AMD svela la serie Radeon RX 6000, il suo completo rilancio nella fascia alta del mercato GPU

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Roberto Barison, Pierpaolo Milan.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Ci eravamo lasciati ad inizio mese con AMD parlando di processori, dei Ryzen 5000 con microarchitettura Zen 3. Già in quell’occasione aveva dato appuntamento al 28 ottobre per approfondire le novità lato grafico; puntualmente, oggi l’azienda ha tolto i veli alle prime schede della serie Radeon RX 6000, che hanno l’obiettivo di rilanciare la sfida nella fascia top contro NVIDIA e, perché no, prepararsi al sempre più prossimo avvento di Intel nell’ambito.

In realtà l’architettura RDNA2 su cui sono basate abbiamo avuto già modo di conoscerla: è al cuore di PlayStation 5 e Xbox Series S/X. Quanto presentato oggi è un pilastro importante per rimettere in carreggiata AMD anche nel settore GPU, dove le GeForce hanno spadroneggiato per diversi anni lasciando alle Radeon gli ambiti più economici. L’auspicio del gruppo guidato da Lisa Su è che possa essere riuscita a replicare ciò che di buono ha ottenuto coi Ryzen. È un’evoluzione poderosa della prima versione delle RDNA (non a caso il nome in codice è “Big Navi”, variante delle precedenti “Navi”), i cui chip vengono realizzati col noto processo produttivo a 7 nanometri di TSMC, e promette prestazioni raddoppiate con minori consumi. L’incremento complessivo considerando il rapporto performance per watt arriva sino al 50%.

Sono stati effettuati numerosi aggiornamenti strutturali, che hanno portato ad un aumento delle frequenze e ad un’ottimizzazione nel trasferimento di dati tra le cosiddette Compute Units della GPU nonché da e verso la memoria VRAM, a cui si affianca la nuova Infinity Cache da 128 MB direttamente integrata nel chip principale. Le Radeon RX 6000 fanno uso delle ultime tecnologie, come il ray-tracing, e chi è attivo nel gaming da PC sarà lieto del supporto completo alle API DirectX 12 Ultimate. Infine, troviamo la tecnologia Smart Access Memory, che lavora in sinergia coi Ryzen 5000 per dare accesso totale alla VRAM anche alle CPU, migliorando ancor di più la velocità nello scambio interno di dati soprattutto nei contesti più spinti come la nuova modalità di overclock “one click” denominata Rage Mode. Combinando il tutto, le nuove proposte di AMD riescono a tenere testa alle RTX 3080 e 3090, battendole anche in diversi giochi a risoluzione 4K. Non arriverà subito al lancio, prevista in una futura revisione dei driver, la tecnologia Super Resolution, essenzialmente un raffinato upscaler che permetterà di portare elementi nativi in bassa risoluzione all’alta riducendo sensibilmente le perdite di dettagli.

Guardiamo ora più nel dettaglio alle tre proposte svelate oggi. La base, perlomeno allo stato attuale, è composta dalla Radeon RX 6800. Presenta 60 Compute Units e 96 Render Output Units, con frequenza base di 1815 MHz che può salire fino a 2105 tramite il Boost; la potenza totale prevista è di 13,9 TFLOPS. La RAM grafica è di tipo GDDR6, 16 GB con bus da 256-bit. Il Total Board Power previsto è attorno ai 250 W. Entrerà in commercio il prossimo 18 novembre, al prezzo (al momento è noto solo quello americano) di $579. Nello stesso giorno debutterà la RX 6800 XT, che passa a 72 CU e 128 ROP, alzando ulteriormente le frequenze base e Boost, rispettivamente 2015 e 2250 MHz; la potenza sale a 18,6 TFLOPS, così come il TBP a 300 W. Il prezzo in questo caso sarà di $649. Al vertice arriverà l’8 dicembre la Radeon RX 6900 XT, che porta a 80 le Compute Units e raggiunge 20,6 TFLOPS totali. Sarà un investimento piuttosto consistente, richiedendo $999.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.