AMD presenta le nuove CPU desktop Ryzen 5000 con microarchitettura Zen 3

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L’avevamo già detto alcuni giorni fa, ottobre sarebbe stato un mese di grandi manovre sul fronte tech. E nella partita c’è AMD, in ben due atti. Il primo è quello odierno, tutto relativo alle CPU: arrivano i nuovi Ryzen e soprattutto la microarchitettura Zen 3. In quel di Santa Clara non hanno affatto intenzione di mollare la presa sui loro celebri vicini di casa, impegnati nel rilanciarsi dopo annate non al meglio (costate peraltro un cliente che tutti conosciamo, anche se forse Intel avrebbe perso Apple comunque, presto o tardi). Come negli scorsi anni, si inizia dalle proposte desktop, ma non manca già qui una novità commerciale. Presumibilmente nell’ottica di rendere più chiara la lineup, la serie 4000 basata su Zen 2 resterà esclusiva del mobile, passando direttamente a quota 5000. Ciò potrebbe significare che da qui in poi le CPU desktop inaugureranno non solo le nuove architetture, ma pure gli archi di numerazione (dovremo però attendere il prossimo anno per averne la certezza).

Il processo produttivo non cambia: almeno per un altro giro si resta ai 7 nanometri di TSMC, in ogni caso avanti rispetto alle controparti Intel ancora realizzate a 14, con la prospettiva prossima di scendere a 10. Oltre a questo fatto, si tratta anche di una versione rivista del processo in uso, di cui una demo si è avuta con i mini-refresh XT della serie 3000 di qualche mese fa, che permette ad AMD di spremere ulteriore potenziale. Se però per i 3000XT si trattava solamente di un po’ di frequenza in più, con Zen 3 ci sono modifiche più strutturali, che si traducono in un importante miglioramento nelle istruzioni per clock, ambito che riguarda prevalentemente il single-core e dove i Ryzen erano rimasti un po’ indietro se comparati ai Core. Si parla di un +19% su Zen 2, valore molto corposo, che consente di recuperare il gap residuo rafforzando al contempo gli ottimi risultati già conseguiti sul multi-core. Sul fronte energetico, dove i TDP non sono sostanzialmente cambiati, parliamo di un prodotto fino a 2,4 volte superiore nelle performance per watt sulla passata generazione e fino a 2,8 volte sugli Intel Comet Lake.

Non c’è solo un discorso di microarchitettura, dietro ai numeri appena menzionati. Anche la struttura interna dei cosiddetti chiplet è stata rivista, combinando i precedenti blocchi a 4-core in uno unico da 8, con accesso alla cache L3 molto più rapido e maggiore sinergia operativa tra i nuclei nelle elaborazioni più intense. L’obiettivo dichiarato era di offrire i migliori processori per il gaming e sulla carta AMD sembra esserci riuscita: la comparativa mostrata durante la presentazione mostra il Ryzen 9 5900X (12-core, 3,7 GHz base e 4,8 GHz turbo), che non è nemmeno il top di gamma, battere il Core i9 10900k (10-core, 3,7 GHz base e 5,3 GHz con Thermal Velocity Boost) in quasi tutti i titoli con scarti più o meno consistenti. L’unica curiosa eccezione, almeno per ora in assenza di eventuali ottimizzazioni, è Battlefield V, ma si parla comunque di un trascurabile -3%.

Il resto delle caratteristiche, come le 24 linee PCI Express 4.0 e il socket AM4, è immutato dalle soluzioni Zen 2. Sul versante dei chipset, la precedenza nel supporto è alla serie 500, non comunque senza un aggiornamento BIOS/EFI (da effettuarsi prima di installare la nuova CPU); ad inizio 2021 toccherà anche alle schede madri con chipset 400. Non indugiamo oltre, però, e guardiamo alla gamma di lancio che debutterà dal 5 novembre. Solo 4 configurazioni, che verranno successivamente rimpolpate nei prossimi tempi, senza contare poi i futuri Threadripper (al momento riportiamo i prezzi americani, in attesa di quelli italiani).

Modello Core/thread Clock base/Turbo Cache L3 TDP Prezzo
Ryzen 9 5950X 16/32 3,4/4,9 GHz 64 MB 105 W $799
Ryzen 9 5900X 12/24 3,7/4,8 GHz 64 MB 105 W $549
Ryzen 7 5800X 8/16 3,8/4,7 GHz 32 MB 105 W $449
Ryzen 5 5600X 6/12 3,7/4,6 GHz 32 MB 65 W $299

Questo è tutto per oggi, da AMD. Ma come abbiamo detto ad inizio articolo, non è ancora finita. Il 28 ottobre toccherà alle Radeon RX 6000, a RDNA2 (che già in parte conosciamo attraverso PlayStation 5 e Xbox Series S/X) e Big Navi. In quel giorno si scenderà nei dettagli per quel che riguarda le GPU, ma l’azienda guidata da Lisa Su ha già tenuto a lanciare un succoso teaser: le proposte di punta sono in grado di gestire in 4K alla massima qualità giochi come Borderlands 3, Call Of Duty: Modern Warfare e Gears Of War 5 con framerate stabili rispettivamente di 61, 88 e 73 fps (valori rilevati in abbinamento al Ryzen 9 5950X). Vedremo tra pochi giorni se e quanto il predominio tecnico delle NVIDIA Geforce inizierà ad essere messo in discussione.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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