Apple M1: risposta alle vostre domande e primi benchmark dei nuovi Mac

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Nella notte sono usciti fuori alcuni test dei nuovi Mac con Apple M1 e sono, come dire… pazzeschi. Per prima cosa Apple si riprende il trono dei core più veloci al mondo nel settore consumer, che gli era stato strappato pochi giorni fa dagli ultimi Ryzen 5000 serie desktop. Su Geekbench Browser sotto la sigla “macbookair10,1” si vedono test fino ad oltre 1700 in single-core! Con questo articolo vorrei fare alcune precisazioni di massima sulla nuova architettura, perché mi arrivano ancora molte domande che dimostrano quanta confusione ci sia.

Prima di tutto rispondo a quanti mi chiedono come si comparano le prestazioni di questi chip rispetto a quelli Intel. Ci sono anche persone deluse del fatto che Apple non specifichi più le frequenze operative in fase d’ordine ma sono Apple M1 con il numero di core. Credo che le due cose siano correlate e che le frequenze non siano esposte proprio per evitare che si faccia l’errore di un confronto 1:1 con i processori Intel. D’altronde la stessa cosa succede da sempre anche con i SoC di iPhone e iPad. Gli Apple Silicon usano una architettura completamente diversa da quella delle CPU x86-64 e quindi non possiamo utilizzare i dati dei core o delle frequenze per dedurne le prestazioni rispetto ai vecchi processori.

Sappiamo che Apple ha raggiunto il miglior risultato in termini di performance per watt ma bisogna capire che cambiando il metodo con cui si eseguono le operazioni ed avendo differenti accelerazioni dal punto di vista hardware, possono andare meglio o peggio a parità di numeri rispetto alle controparti Intel. Ad esempio sul test Geekbench 5 vengono eseguite operazioni che vanno dalla gestione d’immagini e video al machine learning, passando per navigazione, compressione, ray-tracing ed altro. E su queste cose i chip ARM realizzati da Apple sono particolarmente ottimizzati, per cui i numeri sono davvero molto più elevati rispetto a quelli ottenuti dai processori Intel di pari fascia. Ma questo non vuol dire che siano migliori per ogni cosa, potrebbe anche darsi che vi siano degli ambiti in cui vanno peggio. Pensate che già esistono differenze di questo tipo tra CPU Intel e AMD che comunque rientrano nella stessa famiglia.

Top classifica processori desktop consumer in single-core su Geekbench

I risultati attualmente presenti su Geekbench 5 per il MacBook Air M1

Altra cosa che va chiarita è la struttura della CPU composta da 4 core ad alte prestazioni e 4 ad alta efficienza, perché non è effettivamente come avere 8-core. È vero che possono lavorare tutti insieme ma i 4 che puntano al risparmio energetico hanno minori prestazioni. Diciamo che, se proprio volete fare un confronto con quelli Intel, il setup 4+4 dell’Apple M1 è più simile ad uno 4-core / 8-thread di Intel. È una semplificazione davvero estrema ma credo sia utile per una collocazione di massima, anche se effettivamente il moltiplicatore ottenuto da Apple è superiore rispetto la maggior parte dei chip Intel a 4-core con multi-threading, quindi il 4+4 di M1 si avvicina forse di più al setup 6/12.

Vorrei anche rispondere a chi considera questi computer obsoleti perché hanno lo stesso design dei precedenti. Intano si sapeva che sarebbe stato così, lo dicevano tutti i rumor da mesi, l’unica cosa che era in dubbio era il MacBook Pro da 14″ invece di quello da 13″. Comunque Apple ha fatto così già nel precedente cambio e se l’ha fatto è perché così si riesce ad effettuare una transizione più graduale. Ed è una cosa utile per tutti. Il cambio di architettura era stato annunciato ma già chi ha comprato uno di questi computer nel 2020 si sta lamentando. Pensate come sarebbe andata se avessero pure modificato insieme il design: come minimo avremmo visto manifestazioni mondiali con fiaccole e forconi sotto casa di Tim Cook. Scherzi a parte, non capisco come ci si possa preoccupare di un design che è ancora moderno e di ottima qualità solo perché magari alcuni hanno cornici più sottili, come se questa fosse una innovazione degna di nota. Dimenticandosi invece che la maggior parte dei produttori concorrenti fa poco più che un puzzle di pezzi acquistati da terzi mentre Apple qui ha fatto praticamente tutto. A parte le batterie, le memorie e qualche chip minore, come quello del Wi-Fi per dire, tutto il resto è stato progettato internamente a Cupertino. E ci stanno consegnando dei computer che hanno il miglior rapporto performance per watt del mercato, le migliori prestazioni al mondo per core e batterie che praticamente raddoppiano l’autonomia a parità di capacità. Davvero qualcuno può ritenere queste cose meno importanti di qualche millimetro in meno nella cornice del display?

Fatte tutte le precisazioni del caso, non si può non rimanere a bocca aperta vedendo che un Air base con M1 esegua tutti i test di Geekbench 5 più velocemente di un MacBook Pro 16″ top di gamma con i9. Semmai si può rimanere delusi dal fatto che anche i nuovi Pro e i nuovi Mini abbiano apparentemente le stesse prestazioni nei medesimi test. Già perché si sapeva che usano lo stesso SoC ma era presumibile attendersi dei numeri più elevati dovuti all’areazione, non presente sul MacBook Air.

Per capire questi dati bisogna prima di tutto rendersi conto del fatto che il Pro 13″ attualmente presentato non è il top di gamma e già con quelli Intel la versione base non andava poi molto meglio dell’Air su Geekbench. La differenza veniva fuori nell’uso reale, poiché il test in questione non porta la CPU al massimo carico per tempi prolungati e l’Air Intel soffre molto di più in tali condizioni per via di  un’areazione sotto dimensionata. Quindi il Pro 13″ uscito attualmente si paragona all’Air in modo abbastanza simile ai precedenti, visto che anche lui riuscirà sicuramente a mantenere di più le prestazioni sotto carico. Mi aspetto però che l’Air con M1 abbiamo comunque una resa nettamente migliore all’Air Intel pur essendo completamente fanless. Questo perché usa un’architettura già molto rodata in condizioni simili, in particolare su iPad Pro, dove per far emergere una riduzione netta di prestazioni per surriscaldamento bisogna proprio impegnarsi. Diciamo che di massima rimane sempre la distinzione per cui l’Air si adatta meglio ad un approccio più consumer con esigenze generaliste e il Pro ad applicazioni più intensive, ma tutto rapportato diverse spanne avanti rispetto ai modelli che si vanno a sostituire.

È chiaro comunque che vi sia lo spazio per un MacBook Pro 13″ (o 14″) superiore come anche un Mac mini superiore, anche perché quelli attuali hanno solo 2 porte Thunderbolt e non 4 come i top di gamma Intel. Ma di questo se ne riparlerà l’anno prossimo, a cavallo tra il secondo ed il terzo trimestre credo.

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Questione software: molti mi chiedono ancora se funzioneranno gli attuali programmi. La risposta semplice è sì, funzioneranno. Potrebbero esserci delle eccezioni per alcuni software in base all’uso che fanno delle periferiche o dei driver di sistema, ma in generale esiste Rosetta 2 che si occupa di fare da ponte tra il nuovo ed il vecchio mondo. A quanto si è visto finora, pare che questo riesca a sfruttare solo 4 degli 8-core totali, ma considerando i numeri espressi c’è il rischio che le stesse app x86 vadano meglio su M1 che sugli i7 Intel che montavano le precedenti versioni. Siamo un po’ nel territorio delle supposizioni qui, ma ormai mancano pochi giorni per avere delle certezze definitive. Ovviamente le prestazioni migliori si avranno con le app native per Apple Silicon e sono già state convertite tutte quelle di sistema, per cui chi usa tendenzialmente i software di macOS sfrutterà fin da subito il meglio della nuova architettura. E questo vale chiaramente anche per Final Cut Pro e Logic Pro, non solo per Garageband, iMovie, Foto, Keynote, Pages e gli altri.

E poi ci sono ancora tanti che si chiedono che fine farà l’uso di Windows. Beh, qui la condizione di partenza rimane la stessa fin da principio, perché non è possibile installare Windows nativamente con Boot Camp come si faceva con le macchine Intel e non si può neanche virtualizzare la versione x86-64. L’unica strada che si sta battendo per ora è quella di Parallels, che sembra avere un accorto con Microsoft per portare sui Mac con M1 la versione ARM di Windows e da questa si potrebbero emulare le app x86. Quindi virtualizzazione nativa ma con emulazione all’interno. Non di certo una roba ottimale per avere massime prestazioni.

Parallels is also amazed by the news from Microsoft about adding support of x64 applications in Windows on ARM.

Infine vorrei rispondere più specificatamente ad un’altra domande ricorrente, del tipo: perché prendere un Pro se ha lo stesso chip dell’Air? Qui bisogna prima di tutto ribadire che le prestazioni sotto stress potrebbero rivelarsi migliori nel Pro, dunque per chi prevede di eseguire spesso attività intensive la resa sarà migliore. Ma oltre a questo il Pro 13″ si distingue per la presenza di Touch Bar, per la batteria di maggiore durata, microfoni e speaker migliori, uno schermo più luminoso. Possono essere cose più o meno importanti per ognuno, ma rimangono delle differenze oggettive. Rispetto al passato, però, l’Air colma un po’ il gap sullo schermo perché mantiene i 100 nit in meno ma guadagna la copertura P3 come il Pro.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.