MacBook Air, MacBook Pro 13″ e Mac mini sono i primi a passare al SoC M1

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Abbiamo parlato poco fa nel dettaglio del SoC M1, il primo processore Apple destinato ai Mac, che entrano così nel vivo della transizione da Intel, un processo destinato a completarsi entro i prossimi due anni. Vediamo ora i primi tre modelli che fanno il salto ad ARM, tutti “volti noti”: MacBook Air, MacBook Pro 13″ e Mac mini. Stessi design, tanti benefici sia tecnici sia commerciali.

Come già detto, l’estetica non cambia: tutte le migliorie sono concentrate all’interno. Il MacBook Air è dotato del chip M1 come gli altri e si presenta con prestazioni fino a 3,5 volte superiori rispetto al modello Intel appena dismesso; si sale fino a 5 volte se si considera la grafica. L’inclusione del Neural Engine contribuisce poi a fornire un ulteriore spunto a tutte quelle app che fanno uso del machine learning, le cui elaborazioni possono essere addirittura 9 volte superiori. Tutto questo consentirà all’Air di affrontare ambiti sinora preclusi o fortemente sfavoriti, come la modifica di stream multipli 4K su Final Cut Pro e l’esportazione di librerie fotografiche da Lightroom, senza l’utilizzo di ventilazione attiva. Alte prestazioni in alta autonomia, dal momento che promette di arrivare fino a 15 ore di autonomia, sebbene parliamo di un uso moderato (salgono a 18 in riproduzione video). Il grosso delle caratteristiche resta invariato dalla generazione uscente, se si eccettuano alcuni tocchi nondimeno interessanti: lo schermo ora supporta la gamma cromatica P3 e ha una luminosità di 400 nit; è presente il nuovo controller Thunderbolt con supporto integrato USB 4 (sempre due rimangono le porte); sul lato della connettività, il MacBook Air M1 passa al Wi-Fi 6.

Non cambiano le tonalità a disposizione, ovvero oro, argento e grigio siderale. Cambia invece il prezzo e in positivo: il modello base scende dai 1229€ dell’era Intel a 1159€ ed offre M1 octa-core con GPU 7-core, 8 GB di memoria RAM unificata (un modo “alla Apple” per confermare che viene sfruttata sia dal processore principale che da quello grafico) e 256 GB di archiviazione SSD; anche la configurazione top va al ribasso, da 1529€ a 1429€, comprendendo M1 con GPU 8-core e 512 GB di SSD. Restano a parte 16 GB di RAM (+230€) e tagli di SSD da 512 GB (solo per il modello base, +230€), 1 TB (+460€) e 2 TB (+920€). Sono già aperti i preordini con consegne da settimana prossima.

Scenario simile sul MacBook Pro da 13″, dove le prestazioni però salgono ulteriormente grazie al sistema di ventilazione attiva. Gli incrementi nelle performance complessivi lato CPU (2,8x) sono leggermente inferiori rispetto a quelli cui si assiste invece sugli Air, ma alla base nei Pro vi erano processori Intel di differente caratura. In ogni caso, aumenti più che degni considerato che Apple dichiara i nuovi Pro tre volte superiori ai portatili Windows nella stessa fascia di prezzo: non a caso qui vengono coinvolti ambiti ancor più spinti di quelli toccati dagli Air, come l’editing 8K in DaVinci Resolve e la compilazione rapida di codice sorgente. L’autonomia promessa arriva qui fino a 17 ore di uso moderato (20 in riproduzione video). Non ci sono altre modifiche rilevanti se comparato ai modelli Intel, a parte un nuovo set di microfoni ad alta qualità.

Il nuovo Pro 13″ è già disponibile al preordine, con consegne dalla prossima settimana, nelle colorazioni argento e grigio siderale, con due configurazioni di partenza, entrambe dotate di SoC M1 8-core CPU/GPU, 8 GB di memoria RAM unificata e due porte Thunderbolt/USB 4. L’unica differenza è nel taglio di SSD e scendono anche qui i prezzi, seppur meno rispetto agli Air: da 1529€ a 1479€ per il modello con 256 GB, da 1779€ a 1709€ per quello con 512 GB. Restano a parte 16 GB di RAM (+230€) e tagli di SSD da 512 GB (solo per il modello base, +230€), 1 TB (+460€) e 2 TB (+920€). Si sarà notato però che abbiamo citato solo i modelli con due porte Thunderbolt e non 4, non a caso. Questi ultimi sono per ora rimasti ad Intel, senza variazioni significative di prezzi e caratteristiche. Un indizio sul perché viene fornito dalle opzioni relative alla memoria, dato che solo le varianti Intel possono arrivare sino a 32 GB. Immutati anche i Pro 16″, dal momento che per ora le GPU di Cupertino non sono pronte a sostituire le Radeon dedicate. Segni rassicuranti sul fatto che Apple intenda prendersi tutto il tempo che le occorre per completare al meglio la transizione, invece magari di affrettarla a scapito di determinate caratteristiche.

Infine, come direbbe qualcuno: è lui o non è lui? Certo che è lui! Il Mac mini per una volta gioca d’anticipo rispetto agli altri computer desktop di Apple (aiutato anche dal condividere molti componenti coi laptop) e passa al SoC M1. Qui c’è curiosamente un piccolo ritorno al passato, dato che torna il look argentato che lo contraddistingueva sino a qualche anno fa. Anche qui troviamo un sistema di ventilazione attiva per la dissipazione del calore, garantendo così prestazioni analoghe ai MacBook Pro, volendo sbilanciarsi forse persino superiori non avendo qui la necessità di appoggiarsi ad una batteria per l’alimentazione e dunque tenere consumi ridotti.

Come gli altri modelli trattati più sopra, è già pronto al preordine con disponibilità da settimana prossima. Entrambe le configurazioni hanno il SoC M1 in configurazione 8-core CPU/GPU e 8 GB di memoria unificata (purtroppo c’è più di qualche dubbio sulla possibilità di espansione della RAM che veniva offerta invece su Intel), cambiando solo lato SSD: parliamo di 819€ per 256 GB e 1049€ per 512 GB. Anche qui calano i prezzi, dato che prima iniziavano rispettivamente da 949€ e 1299€. Restano a parte 16 GB di RAM (+230€) e tagli di SSD da 512 GB (solo per il modello base, +230€), 1 TB (+460€) e 2 TB (+920€). Per chi avesse ancor bisogno di opzioni RAM ancor più spinte, Apple ha mantenuto pure una configurazione con Intel Core i5 di ottava generazione, datata e ben poco economica dal momento che parte da 1359€: qui si può arrivare sino a 64 GB (+1150€; 32 GB +690€) e volendo con 240€ in più si può passare ad un i7, sempre 8th-gen.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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