I primi giorni dei Mac dotati di M1 sono stati costellati da continui rilasci di aggiornamenti. Non facevi in tempo a mettere un software basato su Intel che poco dopo usciva quello nativo. È stato così per alcune settimane, poi il ritmo è calato e le novità sono state più rarefatte nei successivi mesi. Chi aveva collaborato con Apple dietro le quinte ha già fatto uscire quel che doveva e i software snelli sono stati convertiti in fretta, per quelli più grossi e professionali ci vorrà tempo. Per fortuna c’è Rosetta 2 che ci mette una pezza, facendo girare molto bene tanti di quelli scritti per l’architettura precedente, ma capita ancora di trovarne che non funzionano poi così bene ed alcuni che non si avviano affatto.
Complessivamente vale quanto vi ho detto fin dai primi giorni: se il software che usate è nativo per Apple Silicon gli attuali computer sono eccellenti. Vanno ben oltre le capacità di quelli che hanno sostituito. In caso contrario è sicuramente meglio aspettare tempi migliori.
Oggi un tassello importante si va ad aggiungere nella colonnina dei “convertiti” ed è Homebrew. Il famoso gestore di pacchetti per macOS arriva alla versione 3.0 e la più importante novità rispetto la 2.7.0 è il supporto ufficiale per Apple Silicon. La riga di codice per installarlo la trovate sempre sulla homepage del progetto.