Trasformare un browser in un sistema operativo, la scommessa riuscita di Google: Chrome OS compie 10 anni

Da noi quando si parla di un sistema operativo realizzato da Google il pensiero corre principalmente ad Android. Questo perché Chrome OS i suoi passi più concreti in Italia ha iniziato a compierli solo negli ultimi anni e ancora deve farsi conoscere, ma da altre parti, specialmente nel mercato di casa, è una realtà concreta nonché molto diffusa, al punto da essere diventato il secondo sistema operativo desktop più diffuso a scapito di macOS. Oggi quella che inizialmente sembrava una delle tante curiose iniziative di Google ha compiuto i suoi primi 10 anni, con tanta strada alle spalle e nuove ambizioni da coltivare.

Agli inizi era poco di più che un’istanza di Chrome avviata su una distribuzione Linux personalizzata dagli ingegneri di Mountain View, eseguita sui primi Chromebook realizzati da produttori terzi. Nel corso del tempo, tuttavia, le capacità di questo sistema operativo sono cresciute enormemente, andando a soddisfare dapprima le esigenze dei mercati primari cui questi dispositivi si sono rivolti, come il settore educativo, poi espandendo le sue mire anche a utenti privati ed aziende. Se si guarda al Chrome OS odierno, non appare poi così tanto diverso da Windows e macOS nell’esperienza d’uso, potendo anche contare sul vasto ecosistema di applicazioni Android e Linux (in ambito enterprise si può inoltre contare sulla virtualizzazione delle app Windows grazie ad una versione dedicata di Parallels) così come sul cloud gaming di GeForce NOW e Stadia. La frequenza di aggiornamenti è la stessa del browser principale, ma il quantitativo di migliorie risulta spesso più corposo di quel che ci si aspetterebbe da rilasci così rapidi, come dimostrato anche dal fresco Chrome OS 89.

Al momento il sistema resta strettamente legato ai dispositivi ufficiali, tuttavia esistono già soluzioni per provarlo su qualsiasi PC e a breve sarà la stessa Google a permetterlo in forma ufficiale, avendo acquisito al termine dello scorso anno Neverware, autrice della variante Cloudready. Una mossa che di certo non sta rendendo molto tranquilli i sonni di Microsoft, essendo Windows il rivale principale di Chrome OS, forse ancor più degli iPad con cui nondimeno vi è una forte competizione specialmente sul fronte educational. Per chi invece preferisse mantenersi sulla filosofia originale del progetto, un po’ più Mac-like giocando sul tandem hardware/software, al giorno d’oggi può trovare Chromebook di ogni forma (desktop, portatili e convertibili/tablet) dai maggiori produttori, con qualsiasi delle principali CPU (Intel, AMD, Qualcomm, MediaTek). Anche in Italia la disponibilità è in crescita e vari modelli sono in vendita nelle principali catene di elettronica, concorrendo con le proposte Windows di pari fascia.

Gli ingredienti principali affinché Chrome OS possa dire la sua nel Belpaese ci sono tutti ed è lecito aspettarsi che Google spingerà sempre più il piede sull’acceleratore per farlo presente. Sinora, proprio per la sua vocazione prevalentemente US-centric, l’abbiamo spesso trascurato tra queste pagine ma da ora in poi terremo senz’altro molto più d’occhio gli sviluppi di quello che a tutti gli effetti ha consegnato al mercato la terza via che molti auspicavano nella lotta tra Mac e PC. Nel frattempo, facciamo i nostri migliori auguri a Google per i 10 anni della sua creatura, con tanta attesa di vedere come saranno i prossimi 10.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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