In arrivo nuove regole europee per ridurre le posizioni dominanti delle grandi aziende tech

L’offensiva di fine anno, così la potremmo definire. La Commissione Europea, in aggiunta alle varie iniziative già intraprese per accertare e punire comportamenti ritenuti scorretti da parte dei colossi dell’ambito tecnologico, ha oggi presentato un nuovo set di regole comunitarie destinato a ridurre sul nascere le probabilità di ulteriori infrazioni, con pesanti conseguenze economiche per i trasgressori.

Il Digital Markets Act contiene numerose norme destinate ad entrare in vigore nel prossimo futuro. Le misure principali sono direttamente rivolte agli app store digitali, con riferimento soprattutto a quelli di Apple e Google: nei risultati di ricerca delle app, il software dell’azienda proprietaria dello store non potrà più essere promosso in prominenza, il che secondo l’Unione Europea ha sinora costituito un elemento di penalizzazione per gli sviluppatori terzi che spesso sono in diretta competizione proprio con quelle app; dovrà inoltre essere data piena facoltà agli utenti di disinstallare le applicazioni precaricate di default sui dispositivi (Apple lo permette per gran parte delle app di sistema a partire da iOS 10 e anche su Android sono disponibili analoghe opzioni); infine, le statistiche di vendita dei software dovranno essere condivise gratuitamente con sviluppatori e circuiti pubblicitari. Simili obblighi di non discriminazione sono previsti anche all’interno di un ambito più generale, coinvolgendo quindi anche altri colossi come Facebook. Una seconda porzione di normative è racchiusa invece nel Digital Services Act, volta soprattutto a regolamentare la diffusione di contenuti, imponendo ai gestori delle piattaforme la rimozione di quelli offensivi e/o illegali.

Le sanzioni in caso di mancata ottemperanza saranno molto salate, potendo arrivare sino al 10% del fatturato annuale dell’azienda a livello globale. L’obiettivo dichiarato è di far sì che le società arrivino al rispetto delle leggi senza necessità di avviare procedure antitrust, agendo all’origine e favorendo un mercato più equo per tutti i componenti del settore tech. Qualora ciò non si rivelasse sufficiente, reiterate violazioni potrebbero addirittura comportare una decisione ancor più drastica da parte della Commissione, ovvero forzare l’azienda autrice dell’illecito a cedere interi rami, una sanzione strutturalmente molto simile a quella che la FTC americana sta chiedendo nei confronti di Facebook, con la cessione di Instagram e WhatsApp. Come abbiamo già scritto più sopra, il pacchetto di norme entrerà in vigore nel prossimo futuro, anche se il “prossimo” in questo caso va inteso nel contesto dei tempi legislativi. Entrambi gli Act dovranno essere infatti ratificati dai singoli governi costituenti l’Unione, prima di entrare in efficacia, un processo che secondo le stime richiederà circa due anni.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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