Apple Watch 6 sembra incapace di rilevare correttamente l’ossigeno nel sangue

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Quando è uscito l’Apple Watch 4 in molti si chiedevano se la funzionalità di ECG poteva essere attendibile. Vista la delicatezza dell’argomento, Apple ha richiesto l’approvazione dei singoli paesi prima di rendere disponibile l’app relativa agli utenti, con un iter che ha richiesto diversi mesi e che per alcuni è ancora in corso. Ovviamente il tipo di elettrocardiogramma generato a singola derivazione non è completo e diversi avvisi ce lo ricordano, ma ha la sua efficacia per alcune patologie e se si confronta con quello realizzato con un dispositivo medico offre risultati sempre piuttosto attendibili.

Il nuovo Apple Watch 6 aggiunge un altro tassello nella cura della salute con il rilevamento del livello di ossigeno nel sangue. In questo caso, però, Apple non ha seguito lo stesso percorso di approvazione ed ha sùbito reso la funzione disponibile a tutti con questa postilla:

Le misurazioni dell’app Livelli O₂ non sono da intendersi a scopo diagnostico, come strumento di autodiagnosi o di consulto medico, ma a puro scopo di fitness e benessere generale.

Inizialmente ho pensato che l’avesse fatto solo per velocizzare il processo ma, dopo averla provata, credo che il motivo sia un altro. Prima di tutto la lettura è davvero difficoltosa: basta un millimetro più su o più giù, il cinturino troppo stretto o troppo largo, un piccolo movimento o l’inclinazione sbagliata, che l’Apple Watch si rifiuterà di darci un risultato. Quando ci si trova nelle migliori condizioni, e spesso dopo almeno un paio di prove, il dato ottenuto è sempre di diversi punti inferiore a quello che si ottiene con un saturimetro tradizionale.

Anche quelli professionali possono dare letture leggermente differenti a seconda del dito o della collocazione, ma nella media gli scarti sono piuttosto minimi. Ho fatto 10 letture su di me ottenendo risultati compresi tra 97% e 99% con un saturimetro di livello ospedaliero, mentre l’Apple Watch 6 si è attestato da un minimo di 90% ad un massimo di 95%. Ho pensato potesse essere colpa mia e del mio braccio da uomo, per giunta sovrappeso, dunque l’ho provato anche su mia moglie (medico) che è magrissima, con risultati del tutto analoghi. Ho mostrato il tutto in video anche su Instagram tramite le storie ed alcuni si sono detti stupiti, altri no. In particolare tanti mi hanno detto che si aspettavano un risultato simile dato che il sistema usato da Apple funziona per “rimbalzo” al contrario dei saturimetri tradizionali da dito, dove la lettura avviene da parte a parte. Un altro utente mi ha suggerito di girarlo ed eseguire la lettura sull’interno del polso, cosa che in effetti ha fatto salire la percentuale media di un paio di punti, ma risultando sempre inferiore rispetto a quella reale.

Mentre Apple Watch 6 rileva 92%, un saturimetro sul dito dice 98%

Io ce l’ho da due giorni e tutte le prove effettuate mi fanno sostenere che la lettura dell’ossigenazione del sangue dell’Apple Watch 6 sia così approssimativa da essere inutile. L’indicazione di Apple è corretta, infatti non si può usare per fare diagnosi e non ha senso neanche come dato di riferimento da far valutare ad un medico. Nutro però qualche dubbio che possa servire per il fitness o il benessere generale e temo che le letture così costantemente sottostimate possano anche generare preoccupazioni negli utenti. Ad ogni modo questa è solo la mia personale opinione basata su un test casereccio, dunque prendetela con le pinze così come i dati offerti dall’app Livelli O₂. Spero che nelle prossime ore o giorni arrivino dei test realizzati da strutture ospedaliere o da laboratori di analisi capaci di certificarne l’efficacia, sia in senso positivo che negativo.

Per ora vi dico che semmai foste interessati a questo modello proprio per la funzionalità in oggetto, fareste meglio a temporeggiare o cambiare completamente idea. A tal proposito vi rimando al mio approfondimento con il confronto tra tutti i recenti Apple Watch e le loro funzionalità

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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