alti sono troppo taglienti, dunque per film e serie TV converrà collegare un impianto audio esterno. Non ho trovato la possibilità di connettere direttamente al proiettore uno speaker Bluetooth, tuttavia se si utilizzano sorgenti smart come una Apple TV, una Fire TV, una Shield TV o simili, saranno queste ad offricene la possibilità.

Io ho preferito utilizzare una soundbar Yamaha YAS-306 (che avevo in salotto prima di passare ad un setup più avanzato) e l’ho connessa sulla porta mini jack, che fa perdere un po’ della qualità rispetto quella ottica ma mantiene il controllo volume tramite il proiettore. Personalmente ho reputato più importante questa comodità rispetto al potenziale miglioramento nell’audio tramite cavo Toslink.

C’è da tenere in considerazione che data la tecnologia del proiettore serve un’areazione elevata e costante, cosa che si traduce in una certa rumorosità. Se siamo vicini si noterà molto fintanto che non si alzerà il volume di riproduzione dei contenuti. C’è però una modalità silence che abbatte l’emissione di rumore di circa il 50% ma lo fa riducendo anche la qualità video sul fullhd. Grazie ai 240 Hz il proiettore riesce a riprodurre con precisione i contenuti a 24fps e si adatta in automatico anche a quelli da 25/50 e 30/60fps.

Un aspetto che mi ha colpito positivamente è quello del colore, soprattutto data la calibrazione di fabbrica che viene effettuata su ogni singola unità. La resa è molto convincente già out-of-the-box, così che l’utente casalingo non debba impazzire dietro sonde e regolazioni fini per iniziare a godere del suo nuovo acquisto in modo ottimale.

È supportato il 100% del gamut Rec. 709 ed il 95% di quello DCI P3, cosa che consente di godere di colori vibranti ma naturali, proprio come al cinema. Dati i 2000 ANSI Lumen si riesce ad intravedere lo schermo anche in ambienti molto luminosi ma solo con la penombra se ne apprezza davvero la riproduzione. Ci sono diversi controlli manuali sul colore e sono davvero comodi i preset, grazie a quali si riesce ad adattarsi immediatamente alle condizioni ambientali:

  • Luminoso (per stanze illuminate)
  • TV vivave (poca luce)
  • Cinema Rec. 709 (in penombra)
  • D. Cinema Rec. 709 (richiede ambiente buio ed offre la migliore resa possibile)
  • Utente (con personalizzazioni granulari)

Conclusione

Voto 4,5/5Il BenQ W2700 è un proiettore a tutto tondo che non lesina su nessun aspetto. Non è certo quel modello da poche centinaia di euro che delude i più esigenti ma non arriva neanche alle cifre spropositate dei prodotti iper-professionali. Con una spesa di 1599€ ad oggi (maggio 2020) si compra un TV di fascia medio-alta moderno che ha anche i suoi vantaggi in termini di praticità, ma di certo non arriverà a 120″ ed all’alto livello di immersività che ne consegue. Non è la prima volta che uso un proiettore ma nessuno finora mi aveva dato la stessa sensazione, sia per la semplicità di configurazione che per la resa cromatica di fabbrica e l’ottima risoluzione. L’UHD vista alla giusta distanza e su una diagonale così ampia vi assicuro che fa davvero impressione. Nel video non ho mostrato molti esempi di riproduzione perché sarebbero comunque influenzati dallo schermo di chi guarda (e anche per non violare copyright), ma ci tengo a precisare che quel poco di banding che si nota nelle riprese non è presente dal vivo ma è dovuto ad un difetto di registrazione (che purtroppo non sono riuscito a risolvere in nessun modo). Non credo che riuscirei ad utilizzare un proiettore come schermo primario, perché ha dei tempi operativi più lunghi e richiede un ambiente ad hoc, sia sul fronte dell’illuminazione che della disposizione. Tuttavia ogni volta che guardo un film con questa dimensione e questa qualità, devo dire che mi sento improvvisamente al cinema. Un’esperienza fantastica da poter vivere anche comodamente a casa propria.

PRO
+ Ottima qualità costruttiva
+ Gruppo ottico in metallo con movimenti fluidi e precisi
+ Valida calibrazione colore di fabbrica
+ Ampio gamut cinematografico (100% Rec. 709 e 95% DCI P3)
+ Supporta HDR10 e HLG
+ Supporta i contenuti in 3D (richiede occhiali attivi non inclusi)
+ Dotato di due ingressi HDMI 4K @ 60Hz
+ Diversi preset molto utili per essere subito pronti
+ Riproduce perfettamente anche i contenuti 24fps
+ Comodissimo telecomando con tasti retroilluminati

CONTRO
- 
Per ottenere una corretta visione serve un ambiente completamente buio
- Un po’ rumoroso

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.