L’iMac Pro migliora nella configurazione, ma ha ancora senso?

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Con l’ultimo aggiornamento dell’iMac avvenuto ieri, l’all-in-one più grande ha migliorato notevolmente le prestazioni. Il modello top parte ora da una CPU Intel 8-core e, con le opzioni, si può avere quella 10-core ed aggiungere una GPU AMD Radeon Pro 5700 XT con 16GB di GDDR6. E sono stati anche incrementati i limiti massimi di configurazione per RAM (fino a 128GB) ed SSD (fino ad 8 TB). Con le massime opzioni si superano i 4000€ ma le prestazioni potrebbero facilmente superare quelle dell’iMac Pro base. Infatti molti si sono chiesti: ha ancora senso questo computer?

Bisogna ricordare che nessuno chiedeva un computer del genere ad Apple, quanto piuttosto un Mac Pro aggiornato. Quest’ultimo era già stato promesso ma, nel frattempo, l’azienda ha realizzato l’iMac Pro per tamponare il vuoto in fascia alta durante l’attesa. Alla fine il Mac Pro è arrivato e l’iMac ora è parecchio migliorato, dunque cosa ne farà Apple di quel computer?

L’iMac Pro si trova a cavallo di due mondi: è capace di offrire quella stabilità operativa delle workstation per l’uso intensivo ed ha anche buone prestazioni, ma bisogna configurarlo con i componenti più costosi per apprezzare la differenza rispetto il rinnovato iMac 2020 top di gamma. E a quel punto si arriva nel range di prezzo del Mac Pro, il quale rappresenta un investimento migliore in termini di longevità, sia per gli upgrade che per la possibilità di scegliere gli schermi che si preferiscono. Insomma, questo iMac Pro nasceva già con un mercato potenziale ristretto che è diventato via via sempre più piccolo.

Non è stato aggiornato ieri, insieme all’iMac, ma adesso la configurazione base parte da uno Xeon 10-core invece che 8, mantenendo invariato il prezzo. È una mossa quasi psicologica, come a dire: l’iMac Pro parte da dove l’iMac arriva. A grandi linee, che sono poi quelle che percepisce l’utente medio, la cosa ha senso. Tuttavia questo cambiamento viene compiuto con zero sforzo da parte di Apple, che non ha invece lavorato per aggiungere anche qui lo schermo nanotexture o migliorare l’audio.

L’iMac Pro aveva già la FaceTime HD 1080p e il chip T2, ma le altre cose avrebbero richiesto un minimo lavoro di ingegnerizzazione che l’azienda ha evitato. E perché l’ha fatto? Potrebbe semplicemente essere rimandato ma io credo che questo computer non sia più strategicamente necessario. Farà il suo finché sarà disponibile ma è possibile che non riceva nessun update reale di qui alla metà del 2021, momento in cui dovrebbe ipoteticamente arrivare un iMac più grande, con nuovo design ed Apple Silicon. È difficile fare previsioni a lungo termine senza sapere il livello di sviluppo effettivo dei SoC realizzati da Apple, ma un primo assaggio delle potenzialità è previsto per la fine di quest’anno.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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