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Col debutto dei nuovi Mac con M1, la tentazione è senz’altro forte per molti utenti. Comprare o non comprare? C’è chi ha già deciso di buttarsi (magari anche grazie alla nostra recensione) e chi invece sa di dover attendere generazioni successive, ma c’è anche chi va in cerca di rassicurazioni e consigli. In questa sede vorrei provare ad aiutare gli indecisi a capire se il salto può essere o no una buona soluzione per loro. Cercherò di valutare diverse esigenze tra quelle che vediamo verificarsi con maggiore frequenza ponendole in forma interrogativa, ma rimane una forte componente soggettiva in quasi ogni ambito, da non trascurare se si vuole fare un acquisto consapevole. Detto questo, bando agli indugi e chiediamoci: vale la pena comprare un Mac con M1 se…

…provengo da Windows?

È una domanda che in sé per sé significa tutto e significa niente. Windows e macOS sono due ambienti che presentano parecchie differenze. È come usare due lingue diverse, magari anche con radici distanti tra loro. Si riesce ad esprimere lo stesso concetto su entrambe, però lessico e grammatica possono essere molto diversi. Non si può trattare Windows come se fosse macOS, non si può trattare macOS come se fosse Windows. Bisogna entrare in una nuova ottica di pensiero al fine di esprimere il concetto nell’altra lingua, nel caso specifico effettuare le stesse operazioni che si facevano sull’altra piattaforma. Bisogna quindi dapprima avere volontà di fare lo switch, poi capire le proprie necessità, cercare informazioni ed opinioni legate ad esse, infine decidere se vale la pena procedere oppure no. In generale si può dire che a livello di prestazioni per tipologia di computer finora presenti, i Mac con M1 offrono prestazioni superiori alle controparti dotate di tecnologia Intel o AMD, anche a confronto dei precedenti Mac. Di contro, però, non c’è più il salvagente di Windows su Boot Camp, che in passato dava una certa tranquillità anche agli switcher con più dubbi. Dunque una vera risposta nel merito è ancora più difficile da dare senza ricadere in un consiglio di parte. Quello che posso dire è che chi ha una buona propensione al cambiamento potrà trovare in macOS una piattaforma florida e ricca di software ottimamente realizzati, ma chi sa di aver bisogno di qualcosa che è esclusiva di Windows è bene che trovi e analizzi le alternative di macOS prima di buttarsi.

…uso anche Windows sul Mac?

Al momento la risposta è no. Sia Parallels che VMware sono al lavoro per portare su Apple Silicon i loro software di virtualizzazione, ma il meglio che ci si possa aspettare a breve termine è una Beta. Buone speranze arrivano pure dalle community, che stanno lavorando alacremente, ma anche qui non possiamo attenderci un risultato definitivo in poche settimane. C’è poi anche il fattore Microsoft: da Redmond per ora non vendono al dettaglio le licenze di Windows per ARM, vengono destinate solo ai produttori di PC (anche se, noi non vi abbiamo detto nulla, pare che le chiavi delle edizioni Intel in vendita libera possano essere utilizzate per attivare le corrispettive ARM…). Qualora arrivassero, il discorso potrebbe cambiare anche considerando Boot Camp, cui Apple non sembra aver completamente chiuso la porta per il futuro (se torniamo al 2006, la Beta di Boot Camp non arrivò subito insieme ai primi Mac Intel, seguì solo qualche mese dopo). L’emulatore x86 integrato non è avanzato quanto Rosetta, col supporto a 64-bit in arrivo tra poco sul canale Insider, il che significa qualche mese di Beta prima di poterlo vedere nei rilasci stabili. Insomma, meglio tenersi il proprio Mac Intel e valutare con più calma la situazione.

…uso anche Linux sul Mac?

Come sopra, ma con la differenza che le distribuzioni Linux sono quasi tutte gratuite e una volta che arriveranno le varie soluzioni di virtualizzazione, incluse quelle più particolari come Docker, non ci saranno problemi. Sul dual boot il discorso è un po’ più complicato: se per Windows, posto che arrivi, è plausibile ipotizzare che Apple possa fornire qualche driver di sorta per supportare l’esperienza d’uso, per Linux la palla è nelle mani della comunità open source. Nemmeno sui Mac Intel il supporto è sempre ottimale, soprattutto su quelli più nuovi, proprio perché occorre creare da zero i driver per quei componenti non standard rispetto ai computer non Apple.

…uso applicazioni di produttività (Office, iWork)?

La risposta è sì. Le app di quella che un tempo si chiamava iWork (Pages, Numbers, Keynote) sono già native e lo sono anche quelle di Microsoft Office, anche se attualmente in beta pubblica. Volendo usare le vecchie versioni Intel è comunque possibile grazie all’interprete Rosetta 2 presente in macOS Big Sur. Anche documenti complessi e con Macro non costituiscono impedimenti. Per l’uso da ufficio, coi nuovi Mac si può stare abbastanza sereni fin da subito. Invitiamo alla cautela chi ha necessità della firma digitale: verificare prima che l’app che usate funzioni tramite Rosetta 2.

…uso applicazioni di grafica?

La risposta è sì, ma dipende. Chi si affida a Pixelmator Pro o alla suite Affinity gioverà del supporto nativo fin da subito, mentre con Adobe bisogna affidarsi ancora prevalentemente alle versioni Intel tramite Rosetta, sebbene sia disponibile una versione Beta di Photoshop per Apple Silicon e stia arrivando anche Lightroom. Mancano però all’appello Acrobat, Illustrator ed InDesign, per rimanere in casa Adobe, e non si hanno ancora notizie chiare per Quark Xpress o i plugin di Linotype. Diciamo che per la fotografia e la grafica per il web si può già andare bene fin da subito mentre per chi lavora in ambiti più professionali è bene che tenga a freno la scimmia mentre gli sviluppatori effettuano i porting ed arriva qualche aggiornamento di ottimizzazione su macOS, nonché magari modelli ancor più performanti (qualcuno ha detto MacBook Pro 16”?).

…faccio video editing?

Se si utilizza Final Cut Pro “nudo e crudo” si avranno solo vantaggi, specialmente optando per il MacBook Pro o il Mac mini, che possono permettersi elaborazioni più intense grazie alla dissipazione attiva. Se si utilizzano dei plug-in è meglio prima verificarne la compatibilità. Buone notizie anche per gli utilizzatori di DaVinci Resolve, perché c’è già la beta della versione 17 che gira nativamente su Apple Silicon. Chi fa uso di Premiere ed altri software più lenti ad aggiornarsi, per ora è meglio che rimanga sui Mac Intel, con le stesse considerazioni finali di cui sopra relativamente all’arrivo di futuri modelli ancora più performanti.

…lavoro nel campo audio?

Come sopra: chi utilizza Logic Pro non avrà alcun problema, anzi i test effettuati (ne abbiamo parlato nella recensione del MacBook Air) dimostrano che sui Mac con M1 offre risultati sensibilmente migliori anche rispetto a modelli Intel di fascia superiore. Anche la versione Intel di Adobe Audition sotto Rosetta 2 gira piuttosto bene. Se si fa affidamento ad altre app o plugin di terze parti, vale invece quanto detto per foto e video: aspettare con pazienza informazioni e rilasci.

…sviluppo app e/o giochi?

Chi sviluppa solo per le piattaforme Apple non ha di che aspettare, anzi, deve considerare il passaggio. Sulle compilazioni Xcode si segnalano tempi parecchio ridotti e c’è anche il vantaggio di poter provare la propria app nel simulatore con prestazioni analoghe a quelle che si avrebbero sugli iDevice (sui Mac Intel, invece, il simulatore fa girare a tutti gli effetti una versione x86 di iOS). Le app JAVA, ad esempio, non avranno bisogno di ricompilazione ma la JVM attualmente gira sotto Rosetta 2, anche se con prestazioni molto valide. Basta verificare che il proprio IDE preferito sia già pronto per Apple Silicon o giri adeguatamente sotto Rosetta 2 ma se si sviluppa per altre piattaforme forse è meglio non avere fretta.

…sviluppo siti e/o web app?

In questo caso, invece, la risposta è genericamente sì. La forza delle web app è proprio nel poter essere indipendenti dalle piattaforme, cui invece si legano le applicazioni tradizionali, e i Mac con M1 sono già più che pronti per gestirne lo sviluppo. Certo non tutti gli editor di codice sono già nativi ma c’è ad esempio Panic Nova e anche VSCode, già disponibile per ARM dalla sezione Insider del sito Microsoft. Molti altri girano comunque bene nelle loro vecchie versioni Intel. Già disponibili e correttamente funzionanti anche vari client MySQL.

…faccio CAD/modellazione?

Forse in quel caso la domanda è un’altra: vale la pena comprare uno di questi Mac per tali compiti? Vi ricordo infatti che sono usciti dei modelli base per ora. Sono andati molto al di là dei precedenti in termini di prestazioni ma ciò non toglie che debbano arrivare delle versioni più potenti soprattutto sul fronte grafico. Inoltre questo è uno di quegli ambiti in cui spesso si preferisce Windows per disponibilità generale di strumenti. Detto questo, molto dipende chiaramente delle finalità e dai software che si utilizzano. Ad esempio Blender sembra andare molto bene sotto Rosetta 2 anche sul MacBook Air, mentre la prima release di Rhino compatibile con i nuovi Mac è la 7 appena uscita e quella nativa sarà la prossima, quindi passerà almeno un anno.

…gioco?

Per il gioco “leggero” i modelli con M1 sapranno dare tante soddisfazioni, in parte grazie all’arrivo di tanti titoli di iOS e in parte grazie all’efficienza di Rosetta 2 per quelli che fanno parte del Mac App Store e sono già ben ottimizzati nell’uso delle librerie Metal. Per chi ha bisogno di giocare “seriamente” allora la domanda cambia: vale la pena comprare un Mac? Il mondo Windows continua ad offrire più vantaggi in tal senso, per cui si dovrebbe pensare al massimo ad all’accoppiata Mac più console.

…uso applicazioni o dispositivi non compatibili con le ultime versioni di macOS?

Categoricamente no. Sui nuovi Mac non si possono eseguire versioni di macOS antecedenti a Big Sur, tradizione che era già in vigore su Intel. Se si dispone di un software o una periferica che non gira su macOS più nuovi di High Sierra, ad esempio, non andrà bene nemmeno un Mac del 2019, perché è nato con Mojave o Catalina e non ha supporto a ritroso.

…uso dispositivi particolari (dongle per software specializzati, periferiche professionali, strumenti di accessibilità)?

Conviene aspettare, si tratta di modelli appena usciti e se già le maggiori aziende necessitano di tempo per implementare il loro supporto ad Apple Silicon, a maggior ragione vale per le realtà più specializzate. Vale la pena tenere d’occhio l’avanzamento dei lavori, facendo il cambio al momento opportuno.

…ho un MacBook Air/Pro/Mac mini con un po’ di anni alle spalle?

Fatta la premessa di essersi accertati che il proprio campo d’utilizzo sia soddisfatto dai MacBook Air/Pro/Mac mini con M1, anche in base a quanto sopra discusso ed alla recensione già uscita, la risposta è sicuramente sì. Anzi, meglio farlo il prima possibile, prima che l’onda della svalutazione intacchi troppo negativamente il valore del vostro Mac. Non sono così marcate come nel caso di cui parleremo nella domanda finale, ma anche in virtù di un futuro taglio del supporto (tendenzialmente un Mac smette di ricevere nuove versioni di macOS dopo 6-7 anni dal suo debutto) è preferibile approfittarne ora o al massimo alla prima ghiotta promozione sui nuovi.

…ho un MacBook Air/Pro/Mac mini recente (2018-2020)?

La tentazione sarebbe senz’altro forte, ma il suggerimento è di non essere avventati. La perdita di valore è ancor più marcata nel loro caso, perché sono modelli di recente fuoriuscita e la superiorità dimostrata dai nuovi con M1 li ha purtroppo messi in cattiva luce agli occhi dei ben informati. Certo si potrebbe far leva sull’inconsapevolezza di qualcuno, ma non è una bella cosa. Insomma si rischia di svenderli in netta perdita, non avendo nemmeno ammortizzato l’investimento iniziale. Potrebbe avere un minimo di senso se si ha un modello in configurazione base, che assorbe meglio urti di questo genere rispetto a quelle più spinte o con opzioni. Altrimenti, se il Mac già in uso soddisfa le proprie esigenze, meglio resistere alla tentazione per altri 18-24 mesi. Sicuramente perderanno ancora del valore, ma dopo il botto iniziale la discesa si fa meno ripida e nel frattempo si sarà ammortizzato del tutto il precedente acquisto.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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