Recensione iPhone 12 vs iPhone 12 Pro: analisi e confronto

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All’inizio era solo lui, l’iPhone. Con la versione 6 è stata introdotta la variante con schermo più grande e insieme a XS è arrivato anche il terzo incomodo: l’iPhone XR. In una lineup a tre è stato quest’ultimo a raccogliere i maggiori favori del pubblico, principalmente perché più economico degli altri. La stessa offerta è stata mantenuta con l’iPhone 11, mentre con la nuova generazione 2020 è arrivata una quarta variante: l’iPhone 12 mini. Tutto questo senza considerare i modelli “speciali”, ovvero iPhone 5c, iPhone SE ed SE 2. Apple ha chiaramente cambiato strategia nel corso del tempo, arrivando a coprire un numero maggiore di fasce di prezzo. L’idea di fondo è sempre quella di vendere quanti più smartphone possibile ma l’obiettivo è leggermente cambiato, dando più importanza ai servizi. Offrire un iPhone per ogni tasca significa venderne di più e quindi avere più utenti potenziali a cui proporre abbonamenti. Pensate che attualmente ci sono ben 7 iPhone nei suoi store, partendo da quello più tradizionalista (SE), passando per i due entry-level delle precedenti generazioni (XR e 11) e concludendo con le quattro nuove varianti di iPhone 12. 

L’introduzione del mini allo stesso prezzo del precedente 11 ha portato più in alto il listino dell’iPhone 12 standard, che tuttavia ha guadagnato lo schermo OLED riducendo la distanza del 12 Pro. Quest’ultimo presenta uno schermo più grande di prima, passando da 5,8″ a 6,1″, ovvero la medesima diagonale dell’iPhone 12. In sostanza abbiamo due iPhone che condividono le dimensioni ed il 90% delle specifiche tecniche, con una differenza di prezzo di 250€ confrontando le due versioni base e di 200€ se si considera il taglio da 128GB per entrambi (il 12 parte da 64GB).

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Agli estremi della gamma ci sono gli altri due modelli: l’iPhone 12 mini ha le stesse specifiche del 12 ma costa di meno ed è più compatto, l’iPhone 12 Pro Max è il più costoso ed è diventato ancora più grande (6,7″), inoltre è dotato di alcune funzioni esclusive che mancano anche al 12 Pro. Mentre questi due sono destinati ad utenti completamente diversi, iPhone 12 e 12 Pro sono molto simili perché condividono la diagonale dello schermo, gran parte del design e delle caratteristiche tecniche.

Flat design

C’è grande entusiasmo in merito al ritorno del design con bordo piatto. Parlo di ritorno in quanto è sì simile a quello dell’iPad Pro, ma il riferimento più lontano risale all’iPhone 4. A parte i corsi e ricorsi storici, questo cambiamento rende gli smartphone meno scivolosi e migliora la stabilità della presa. Sono tuttavia anche più spigolosi, cosa che si avverte un po’ sul 12 Pro e sarà più evidente con il 12 Pro Max. Mi piace anche la possibilità di far stare lo smartphone in piedi senza supporti. Devo tuttavia dire che molte cover su iPhone 11 avevano un effetto molto simile in mano e facendo un sondaggio su Instagram è venuto fuori che solo il 25% degli utenti non utilizza custodie. Credo però che questa percentuale possa aumentare con gli iPhone 12 per via delle maggiore sensazione di sicurezza nella presa che riescono a trasmettere.

Su tutti gli iPhone 12 Apple ha introdotto il nuovo Ceramic Shield, che ricopre lo schermo e il dorso. L’azienda dichiara una resistenza alle rotture quattro volte superiore rispetto al vetro Gorilla Glass di iPhone 11, ma non si è espressa riguardo ai graffi. A me sembra comunque che ci sia un miglioramento anche da questo punto di vista, perché con gli iPhone 11 mi sono ritrovato gli schermi deturpati dopo pochissimi giorni senza pellicola protettiva.

Il modello Pro usa un materiale più pregiato per il frame di contorno, che è d’acciaio invece che alluminio. Cambiano anche le finiture: sostanzialmente l’una il contrario dell’altra. Su iPhone 12 il retro è lucido ma il camera bump ed il contorno sono opachi, mentre sul 12 Pro il retro è opaco e gli altri elementi lucidi. Io avrei preferito tutto opaco, anche perché l’acciaio sul frame dei modelli Pro è bello quando è pulito, lucido e scintillante, ma attira le ditate in modo esagerato. Sui Pro il colore dell’anno è il blu pacifico, che ricorda molto il verde notte degli iPhone 11 Pro in quanto a saturazione ed eleganza; gli altri sono i classici argento, oro e nero (quest’anno si chiama “grafite”). Su iPhone 12 spariscono giallo e viola ma arriva l’azzurro, mentre il (product)RED è stato schiarito, sembra quasi più un corallo.

Come opinione del tutto personale devo dire che il retro opaco del 12 Pro blu pacifico è quello che preferisco, ma i pulsanti in acciaio, ora più larghi e piatti, risultano un po’ taglienti sotto le dita (in particolare quelli del volume). Il retro dell’iPhone 12 blu è sicuramente più banale, ricorda quello delle auto senza vernice metallizzata, però non mi dispiace. Qui il bordo è satinato e non attira le ditate, ha un grip migliore e tasti laterali più gentili sotto i polastrelli. Il lato negativo è che potrebbe essere più incline a graffiarsi con il tempo e anche le viti inferiori argentate non sono il massimo (sui Pro sono in tinta). Complessivamente trovo l’iPhone 12 più comodo in mano, in particolare grazie ai 25 grammi in meno rispetto al Pro che si sentono tutti.

Il formato giusto

È dai tempi dell’iPhone 7 Plus che acquisto i modelli più grandi. Apprezzo la portabilità (e l’economia) delle versioni piccole, ma preferisco gli schermi ampi per lavorare comodamente con email, testi, codice, foto e video. Il mio target quest’anno sarà probabilmente il 12 Pro Max, anche perché Apple gli ha concesso alcune esclusive lato fotografico che mi interessano molto, ovvero un sensore stabilizzato e più grande per la fotocamera primaria ed una tele leggermente più spinta (anche se di poco). Negli anni passati ho apprezzato il formato intermedio di iPhone XR ed 11, ma non tanto quello più piccolo del Pro. Per assurdo trovo più interessante il nuovo 12 mini visto che è ancora più compatto, quindi si può ritagliare un ruolo differente. Comunque XR e 11 erano un po’ ingombranti perché più spessi, pesanti e con bordi maggiorati intorno allo schermo LCD, mentre quest’anno il 12 è identico al 12 Pro. Quindi abbiamo lo schermo OLED con cornici leggermente più sottili e i bordi piatti. Se si mettono a confronto 11 e 12 sembra che a quest’ultimo abbiano rifilato i bordi di netto, un po’ come quando si toglie la crosta ad un toast. La differenza rispetto ad 11 non è tanta però si nota in mano, dove risulta più leggero e comodo, ed anche sul fronte design, più fresco e moderno.

In sostanza il 12 è diventato più compatto e il 12 Pro è cresciuto, ritrovandosi entrambi con questo nuovo formato davvero riuscito. Con 6,1″ ed uno spessore di poco superiore ai 7mm, è certamente il miglior compromesso finora realizzato da Apple. Sono smartphone tascabili e maneggevoli ma che non costringono ad accontentarsi di uno schermo piccolo. Sto apprezzando davvero tanto queste dimensioni, al punto che se Apple non avesse deciso di assegnare delle novità esclusive al Max avrei quasi sicuramente optato per il 12 Pro quest’anno. E non è detto che non finirà così… tutto dipende da come andrà la prova del Max.

Potenza senza confronti?

Diciamoci la verità, da diversi anni a questa parte non è per niente facile notare i miglioramenti di velocità tra un iPhone ed il successivo. E allora ci affidiamo ai benchmark, i quali ci dicono molto chiaramente che l’A14 va benone. Chiaro che lui rimarrà così per un anno intero, quindi si dovrà confrontare anche con smartphone che usciranno tra tanti mesi da oggi, ma non è così scontato che i suoi numeri vengano eguagliati. Le prestazioni in single-core sono infatti le migliori mai registrate, anche a confronto con i processori dei computer desktop (solo i recenti AMD Ryzen 5000 fanno leggermente meglio). Apple ha utilizzato la formula ormai rodata dei 6-core, 2 dei quali ad alte prestazioni e 4 ad alta efficienza, lasciandosi lo spazio per scalare la medesima architettura verso l’alto per delle versioni con più core, da utilizzare sui futuri iPad Pro o i Mac con Apple Silicon. Comunque già le prestazioni dell’A14 eccedono ampiamente le reali necessità di uno smartphone. Per questo non si vede alcuna differenza nell’uso quotidiano se si mette a confronto con un iPhone 11 ed il suo A13. I pochi momenti di attesa che si possono riscontrare dipendono quasi sempre dalla velocità della rete, dal caricamento di dati o dai bug delle applicazioni.

Questo “eccesso” di potenza è comunque più utile di quanto si immagini: è una delle motivazioni principali per cui Apple riesce a mantenere aggiornati gli smartphone per un numero maggiore di anni rispetto alla concorrenza; ma soprattutto viene utilizzata dal dispositivo per consegnarci delle funzionalità molto avanzate che non richiedono praticamente nessuna attesa.

Tutti gli iPhone 12 montano lo stesso SoC ma nei modelli 12 e 12 mini ci sono 4GB di RAM, come negli 11 Pro dello scorso anno. Nei 12 Pro, invece, la memoria sale a 6GB, con un impatto visibile anche se solo in alcune circostanze. Quella che si può notare più facilmente è nel mantenimento di un numero maggiore di app attive in multitasking, dandoci la possibilità di ripescarne qualcuna in più nello storico del task manager senza richiedere un nuovo caricamento. Ci potranno essere altre differenze minori qua e là, ma difficilmente impatteranno nell’uso quotidiano. Potrebbe tuttavia essere la differenza di RAM la motivazione per cui sugli iPhone 12 si può registrare video in HDR Dolby Vision solo fino a 30fps e non fino a 60fps come fanno i Pro.

Una novità degli iPhone 12 è la presenza del 5G, cosa che ad oggi non moltissime persone avranno modo di sfruttare: ad esempio il mio comune non è ancora coperto. Tuttavia l’assenza del 5G non sarebbe stata tollerata oggi come lo è stata l’anno scorso sugli iPhone 11. Il 5G è presente in tutti i modelli della gamma e con la medesima antenna, mentre l’anno scorso gli 11 ne avevano una più lenta. Il nuovo chip radio di Qualcomm è quindi un upgrade anche sul fronte del 4G rispetto ai vecchi 11 ma è sostanzialmente pari nelle prestazioni rispetto a quello dell’11 Pro (almeno nei miei test).

Schermo

Nei due anni passati gli utenti hanno espresso chiara preferenza per iPhone XR ed 11, sia per il prezzo che per la dimensione del display piuttosto indovinata. Non stupisce dunque che Apple abbia deciso di focalizzare le sue attenzioni proprio sui 6,1″ nei nuovi cavalli di battaglia: iPhone 12 e 12 Pro. Entrambi hanno ottenuto dei vantaggi: il Pro è cresciuto, da 5,8″ a 6,1″, e il 12 ha un pannello tutto nuovo, abbandonando la tecnologia LCD in favore di quella OLED ed aumentando anche la risoluzione. Sicuramente la differenza si può apprezzare per la resa del nero ed il contrasto, ma, senza conoscere i dettagli tecnici, molti utenti potrebbero non accorgersene affatto. Voglio dire che se date in mano un iPhone 11 ed un 12 ad una persona che non sa in cosa differiscono gli schermi potrà notare il vantaggio del 12 solo in un paio di occasioni, ad esempio  per la riproduzione del nero in un ambiente buio o analizzando la definizione da vicino. Un terzo vantaggio si apprezza utilizzando la modalità HDR, perché il display sale fino a 1000 nit di luminosità. Gli schermi del 12 e del 12 Pro sono identici da questo punto di vista, così come per dimensione e risoluzione, tuttavia il 12 Pro ha un leggero vantaggio sulla luminosità tipica in modalità standard (SDR). Una differenza che però si fa fatica a notare dal vivo, infatti anche lo schermo del 12 è adeguatamente visibile alla luce del giorno.

In generale si tratta di ottimi pannelli, con pochissimo color shifting, tanta luminosità e ottimi colori. Dispiace che Apple non abbia aumentato la frequenza di refresh, introducendo magari la tecnologia ProMotion di iPad Pro, che consente di variarla automaticamente da un minimo di 24Hz ad un massimo di 120Hz. Ho provato, possiedo ed utilizzo regolarmente smartphone Android con schermi da 90, 120 e 144Hz, apprezzando il vantaggio in alcuni ambiti, come nel gaming. Però, se metto da parte il “fastidio” per questa possibilità mancata, devo ammettere di non avvertire i 60Hz come una limitazione. Le animazioni di iOS sono così morbide e curate che tutto appare sempre molto fluido e non lascia spazio ad un reale rimpianto.

L’ipotesi più plausibile dietro l’assenza di ProMotion deve tener conto di tanti fattori. Lo schermo con più alto refresh rate consuma più batteria ed Apple ha dovuto ridurla un po’ quest’anno per poter contenere lo spessore degli smartphone, che viene percepito peggiore di quel che realmente è per via del bordo squadrato. Inoltre l’azienda ha voluto spingere tanto sul 5G, presente su tutti i modelli, e anche questo ha il suo bel consumo (se utilizzato). In sintesi nell’economia generale del prodotto si è probabilmente ritenuto meno importante l’upgrade sul pannello, anche se magari qualcuno avrebbe preferito avere questo invece del 5G. Purtroppo non possiamo influire più di tanto su queste scelte se non esercitando il diritto di ogni consumatore di non acquistare prodotti che non rispecchiano i propri gusti.

Altro aspetto negativo per lo schermo è il notch. Sono sicuro che a molti non dispiace e tanti altri ci avranno fatto l’abitudine, ma rimane un elemento fastidioso a prescindere dal fatto che ormai caratterizza praticamente solo gli iPhone. Inizialmente l’hanno imitato tutti ma poi l’hanno in un “certo senso” superato, scegliendo soluzioni più creative per ridurre al minimo i tagli sullo schermo. Ho messo tra apici il “certo senso” perché ci sono schermi con tagli inferiori o completamente assenti, ma non hanno un sistema di autenticazione complesso come il Face ID. Da una parte io supero il fastidio del notch proprio grazie all’apprezzamento per le qualità e la sicurezza di questo sistema d’autenticazione ma dall’altra sappiamo tutti che da un anno a questa parte si riesce a sfruttare bene solo al chiuso, in famiglia o in solitudine, dato che altrove si devono usare sempre le mascherine.

In termini generali, mi sembra assurdo aspettarsi che la progettazione di un prodotto tenga conto di un fattore sociale temporaneo. Si può discutere su quanto sia o sarà effettivamente di passaggio questa pandemia, ma non è così scontato che una condizione di passaggio influenzi l’ingegnerizzazione di un prodotto che viene definito molti mesi prima del suo arrivo sul mercato. Tuttavia la presenza del Touch ID miniaturizzato nel tasto di accensione del nuovo iPad Air 4 e il fatto che la minaccia da COVID-19 abbia ormai superato un interno anno senza regredire significativamente, mi fa pensare che Apple avrebbe potuto fare di più. Magari si poteva prevedere il Touch ID nei Pro in aggiunta al Face ID, come distinzione dai modelli base, oppure metterlo solo su questi ultimi al posto del Face ID, riducendone il prezzo. Non so quale soluzione sarebbe potuta essere migliore ma continuo a pensare all’assenza del Touch ID su iPhone 12 come uno dei principali mancati update, più di ProMotion o di altre cose a mio avviso secondarie. Sono piuttosto stanco di dover mettere il codice manualmente così tante volte al giorno perché il Face ID non può riconoscermi con la mascherina. Per altro mi chiedo: perché non aggiungere un’opzione per analizzare tutti gli altri aspetti fisici che rimangono visibili quando si indossa la mascherina? Sarebbe stata meno sicura, quindi doveva essere a scelta dell’utente, ma avrebbe reso la situazione attuale decisamente più sopportabile.

Batteria, Autonomia, MagSafe

Come ho già anticipato, Apple ha ridotto leggermente la capacità delle batterie sui nuovi iPhone per contenere lo spessore dei device. Non voglio giustificarli ma va detto che il bordo piatto “ingrassa”. Comunque l’obiettivo tipico della giornata viene rispettato con entrambi. Sembra tuttavia che il 12 Pro consumi un po’ di più, ma nell’ordine del 5%. A giudicare dalla specifiche, le uniche motivazioni di questa differenza potrebbero essere i 2GB in più di RAM e la maggiore luminosità tipica dello schermo, visto che per il resto sono sostanzialmente uguali. Comunque l’11 durava di più perché aveva un pannello LCD con minore risoluzione e più batteria e 11 Pro durava forse un po’ di più del 12 Pro per via dello schermo piccolino. Insomma, non sono entrambi campioni di autonomia ma si superano le 3h di schermo arrivando a sera con più del 10% residuo. Se non si gioca o si spreme troppo l’hardware, non sono smartphone problematici da questo punto di vista. Certo bisognerà vedere con il passare del tempo e con il normale deterioramento come si comporteranno, ma chi ha necessità di tanta autonomia sa già di dover preferire la versione Max.

Semmai il problema è che manca il caricatore in dotazione, dato che nella scatola ci sono solo lo smartphone ed il cavo di ricarica Lightning/USB-C. Ho già parlato approfonditamente della cosa più volte, sia nel video di presentazione degli smartphone che in quello con le mancanze principali, dunque voglio evitare di ripetermi ancora e ancora. Dico solo che trovo giusto il concetto di fondo ma sbagliata l’applicazione. L’alimentatore poteva essere opzionale per l’utente, potevano detrarre il suo costo dal prezzo, potevano mettere un adattatore da USB-C ad USB-A in confezione per farci usare i vecchi alimentatori. Invece lo hanno tolto, insieme agli auricolari, senza riduzione di prezzo e dandoci solo un cavo da Lightning ad USB-C, quando solo dall’anno scorso hanno iniziato ad usare alimentatori con questo standard negli iPhone. In pratica si sono tenuti loro tutti i vantaggi, compresi quelli sulla spedizione di pacchi più piccoli, lasciando a noi solo l’onere di dover acquistare un alimentatore USB-C, a meno che già non si possegga per altre ragioni. E deve essere quello nuovo da 20W per sfruttare la ricarica wireless alla velocità di 15W perché con quello da 18W si va molto più lenti (circa 7.5W) e anche con l’alimentatore da 100W del MacBook Pro 16″ non si superano i 12W. Sia chiaro: a me non interessa molto la ricarica rapida visto che ricarico gli smartphone la notte con tutta tranquillità e lo noterete anche perché non ho fatto dei test di velocità. Ci tenevo solo a sottolineare che in tutta questa storia, potenzialmente positiva per l’ambiente, per Apple e per gli utenti, alla fine gli unici ad aver perso qualcosa siamo noi.

Per giunta guardando il prezzo di un caricatore simile di marche buone, come quello di Anker che costa poco meno di 20€, ci si sente anche invogliati a prendere quello originale Apple a 25€, finendo per dare a loro un ennesimo vantaggio. Ma dopotutto non è una novità che questi siano dei geni del marketing.

Il nuovo MagSafe consiste essenzialmente in un magnete circolare intorno ad una bobina di ricarica wireless. In realtà la carica magnetica sullo smartphone è davvero bassissima ed è il disco del MagSafe a fare il 90% del lavoro. I vantaggi di questa tecnologia si possono riassumere essenzialmente in una carica più efficace e nell’inaugurazione di un nuovo ecosistema di accessori. Per ora si tratta solo di una promessa interessante, un’opzione in più per gli utenti che sono disposti a spendere 45€ per il cavo più 25€ per l’alimentatore o 149€ per l’alimentatore duo solo per non rischiare di lisciare la basetta di ricarica. Se vi interessa l’argomento vi lascio un video dedicato al MagSafe ed ai suoi pregi e difetti.

Foto e video

L’iPhone 12 mantiene lo stesso schema a due fotocamere del modello precedente, quindi senza la tele che troviamo in aggiunta sui modelli Pro. I sensori hanno sempre risoluzione di 12MP, che Apple ritiene ottimale per il rapporto segnale/rumore. L’obiettivo della camera principale wide è stato riprogettato per migliorare la qualità e la luminosità, che ora è di f/1,6 invece di f/1,8. Questa è praticamente l’unica differenza hardware nel comparto fotografico di iPhone 12 e 12 Pro rispetto ai corrispettivi dello scorso anno, le altre modifiche riguardano esclusivamente le nuove funzioni.

Gli smartphone hanno sensori piccoli ed obiettivi mediocri, nulla che si possa comparare a quelli utilizzati nelle fotocamere. Eppure ci danno la possibilità di ottenere immagini molto belle con una facilità estrema. La magia sta tutta nella fotografia computazionale, ovvero nell’intelligenza che i produttori riescono ad inserire nei propri dispositivi. Oltre ai tradizionali automatismi per l’esposizione e la messa a fuoco, che si possono anche correggere con dei semplici tap sullo schermo, ci sono tutta una serie di operazioni che vengono eseguite “di nascosto” quando si preme il pulsante di scatto. Sono queste che riescono a trasformare le fotografie affinché appaiano vivide, ricche di dettagli e con pochissime aree sovra o sotto esposte.

Ad ogni generazione queste tecnologie migliorano ed è per merito loro se oggi fare una foto è diventato così semplice. Per ottenere risultati analoghi con una vera fotocamera si deve scattare in RAW, portare il file al computer e saperlo post-produrre. Quindi un’operazione decisamente più lunga che richiede tempo, voglia e competenze. Infatti anche i fotografi tendono sempre più spesso a preferire questa “scorciatoia” per gli scatti del quotidiano. Oltre alle tecnologie nascoste ce ne sono alcune su cui Apple punta maggiormente e a cui assegna anche un nome commerciale. Fino allo scorso anno alcune erano riservate esclusivamente alla fotocamera principale, altre non funzionavano sulla ultrawide, mentre con gli iPhone 12 sono presenti su tutte, anche sulla fotocamera frontale.

Una delle più in vista è Smart HDR 3, che regola l’esposizione della scena per piccole aree al fine di limitare al minimo quelle sovra o sotto esposte, quindi troppo bianche o completamente nere. Risulta effettivamente più efficace rispetto la precedente versione su iPhone 11, ma è anche un po’ estrema. Per il mio occhio è fin troppo esagerata, restituendo immagini con una gamma dinamica poco credibile e, proprio per questo motivo, meno affine a quella delle tradizionali fotografie.

A questo si aggiunge Deep Fusion (ora presente anche sulla ultra grandangolare) che utilizza gli scatti delle altre fotocamere (wide e tele) per migliorare i dettagli della scena. Idea davvero intelligente che va anche a contro-bilanciare la risoluzione modesta dei sensori utilizzati nell’iPhone 12. Tuttavia il risultato finale mostra un livello esagerato di micro-contrasto aggiunto che a me non piace. Ci sono effettivamente più informazioni catturate rispetto all’iPhone 11 con la ultrawide, però l’elaborazione finale le enfatizza in modo eccessivo.

Altra novità per la camera ultra-wide è che arriva pure qui la Night Mode, che ci consente di scattare di notte o con poca luce ottenendo immagini molto più nitide e ricche di dettagli. L’efficacia è evidente ma si possono notare alcuni eccessi di elaborazione anche qui, in particolare sui contorni degli oggetti.

Con la modalità notte vengono a volte enfatizzati anche i difetti ottici che si hanno in presenza di sorgenti di luce, essendo più illuminati anche loro insieme alle ombre. Questa funzione fa quasi miracoli quando è buio pesto ma nelle situazioni di penombra quasi preferisco il look senza Night Mode. Chiaramente questa si può disattivare ma si perdono tutti i detagli aggiuntivi, quindi per ottenere i migliori risultati si deve intervenire quasi sempre riducendo l’esposizione con un tap sullo schermo (io non l’ho fatto per simulare l’uso della fotocamera dell’utente medio).

Meno sbandierata ma piuttosto interessante la nuova funzione correzione obiettivo, che si trova nelle impostazioni della fotocamera. Il suo effetto è molto visibile sulle fotografie ultra-wide dove l’iPhone rimuove sia la tipica distorsione a barilotto che un po’ di vignettatura.

I miglioramenti discussi arrivano pure sulla fotocamera frontale e si apprezza particolarmente la modalità notte. Richiede di rimanere più tempo “in posa” ma funziona anche se ci si muove un minimo. Al confronto i selfie in nottura di iPhone 11 sono completamente “piallati” dalla riduzione rumore, mentre quelli di iPhone 12 e 12 Pro sono decisamente più ricchi di informazioni e dettagli. Un netto passo in avanti.

Di giorno, però, viene fuori quella tendenza ad esagerare con l’esposizione, che schiarisce bene i volti ma è fin troppo eccessiva. Inoltre la modalità ritratto con la camera frontale è sempre un terno al lotto: qualche volta fa discretamente bene il suo lavoro ma in tante altre succede quello che vedete qui sopra. Quindi è una funzione che tendo proprio ad evitare.

Non ho notato differenze tra 11 Pro Max e 12 Pro sui ritratti in tele, mentre ricordo che sul 12 questa fotocamera manca e si userà sempre l’inquadratura wide, decisamente meno efficace. Il miglioramento viene fuori grazie alla possibilità di usare la modalità notte con ritratto, perché anche se l’immagine può sembrare molto simile (sopra) nel dettaglio si vede che è meno rumorosa e con più informazioni (sotto).

Insospettabilmente è il LiDAR a dare una bella marcia in più al 12 Pro, principalmente nella messa a fuoco con poca luce, che tentenna sia sul 12 che sui precedenti 11 ma è velocissima e precisa nel 12 Pro per via del nuovo sensore. Questo viene utilizzato anche per migliorare l’affidabilità della realtà aumentata, ma devo dire che si nota di più l’apporto sull’AF di notte (un esempio è nel video in cima all’articolo).

In sintesi ho apprezzato molto l’impegno di Apple per rendere ancora più integrate le fotocamere, facendole comportare tutte praticamente allo stesso modo. E i vantaggi dovuti alle novità tecnologiche si avvertono in molti ambiti. Il mio unico rimpianto è che dopo tanti anni in cui Apple si era differenziata dalla concorrenza con un approccio più moderato all’esposizione delle foto ed al loro sviluppo, oggi si sia in un certo senso arresa, assecondando l’occhio dell’utente inesperto che vuole vedere tutto luminoso, saturo e iper-contrastato. Per fortuna si può sempre regolare l’esposizione con un tocco sullo schermo, ma ora lo faccio molto più spesso che su iPhone 11.

Lato video gli iPhone sono ormai il punto di riferimento per solidità dei risultati, specialmente a partire dall’11 dello scorso anno. Le specifiche sono simili a quello dello scorso anno e sono buone ma non esagerate, nel senso che non abbiamo ad esempio l’8K (anche perché la risoluzione del sensore non basterebbe) ma il 4K è davvero molto buono. La messa a fuoco è fluidissima e precisa (specie sul Pro che con il LiDAR è efficace pure di notte), la stabilizzazione è molto valida, l’immagine è nitida (anche troppo) e l’esposizione quasi sempre accurata. Per altro il 4K ha un bitrate decente per uno smartphone e arriva a 60fps mantenendo tutte le buone qualità finora descritte, mentre con lo slow-motion in FullHD si sale a 240fps (ma qui aspettatevi artefatti perché il bitrate non è sufficiente).

Lato video il Pro ha il vantaggio della tele 2x e di uno zoom digitale che può raggiungere i 6x interpolando, mentre è al massimo 3x sul 12. Sul fronte stabilizzazione va detto che molto del lavoro viene svolto da quella digitale, poiché quella ottica arriva solo fino ad un certo punto. E quest’ultima viene sempre applicata subito dopo il termine di una registrazione, quindi in fase di cattura i video appaiono più mossi. Questa stabilizzazione predilige la fluidità dei movimenti, che effettivamente è incredibile, ma quando ci sono dettagli fini nella scena (come i rami di un albero) è meglio essere davvero cauti con i movimenti per non far apparire degli artefatti. Speravo che Apple avesse migliorato questo aspetto rispetto all’11 ma lo vedo identico (un test è nel video in cima all’articolo).

La novità più discussa lato video è che gli iPhone 12 sono i primi smartphone a registrare video HDR con lo standard Dolby Vision. Chiarisco subito che questa modalità è attiva di default e non si spegne con il toggle “HDR smart” nelle impostazioni, il quale ha effetto solo sulle foto. Si passa alla registrazione standard SDR andando a disattivare i formati ad “efficienza elevata” scegliendo la modalità “più compatibile”, cosa che ci fa perdere le nuove codifiche HEVC per il video e HEIF per le foto, passando ai precedenti H.264 e JPG. Si passa alla registrazione SDR dalle Impostazioni / Fotocamera / Registra Video togliendo la spunta su Video HDR. Altra cosa interessante da sapere è che quando si registra video con questo formato lo schermo passerà alla modalità Dolby Vision (come fanno anche i TV) e porterà la luminosità al picco di 1000 nit, sia su iPhone 12 che 12 Pro. Il ché significa che si noterà proprio lo schermo improvvisamente molto più acceso rispetto alla modalità foto. Negli iPhone 12, però, il Dolby Vision è supportato solo fino a 30fps, quindi passando a 60fps si vedrà di nuovo la luminosità scendere nel range tipico.

Giusto per informazione: io registro video con iPhone (e con le fotocamere) sempre a 24fps, sia perché ne preferisco l’estetica sia per ottenere uno slow motion leggermente più elevato registrando a 60fps (o multipli) quando poi si converte a 24fps. Sulle videocamere si può anche fare con 25/50fps, che sarebbe più corretto per il nostro standard locale PAL, ma su internet e al computer tutto segue gli standard americani e dunque registrando direttamente a 24 ho notato solo vantaggi.

Conclusione

Voto 4,5/5Diciamolo, tanto per iniziare con un sorriso: gli iPhone 12 sono i migliori di sempre. Ci scherzo sopra perché è una di quelle frasi ad effetto prive di un reale significato, dato che è quello che ci si aspetta da un modello nuovo. Si può discutere di quanti e quali cambiamenti ci siano, di cosa sia davvero importante per ogni utente, ma il concetto di fondo non cambia: 12 è più di 11. Prima di trarre le ultime conclusioni vi lascio dare uno sguardo alla mia mega tabella di confronto con tutti i modelli, che include anche i due ritardatari: iPhone 12 mini e 12 Pro Max (le cui recensioni arriveranno più avanti).

Modello iPhone 12 mini iPhone 12 iPhone 12 Pro iPhone 12 Pro Max
Schermo 5,4″ 6,1″ 6,1″ 6,7″
2340×1080 px
(476ppi)
2532×1170 px
(460ppi)
2532×1170 px
(460ppi)
2778×1284 px
(458ppi)
OLED Super Retina XDR, True Tone, P3, HDR
Luminosità tipica/HDR 625/1200 nit 625/1200 nit 800/1200 nit 800/1200 nit
Costruzione Alluminio e Ceramic Shield Alluminio e Ceramic Shield Acciaio e Ceramic Shield Acciaio e Ceramic Shield
Colori Bianco
Nero
Blu
Verde
Rosso
Bianco
Nero
Blu
Verde
Rosso
Argento
Grafite
Blu Pacifico
Oro
Argento
Grafite
Blu Pacifico
Oro
Resistenza Rating IP68 (profondità massima in acqua 6m per 30 minuti)
SoC Apple A14 Bionic
RAM 4 GB 4 GB 6 GB 6 GB
Connettività LTE / 5G / Bluetooth 5.0 / Wi-Fi 6 / NFC / Ultrawide Band (U1)
Fotocamera (1) Grandangolare
Risoluzione Foto 12 MP 12 MP 12 MP 12 MP
Video 4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 60fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 60fps
Focale 26mm 26mm 26mm 26mm
Luminosità f/1,6 f/1,6 f/1,6 f/1,6
Stabilizzazione Ottica Ottica Ottica Sul Sensore
Dimensione pixel 1.4 µm 1.4 µm 1.4 µm 1.7 µm
Modalità Notte
Deep Fusion
Smart HDR 3
Apple ProRAW No No
Fotocamera (2) Ultra grandangolare
Risoluzione Foto 12 MP 12 MP 12 MP 12 MP
Video 4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 60fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 60fps
Focale 13mm (120°) 13mm (120°) 13mm (120°) 13mm (120°)
Apertura f/2,4 f/2,4 f/2,4 f/2,4
Stabilizzazione Digitale Digitale Digitale Digitale
Modalità Notte
Deep Fusion
Smart HDR 3
Apple ProRAW No No
Fotocamera (3) Teleobiettivo
Risoluzione Foto 12 MP 12 MP
Video 4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 60fps
4K 60fps
FullHD 240fps
HDR Dolby Vision 60fps
Ingrandimento 2x 2,5x
Focale 52mm 65mm
Luminosità f/2,0 f/2,2
Stabilizzazione Ottica Ottica
Modalità Notte
Deep Fusion
Smart HDR 3
Apple ProRAW
Fotocamera Frontale TrueDepth Camera
Risoluzione Foto 12 MP 12 MP 12 MP 12 MP
Video 4K 60fps
FullHD 120fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 120fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 120fps
HDR Dolby Vision 30fps
4K 60fps
FullHD 120fps
HDR Dolby Vision 30fps
Focale 23mm 23mm 23mm 23mm
Luminosità f/2,2 f/2,2 f/2,2 f/2,2
Stabilizzazione Digitale Digitale Digitale Digitale
Modalità Ritratto
Modalità Notte
Deep Fusion
Smart HDR 3
Autenticazione Face ID Face ID Face ID Face ID
Dimensioni
Larghezza 6,42 cm 7,15 cm 7,15 cm 7,81 cm
Altezza 13,15 cm 14,67 cm 14,67 cm 16,08 cm
Spessore 0,74 cm 0,74 cm 0,74 cm 0,74 cm
Peso 133 g 162 g 187 g 226 g
Autonomia
Riproduzione video 15 ore 17 ore 17 ore 20 ore
Streaming 10 ore 11 ore 11 ore 12 ore
Ricarica Lightning / Wireless Qi / Compatibile MagSafe
Dotazione Cavo Lightning/USB-C (alimentatore non incluso)
Prezzi
64GB 839€
128GB 889€
256GB 1009€
64GB 939€
128GB 989€
256GB 1109€
128GB 1189€
256GB 1309€
512GB 1539€
128GB 1289€
256GB 1409€
512GB 1639€
Preordini 6/11/2020 16/10/2020 16/10/2020 6/11/2020
Disponibilità 13/11/2020 23/10/2020 23/10/2020 13/11/2020

Certamente si avrà un quadro più completo dopo il 13 novembre, quando partiranno le consegne delle altre due varianti che non vedo l’ora di testare. Rimane però evidente che quest’anno, ancor più che nei precedenti, i modelli di riferimento per gran parte del mercato siano il 12 e il 12 Pro. Il 12 mini sembra avere molti estimatori, potrebbe essere una bella rivelazione, e il 12 Pro Max rimane il migliore per autonomia e creatività. Il 12 Pro ha ottenuto un incremento di schermo contenuto ma evidente e il 12 ha cambiato faccia nel passaggio ad OLED, non solo per la qualità del pannello ma anche per il form factor più compatto e leggero.

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Per la maggior parte delle persone il 12 è l’iPhone perfetto, perché ha pochissime differenze rispetto al Pro che l’utente medio non noterà. È sicuramente questo il modello che consiglierei, perché la ragione mi dice che a parità di 128GB il Pro non dia così tanto da giustificare i 200€ in più. Tuttavia ci possono risparmiare 50€ scegliendo la versione da 64GB e tenendo foto e video sul cloud ci si può convivere. Per chi è più interessato al settore “produttivo” e creativo, come lo sono io, il Pro ha comunque i suoi vantaggi: a parte i materiali superiori ho notato un miglioramento nel multi-tasking grazie ai 2GB di RAM aggiuntivi e la fotocamera “tele” ha una focale più naturale per soggetti e persone. E siccome vi ho detto che girando con lo smartphone alterno 24 e 60fps, con il 12 avrei il problema di trovarmi con le prime riprese in HDR e le altre no, avendo poi più difficoltà in post-produzione. Non che ci faccia grandi lavori con l’iPhone, ma le potenzialità ci sono e sono migliorate ulteriormente rispetto all’iPhone 11. Di quanto dite? Beh, al solito: non tanto da rendere davvero importante il salto di una singola generazione.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.