Blackmagic Pocket Cinema Camera 6K Pro: prime impressioni (in video)

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Ieri Blackmagic ha tenuto una delle sue classiche dirette in cui presenta nuovi prodotti ed aggiornamenti software per quelli esistenti. È uscita una versione “Extreme” da 8 tracce dell’ormai iconico Atem Mini (che è sempre meno “mini”), ma il prodotto di punta è stata la nuova Pocket Cinema Camera 6K Pro. Non è esattamente ciò che mi aspettavo, lo devo ammettere, ma almeno su una cosa mi hanno accontentato: i filtri ND.

Quando è uscita la 6K li ho criticati per questa assenza. Con il passaggio dal mount mirrorless MFT della 4K a quello Canon EF da reflex, avevano tutto lo spazio per inserirli e rendere la videocamera più completa. Un’occasione persa che viene invece sfruttata per dare maggior lustro alla nuova arrivata 6K Pro, dotata di filtri ND da 2, 4 e 6 stop attivabili con due nuovi tasti posti sul retro.

Durante la presentazione ho sentito dire qualcosa come “non abbiamo modificato il design dato il suo grande successo”. In realtà la 6K Pro è ancora più muscolosa delle precedenti ma, da possessore di una 4K ed una 6K, non sono così convinto che il formato sia tra i suoi migliori pregi. Anzi, se lo chiedete a me avrei optato per un design completamente nuovo e più essenziale, stile RED o anche Z Cam, più adatto ad essere riggato e personalizzato in base alle necessità. Dopotutto questi modelli “Pocket” sono tutt’altro che compatti e non si prestano tanto all’uso run and gun proprio perché necessitano di accessori esterni per essere completi. O forse dovrei dire necessitavano…

La nuova 6K Pro cambia un po’ le carte in tavola in tal senso, sia per la dotazione nativa di filtri ND che per una serie di altre novità che sostanzialmente risolvono i problemi delle precedenti. Tra i primi elementi che vanno citati c’è il nuovo schermo, che mantiene la diagonale di 5″ e l’ottimo controllo touch, ma è ora inclinabile, sia verso il basso che verso l’alto (ma non si ribalta del tutto). In passato erano stati presentati dei kit per modificare gli schermi fissi delle Pocket 4K e 6K come quello di Tilta, perché altrimenti si aveva sempre la necessità di aggiungere un display esterno se non si girava a cavalletto. Inoltre il pannello è stato migliorato, arrivando ora a 1500 nit con supporto HDR, così da risultare ben visibile alla luce del sole.

Qual era l’altro elemento critico delle precedenti Pocket? Sicuramente l’autonomia. Per risolvere anche questo Blackmagic è passata dalle Canon LP-E6 alle Sony NP-F570 ed ha creato un nuovo battery grip decisamente più smart. Le nuove batterie offrono una maggiore autonomia ma la novità ancora più interessante è la presenza sul fondello dei pin di contatto per il nuovo battery grip. Questo non richiede più la dummy battery interna che occupava il vano batteria principale, così si arriva ad un totale di tre NP-F570 contemporanee e ad un’autonomia complessiva di 3h di girato. Non siamo ancora a livello delle videocamere più pratiche ma è un grandissimo passo in avanti. Uno che rende sicuramente meno necessario un rig con alimentazione esterna. E per finire in bellezza questo nuovo battery grip costa 100€ in meno rispetto al precedente.

Una cosa che non mi aspettavo è l’aggiunta di un secondo ingresso audio mini-XLR. Si arriva così ad un totale di 4 differenti flussi audio gestibili: i microfoni stereo integrati, l’ingresso mini-jack e i due mini XLR. Devo dire che non non ne sentivo troppo la mancanza anche se di certo non mi lamento. Tuttavia avrei forse avrei preferito usare quello spazio per una seconda uscita video SDI in aggiunta alla HDMI, dato che in alcuni ambiti è lo standard per efficienza e sicurezza.

Completamente a sorpresa, per quanto mi riguarda, è arrivato anche un viewfinder opzionale. Questo è compatibile solo con la nuova 6K Pro e si aggancia in alto, offrendo anche la possibilità di inclinazione fino a 70°. Include un pannello OLED ed un sensore di prossimità per lo switch automatico, oltre a 4 differenti oculari adatti all’utilizzo di entrambi gli occhi e per chi indossa gli occhiali. Il prezzo di questo componente è 589€, quindi non proprio economico ma neanche inarrivabile. Non sarà necessario per tutti però rende la 6K Pro più completa ed è un ulteriore elemento che si può escludere dalla lista di quelli solitamente aggiunti all’esterno nei vari rig.

Ecco dunque che pur essendo un po’ più voluminosa delle precedenti, la Pocket 6K Pro diventa effettivamente più adatta anche all’uso in mano senza cage ed accessori esterni. Manca sempre l’autofocus, che potrebbe rendere necessario un follow focus, ma usandola in modalità run and gun si può focheggiare direttamente sull’obiettivo. Un’altra novità importante è l’arrivo della migliorata Color Science di quinta generazione, introdotta di recente nella Ursa Mini Pro 12K e che però arriverà anche sulle 4K e 6K con un prossimo aggiornamento (il 7.3).

La BPCC 6K Pro costa 2599€, quindi circa 500€ in più rispetto l’attuale prezzo della 6K e che, almeno sulla carta, mi sembrano più che giustificati per le novità. Questo non vuol dire però che il passaggio sia strettamente necessario o consigliato. Ad esempio chi usa le precedenti in studio se ne fa relativamente poco dei filtri ND, spesso usa alimentazione da rete elettrica, si appoggia a monitor esterni per la revisione e il mirino non gli serve a niente. Dunque io vedo la 6K Pro non solo come un upgrade della precedente ma più come una macchina che vuole proporsi a quel pubblico che aveva scartato la 6K perché non adatta all’uso in esterna e senza accessori. Se consideriamo tutto il pacchetto, completo di viewfinder e battery grip, si arriva a circa 3300€, che non sono affatto male per una videocamera capace di girare in RAW 6K ed un sensore Super35 con tecnologia Dual Gain ISO.

In effetti quello è un elemento che non è stato modificato rispetto la 6K, così come tanti altri. Si mantiene infatti lo stesso ottimo menu, la possibilità di registrare internamente su SD o CFast (ma anche esternamente via USB-C), il versatile controllo remoto Bluetooth, Timecode, 3D Lut, ecc.. ma rimangono anche alcune limitazioni, come l’impossibilità di registrare in ProRes 6K (solo BRAW) e la necessità di scalare a 2.8K per salire a 120fps.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.