Apple Car, tra potenziali partnership con Hyundai (ma non solo) e innesti da Porsche

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Negli ultimi tempi i rumor sulla Apple Car hanno ripreso decisamente quota, dopo qualche tempo di relativa calma piatta. A riaccendere i riflettori ci ha pensato la Reuters alla fine dello scorso anno e da lì in poi è uscito praticamente di tutto, incluso un intervento del solito Mark Gurman su Bloomberg che, seppur scettico su un arrivo del mezzo attorno al 2024, ha reiterato come nei laboratori di Cupertino si stia lavorando attivamente al progetto. Dal canto suo, Apple ha rincarato la dose mettendo un possibile indizio alla luce del sole, ovvero il cambio di mansione per Dan Riccio che ha lasciato a John Ternus il ruolo di Senior Vice President Hardware per dedicarsi a un nuovo progetto non meglio definito, con riporto diretto a Tim Cook; le stesse indicazioni precedentemente associate ad un altro nome storico della dirigenza Apple, Bob Mansfield, che fece nel 2012 un’analoga transizione, andando infine in pensione proprio pochi mesi fa. C’è poi il discorso relativo al partner produttivo, con le dita puntate su Hyundai, non fosse altro che lo stesso colosso automobilistico coreano diede conferma delle indiscrezioni ad inizio gennaio, salvo poi ritrattare poche ore dopo presumibilmente dietro richiesta dall’altra parte del Pacifico. Tutto sommato sembra essere andata bene a Hyundai, considerato come in casi simili Apple abbia triturato collaborazioni vedendo venire meno la segretezza, e i rumor continuano a puntare sul sodalizio. Incluso oggi l’affidabile Ming-Chi Kuo, che si è sbilanciato pure sulla possibile base tecnica della Apple Car.

La piattaforma ideale sembrerebbe essere la E-GMP, presentata da Hyundai lo scorso dicembre: con una struttura a due motori elettrici, prevede caratteristiche piuttosto interessanti, tra cui un’accelerazione 0-60 mph (molto vicina alla 0-100 km/h) in meno di 3,5 secondi, velocità di punta 160 mph (circa 257 km/h) e batterie in grado di fornire oltre 500 km di autonomia, con supporto ad una modalità rapida che permette di recuperare l’80% di capacità in soli 18 minuti di collegamento ad una stazione di ricarica ad alta velocità. Secondo quanto riporta Kuo, l’apporto di Hyundai si estenderebbe ad alcuni altri componenti, forniti dalla divisione Mobis, nonché alle linee produttive tramite gli impianti americani di Kia; a tal proposito, l’analista esclude del tutto un coinvolgimento di Foxconn anche per la sola parte elettronica. Dal canto suo, Apple concentrerebbe le sue attenzioni sull’ecosistema software, i sistemi di guida autonoma e il design del veicolo. Hyundai potrebbe però non essere la sola ad occuparsi dell’auto con la mela: anche General Motors e Stellantis sembrerebbero essere della partita, quantomeno nell’eventualità di articolare la gamma su più modelli.

La collaborazione coi coreani, che possono offrire un pacchetto parzialmente “chiavi in mano”, permetterebbe ad Apple di considerare realistico il 2025 come anno di lancio. La strada sarebbe comunque in salita, trattandosi di una deadline molto ristretta per un prodotto del genere. Oltre alla progettazione, ci sono lunghi periodi di test su strada per i vari prototipi, la necessità di ottenere le varie certificazioni di conformità e sicurezza, la creazione di reti di vendita (molti degli Apple Store non sono adatti allo scopo, senza spazio adeguato per fare da showroom ad una o più auto) nonché di assistenza post-vendita e gli accordi coi maggiori circuiti di ricarica. Non stupirebbe quindi se alla fine ci si ritrovasse più a ridosso del 2030, per il lancio di un veicolo che almeno nella sua prima incarnazione sarà rivolto alla fascia alta del mercato. Anche perché non è da escludere la ricerca di una maggiore autonomia progettuale da parte di Apple, senza coinvolgere troppi intermediari soprattutto provenienti dal mondo automobilistico tradizionale, con cui di fatto si porrebbero pure in competizione oltre che cooperazione. Già abbiamo trattato in precedenti rumor la presenza di numerosi ex-Tesla e non solo nel team di sviluppo, ad essi si aggiungerebbe ora pure Manfred Harrer, che sino a poco tempo fa ha ricoperto in Porsche il ruolo di Vicepresidente per lo sviluppo degli chassis, portando così all’Apple Park una lunga esperienza nell’ambito nonché competenze tecniche molto utili qualora si preferisse puntare ad una E-GMP “fatta in casa”. Come da consuetudine in questa situazione, non ci resta che attendere seguendo i prossimi sviluppi.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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