Durante la diretta Twitch di oggi, un dubbio mi è balenato subito un pensiero: iOS 14 e iPadOS 14 si possono definire come l’estetica del miglioramento o il miglioramento dell’estetica? A dir la verità, viste le poche informazioni tecniche diffuse durante il keynote, propenderei più per la seconda definizione. Sia chiaro, non sono deluso dagli aggiornamenti, ma di sicuro non ho “gridato al miracolo” come per la presentazione di Apple Silicon.

 

 

La novità più lampante e che salta subito all’occhio è la schermata Home riprogettata dopo “soli” 13 anni dal lancio dell’iPhone originale: pur mantenendo la consueta griglia di icone delle app, ora è possibile inserire i widget assieme ad esse, un po’ come già accade su Android. Da quel che sembra, non sarà però possibile creare schermate della Springboard confusionarie, visto che i widget occuperanno sempre un’area tale da non lasciare spazi vuoti fra essi e le icone, lasciando comunque libero l’utente di farli vivere solo nella scheda “Oggi”. Di certo, appaiono molto più evoluti (e graficamente curati) di quelli a cui siamo stati abituati sino ad iOS 13.

Altra novità che farà sicuramente piacere a tutti coloro che, come me, hanno la malsana abitudine di installare alcune app e poi di lasciarle lì sopite perché “un giorno potranno essere utili” è App Library che si occupa di riorganizzare in automatico le app in modo efficiente, smistandole per categoria. Da qui sarà peraltro possibile consultare l’elenco alfabetico di giochi e programmi, cercandoli in maniera più rapida rispetto al passato. In alto a sinistra finiscono le app consigliate da Siri, al lato opposto le app appena installate. App Library potrà essere consultata come ultima schermata raggiungibile con gli swipe verso destra.

La modalità Picture in Picture arriva, finalmente, anche su iOS, così che sarà possibile consultare le app durante una chiamata FaceTime o durante la visione di un contenuto video. Lo stesso principio stilistico è riproposto per la notifica delle chiamate in arrivo, che ora apparirà solo come un banner in alto e non più a tutto schermo, e per Siri che, come su iPadOS, vivrà come icona flottante ogni volta in cui sarà evocata.

Debutta anche la nuova app Translate: se fino a qualche anno fa la traduzione automatica delle lingue sembrava un miraggio raggiungibile sono nei film di fantascienza, già da qualche anno tante app, compresa quella di Google, l’avevano resa reale. Apple oggi ha mostrato le capacità della sua soluzione che non solo funzionerà anche offline, ma supporterà sin dal suo rilascio la lingua italiana, oltre ad altre 10 lingue.

Piacevole novità sono le App Clips, ossia piccole porzioni di app che possono essere eseguite direttamente dalla schermata di blocco avvicinando l’iPhone a un trasmettitore NFC, inquadrando un QR Code normale o gli Apple Clip Code proprietari o, ancora, con la condivisione tramite iMessage o cliccando su un link apposito con Safari. Ogni App Clip potrà essere utile per completare determinate operazioni, come, ad esempio, il noleggio di un monopattino o di una bici, l’acquisto di un caffè o il pagamento del parcheggio.

Non mancano altre novità “minori”, ma comunque gustose: in Messaggi, oltre all’introduzione di nuove Memoji, ci sono gradite novità per le chat di gruppo, fra cui la possibilità di fissare singoli messaggi, concatenare le riposte ai messaggi e menzionare una persona nello specifico. Qui in Italia sembrerà strano, ma iMessage è la principale app di messaggistica negli USA e mettersi al passo con la concorrenza era pressoché necessario, soprattutto per la gestione dei team di lavoro (e, credetemi, ho visto gestire team su Whatsapp in modi che voi umani non potete nemmeno immaginare…).

Miglioramenti anche per le Mappe, dato che, nel cavalcare la sempre più credente coscienza green, Apple ha ben deciso di introdurre il supporto ai percorsi ciclabili come opzione di trasporto, senza trascurare le particolarità connesse al trasporto su due ruote: gli algoritmi di calcolo dei percorsi tengono conto anche delle pendenze delle strade oltre che delle condizioni del traffico. Peraltro, Cupertino sembra aver tenuto in considerazione anche i possessori di autovetture full electric: v’è la possibilità d’impostare un percorso che consideri anche le soste per la ricarica delle batterie, dato che le colonnine non sono ancora così capillari come le stazioni di servizio tradizionali. Ancora, sarà possibile impostare gli sfondi per le schermate di CarPlay, il cui supporto è esteso anche alle app per la ricerca dei parcheggi e per i rifornimenti. Nel caso in cui si voglia fare una gira fuori porta, si potranno consultare le guide turistiche online direttamente dall’app Mappe.

Novità anche sul fronte CarKey, feature che permetterà di usare l’iPhone come chiave digitale per le auto: la prima azienda ad implementarla sarà BMW sui modelli comemrciliazzati dal 2021. Ho trovato molto interessante la possibilità di condividere la chiave virtuale con amici e parenti anche via iMessage e per un periodo di tempo limitato.

 

In un’ottica di favorire ad anni alterni un dispositivo mobile rispetto all’altro, a questo giro iPadOS 14 non beneficerà di grandi novità, escluso Scribble. L’OS dedicato ai tablet avrà anch’esso i widget, più godibili sul loro ampio schermo, godrà di una nuova UI per le app, soprattutto quelle di Cupertino, che richiama, di fatto, le cifre stilistiche introdotte con macOS Big Sur per garantire una migliore continuità d’esperienza d’uso fra le due piattaforme. Spotlight avrà finalmente un aspetto simile a quello su Mac e sarà in grado anche di cercare nei contatti e nei documenti presenti su iPad.

Funzione da me desiderata da diverso tempo è Scribble che consente di convertire automaticamente in testo quanto scritto con la Apple Pencil: funzionerà system-wide, persino nei campi di testo delle app.

Infine, mi sia consentito di soffermarmi sulle altre piccole novità comuni fra iOS e iPadOS: ci sarà la possibilità d’impostare app predefinite diverse da quelle native (scelta dettata dal fatto che la Commissione Europea ha iniziato a storcere il naso su certe politiche protettive di Apple; le AirPods godranno del supporto allo Spatial Audio e sarà più semplice abbinarle da un dispositivo all’altro durante il loro uso, Mac inclusi, quasi senza soluzione di continuità.

Migliorie anche per quanto riguarda un argomento a me caro come la privacy: ci sarà la possibilità di convertire rapidamente account terzi al Sign In With Apple; si potrà scegliere la tipologia e la durata della condivisione dei dati sulla posizione; ci saranno nuovi indicatori che mostreranno chiaramente quando il microfono o la fotocamera sono in uso; sarà possibile bloccare di default l’ad tracking (con buona pace di Google & Co.) su tutto il dispositivo; le app dovranno mostrare nel dettaglio quali dati raccolgono, fornendo una informativa grafica molto chiara e comprensibile a chiunque già nell’App Store.

Poche novità anche per l’app Casa che avrà un nuovo processo di registrazione per i dispositivi HomeKit; godrà di aggiornamenti di stato più completi e offrirà dei suggerimenti sulle automazione; avrà la funzione di Adaptive lightning che durante il giorno regola intensità e tonalità delle luci HomeKit (il corrispettivo nella vita reale di night shift); avrà il supporto alle aree di attività, e sfrutterà il riconoscimento facciale tramite le webcam compatibili, il cui feed potrà essere mandato “in diretta” su Apple TV e sugli altri dispositivi Apple.

iOS 14 supporterà tutti i modelli di iPhone dal 6s in poi, mentre iPadOS 14 tutti quelli da iPad Air 2 in poi: di fatto, sono gli stessi dispositivi su cui è possibile installare la versione 13, segno che Apple ha voluto lavorare ancora una volta sotto il cofano per rifinire ulteriormente i propri sistemi operativi. Chi è in possesso di un account Developer può scarica la beta oggi, mentre quella pubblica arriverà il prossimo mese. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, il rilascio di iOS 14 e iPadOS 14 è previsto per questo autunno.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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