Gli iMac 27″ guadagnano un update, ma sempre con Intel

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Enrico Carangi, Maurizio Guerra, Mauro Vanzelli, Ivan Dama, Luca Bozzini, Marco Magherini, Giuseppe Pintore.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Dopo avervi detto che gli iMac necessitavano di un aggiornamento ed aver condiviso un benchmark di un nuovo possibile modello con Intel, oggi arriva l’annuncio ufficiale da parte di Apple relativo  ad un update (forse l’ultimo?) per questa macchina. Le novità non sono nel design: evidentemente si vuole attendere il passaggio ad Apple Silicon per modificare anche l’estetica. Tuttavia ci sono alcuni aggiornamenti ormai fondamentali ed altri che si richiedevano a gran voce, in un aggiornamento che effettivamente mira alla sostanza.

Inizio dall’iMac 21,5″, che in realtà presenta solo una novità che è il passaggio dai dischi meccanici a memorie flash. Mi sembra di poter dire “era ora” viste le numerose volte in cui vi ho parlato di questo evidente difetto, ma preferisco dire: meno male. Per lo meno per tutti quegli utenti che continuavano a comprare l’iMac più economico e poi lo trovavano lento in ogni operazione senza sapere che la colpa principale era di quel piccolo componente interno. Non sono cambiati i processori, cosa che sembrerebbe confermare l’intenzione di far uscire un iMac 23/24″ con Apple Silicon in tempi relativamente brevi. I prezzi sono gli stessi ed anche le configurazioni, giusto l’SSD da 256GB diventa ora lo standard. Ma se volete proprio farvi del male c’è il Fusion Drive da 1TB in opzione allo stesso prezzo: evitatelo!

L’upgrade più importante arriva per l’iMac da 27″, il quale passa su tutta la linea a processori Intel di decima generazione (prima erano misti, tra ottava nella base e nona nelle configurazioni top). Si parte sempre da un i5, che ora ha 6-core, e si passa all’i7 8-core sul top di gamma. Dal modello intermedio si può anche optare per l’i9 10-core di ultima generazione, un processore molto performante.

Anche qui non ci sono variazioni sui prezzi relativamente alle configurazioni proposte e si mantengono gli 8GB RAM per tutti, ma sugli iMac 27″ c’è lo sportellino per fare l’upgrade manualmente. Comunque segnalo la nuova opzione che consente di configurare fino a 128GB DDR4, quindi 4 moduli da 32GB.

Spariscono i dischi meccanici. Per fortuna non si vede neanche il Fusion Drive in opzione, dove sulla configurazione media si può salire fino ad SSD da 2TB e in quella top da ben 8TB (ma i prezzi sono proibitivi, al solito).

Finalmente arrivano le nuove GPU di AMD. Si parte dalla Radeon Pro 5300M con 4GB di memoria GDDR6 e si passa sul top di gamma alla 5500 XT con 8GB GDDR6. In opzione ci sono anche la 5700 con 8GB e la 5700 XT con 16GB, ma purtroppo solo sul top di gamma. Un vero peccato non aver seguito la strada di maggiore apertura nella configurazione iniziata con il MacBook Pro 16″.

Oltre alle novità più evidenti, ce ne sono altre piuttosto interessanti. Prima di tutto è stata aggiunta la possibilità di scegliere il vetro con nanotexture, un trattamento che abbiamo visto per ora solo nel Pro Display XDR 6K. Molto interessante per chi si occupa di immagine, anche se non esattamente economico (+625€). Fa un passo in avanti anche la videocamera FaceTime, che diventa 1080p come quella dell’iMac Pro. Infine si parla di un miglioramento dell’audio, sia in fase d’ascolto che per la registrazione vocale (e considerando i risultati sui portatili possiamo prevedere ottime cose).

Se l’iMac 21,5″ presenta un update davvero minimo, che sembra confermare un refresh più rapido ad Apple Silicon, l’iMac 27″ pare essere dotato di specifiche tali da poter tenere banco per un anno. Nella mia roadmap ho previsto che l’aggiornamento ad ARM per quest’ultimo potrebbe arrivare non prima del secondo trimestre del 2021 e quanto vedo oggi mi sembra confermarlo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.