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Da questa mattina sull’Apple Store Online si legge la scritta “Fino a esaurimento scorte” nella pagina d’acquisto dell’iMac Pro. Si può ancora acquistare ma solo nella configurazione base, senza alcuna opzione. Sembra sia giunta la sua ora e che presto sparirà dall’offerta, ma si lascia dietro alcune domande per il futuro. È stato un passo falso oppure ha solo concluso il suo ciclo vitale previsto? Ora che c’è il nuovo Mac Pro non serve più oppure ritornerà in futuro con Apple Silicon?

Il Mac Pro del 2013 non ha avuto un grande successo perché non era ciò che i professionisti volevano. Ha abbandonando il tradizionale formato a torre e perso l’espandibilità, presentandosi come un piccolo cilindro sostanzialmente blindato. Un computer avveniristico, sotto molti aspetti, che però ha mancato l’originale obiettivo. C’è voluto un po’ di tempo ma alla fine Apple ha capito di dover tornare sui suoi passi, così ha iniziato a lavorare per riconquistare i clienti professionali e nel 2017 ha convocato un ristretto numero di giornalisti annunciando un futuro luminoso per il settore Apple Pro.

Sappiamo che l’obiettivo finale era il nuovo Mac Pro presentato a dicembre del 2019 e arrivato sul mercato nel 2020, quindi c’erano 3 anni di vuoto a partire da quel momento. Si sarebbero potuti colmare aggiornando i componenti del Mac Pro 2013, ma era evidente che ulteriori sforzi tecnologici su quel computer non ne avrebbero cambiato le sorti. L’unica azione migliorativa compiuta da Apple è stata sul piano commerciale, quando nel 2017 è stato eliminato il modello base facendo scalare di prezzo quello superiore. Dunque per colmare il lungo periodo in attesa del prossimo Mac Pro è stato presentato un prodotto inedito: l’iMac Pro.

Un segnaposto per il futuro

Arrivato a dicembre del 2017, l’iMac Pro ha sùbito fatto parlare di sé per via del prezzo elevato – non una novità trattandosi di un computer Apple. Varie analisi nel corso dei mesi hanno sostenuto il suo valore, analizzando nel dettaglio il costo dei componenti e sommandolo al valore aggiunto dell’elegante soluzione all-in-one con schermo 5K. In generale, però, era chiaro che l’iMac Pro fosse solo un premio di consolazione. Un lungo ponte che gli utenti professionali affezionati a macOS potevano decidere di attraversare in attesa di raggiungere il nuovo Mac Pro sull’altra riva.

Mi sono fidato ed ho scelto di seguire questa strada perché il Mac Pro 2013 che avevo non era più in grado di soddisfare le mie necessità (e con gli hackintosh non mi piace lavorare). Così ho preso l’iMac Pro e l’ho usato per un paio d’anni, fino alla presentazione del Mac Pro 2019, ma si è rivelato molto diverso da ciò che avrei voluto. In particolare Apple ha previsto delle soluzioni tecnologiche e configurazioni che eccedono di gran lunga le necessità di un professionista medio, cosa che ha portato il prezzo del case in configurazione base molto in alto. Per metterci GPU e RAM adeguati con un SSD degno di questo nome avrei dovuto spendere circa 10.000€ e quasi altrettanti per il Pro Display XDR con trattamento opaco e base. Non ho un tale disponibilità, purtroppo, ma in generale questo Mac Pro non è destinato a me.

L’attesa continua…

Alla fine ho deciso comunque di vendere l’iMac Pro, prima che perdesse troppo valore, e noleggiare il nuovo iMac 2019 per un anno (recensione), in attesa di futuri sviluppi. Questo computer va forte, in alcune cose anche di più dell’iMac Pro che avevo, ma non è ancora la mia macchina ideale. Da quando ce l’ho mi sono imposto di lavorare con un singolo schermo, ma non mi trovo benissimo. Ci sarebbe voluto un 32″ per soddisfarmi. Ho avuto lo stesso problema con l’iMac Pro ma in quel caso usavo un secondo display, sempre da 27″, cosa che per il momento ho deciso di non fare. Non mi piace abbinare due schermi diversi, sia per estetica che tipologia di pannello, ed Apple non ha realizzato altri monitor dopo il Thunderbolt Display 27″. Certo c’è il Pro display XDR ma è in una fascia di prezzo davvero troppo alta per me, così come il computer a cui si abbina. Ci sono rumor su un possibile nuovo monitor nella fascia da 1000€, cosa che trova riscontro nell’eliminazione dello store degli Ultrafine di LG, e mi auguro che ciò accada. Sarebbe perfetto per i MacBook e Mac mini, ma non solo.

Cosa c’è in arrivo

Nel corso del 2021 la transizione ad Apple Silicon dovrebbe avanzare in modo deciso, dato che sono attesi due MacBook Pro di fascia più alta – presumibilmente un 14″ ed un 16″ – ed anche nuovi iMac. Questi ultimi dovrebbero ottenere anche un nuovo design, ma non è chiaro che schermi avranno. Per il piccolo si è parlato a più riprese di un ingrandimento, che potrebbe portarlo dagli attuali 21,5″ a 23″, mentre per il grande si sa poco. Spero tanto che anche lì possa crescere la diagonale, ma soprattutto mi auguro che sia la stessa di un eventuale nuovo schermo Apple e che questi siano realizzati per essere affiancati perfettamente (cosa che non avveniva con Thunderbolt Display e iMac 27″, le cui basi non avevano la stessa altezza… assurdo!).

Gli iMac con Apple Silicon avranno quasi certamente dei chip nuovi e con maggiore potenza di calcolo rispetto gli M1. In realtà sul modello più piccolo potrebbe anche starci una versione base con M1, ma servirà sicuramente di più per l’iMac grande, dove attualmente abbiamo una CPU con più core ed una GPU molto più potente nella massima configurazione. La condizione ideale per me sarebbe quella di avere un SoC M1X dotato di CPU 12-core e GPU 16-core, cosa che non sembra poi così improbabile. Se avesse un display 32″ sarebbe perfetto, ma temo che Apple voglia riservare questa diagonale al Pro Display XDR. Quindi spero in un 30″, ma più di tutto mi interessa che arrivi un monitor Apple di qualità identica da poter affiancare.

Il problema degli schermi, ovvero di poter scegliere da soli marca, modello, dimensioni e numero, non è di poco conto. Attualmente gli utenti Apple sono alle strette da questo punto di vista, poiché nell’iMac te lo trovi imposto e dove puoi sceglierlo hai limiti di prezzo (il Mac Pro costa troppo) o di hardware (il Mac mini non è adatto ad usi avanzati che poggiano su GPU e RAM). Si parla di un possibile Mac mini “Pro” o Mac Pro “mini” in un prossimo futuro, che potrebbe essere il computer ideale che io e molti altri professionisti stiamo aspettando. Ma non ci punto sopra tutte le mie speranze perché temo di rimanere deluso.

Apple Silicon Pro

Il momento in cui Apple avrà le carte per poter aggiornare anche il Mac Pro ad Apple Silicon è ancora lontano. È plausibile che arrivi prima un ultimo update con Intel, com’è successo con l’iMac 27″. Ma non bisogna dimenticare che il Mac Pro – così come l’iMac Pro – utilizza componenti di classe workstation, ovvero le CPU Intel Xeon e la RAM ECC. Anche se Apple non ha la necessità di creare una linea a parte, poiché non vende i SoC a terzi, dovrà certamente fare un passo in più sul fronte tecnologico prima di convertire ad Apple Silicon il Mac Pro. Tanto per fare un esempio banale, la GPU di M1 è integrata nel SoC, quindi non sostituibile, cosa che non avrebbe senso in un case pieno di slot di espansione.

D’altro canto non si può pensare che l’attuale progetto di Mac Pro venga cestinato tra un anno dato che è stato progettato mentre già si lavorava alla transizione ad Apple Silicon, dunque avranno certamente un piano per utilizzare la sua struttura anche in futuro. Io credo che daranno la possibilità di utilizzare ancora i moduli MPX e quindi le GPU dedicata, magari aumentando ancora la velocità di connessione interna tra i componenti. E se non si apriranno a supportare le schede grafiche di AMD o NVIDIA, dovranno necessariamente realizzarle in casa.

Proiettiamoci per un attimo a fine 2022, nel momento in cui stiamo assistendo alla presentazione del Mac Pro con Apple Silicon. L’assunto di base è che questo sarà ben più performante di quello che andrà a sostituire, altrimenti tutto il progetto di transizione perderebbe valore. Ipotizziamo anche che possa essere più economico di qualche centinaio di Euro e con una migliore dotazione di base in quanto a RAM e disco. Un Mac Pro così, potrebbe diventare la workstation “per tutti” i professionisti? Io temo che la risposta sarà ancora una volta no, nel senso che il computer nasce da un progetto molto ambizioso in termini ingegneristici e dovrà continuare a garantire un buon livello di scalabilità verso l’alto per non perdere l’attuale pubblico – per quanto potenziale. Dunque lo spazio tra un iMac e un Mac Pro potrebbe continuare ad esserci anche in futuro. Ma ciò non vuol dire che Apple debba coprirlo.

L’iMac Pro ritornerà?

Se ricordate, Jobs riprese Apple dopo il suo ritorno andando a limitare il numero di prodotti. Uno schema chiaro e semplice in cui si distingueva tra portatile e fisso, consumer e professionale. Quei tempi sono ormai molto lontani e Tim Cook ha portato l’azienda in tutt’altra direzione. Negli ultimi anni abbiamo visto il continuo aumento di prodotti a catalogo, coprendo praticamente ogni fascia di prezzo e preferenza. Con una Apple così, è difficile che il vuoto tra iMac e Mac Pro rimanga tale per molto altro tempo.

Una volta realizzata la tecnologia superiore, che io chiamo Apple Silicon Pro, l’azienda potrebbe benissimo decidere di riportare in vita il concetto di iMac Pro, ovvero un iMac con hardware di classe superiore. D’altro canto, però, per il professionista nei diversi settori della creatività avrebbe più senso un Mac in stile Mac Pro ma più compatto, con un solo slot di espansione per una GPU sostituibile. In pratica una sorta di PC mini-ITX come quelli che assemblo da tanti anni. Un macchina che parta da una base di circa 2500€ e che si possa configurare in modo decente con 3500€, così da poter aggiungere un paio di monitor Apple di quelli nuovi ed avere una workstation macOS completa e potente a 6000€ IVA inclusa. Datemi un pizzicotto così mi sveglio, sognare troppo non fa bene!

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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