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Oggi Xiaomi ha usato la mano pesante. In senso positivo, intendiamoci: l’azienda pechinese, che ormai da tempo possiamo considerare una big a tutti gli effetti, ha svelato nelle scorse ore una nutrita serie di dispositivi, la prima di due giornate di annunci visto che pure domani è previsto un evento digitale di presentazione. Sembrava che il Mi 11 5G sarebbe stato almeno per un po’ il loro top di gamma, ma le novità odierne hanno cambiato le carte in tavola. Anche se non ci sono solamente flagship: inizieremo infatti dai nuovi modelli Lite, in versione 4G e 5G.

Come da consuetudine di Xiaomi, le versioni Lite hanno l’obiettivo di offrire un’esperienza vicina a quella dei modelli premium ma ad un prezzo accessibile, attraverso un mix di componenti di media e alta gamma. I due modelli qui descritti, Mi 11 Lite e Mi 11 Lite 5G, condividono gran parte delle caratteristiche, a partire dallo schermo Flat AMOLED da 6,55″ con risoluzione FHD+, supporto HDR10+ e frequenza d’aggiornamento fino a 90 Hz, che salgono a 240 Hz per quel che riguarda il campionamento del tocco. Il sensore d’impronte non è sotto al display, ma è collocato lateralmente. Identico il comparto fotografico posteriore, composto da una fotocamera principale da 64 Megapixel (la cattura video avviene in 4K a 30 fps), una ultra-grandangolare da 8 MP ed una “telemacro” da 5 MP, così come i due altoparlanti. La batteria è da 4250 mAh, che promette sino a due giorni d’autonomia e supporta la ricarica rapida via USB-C sino a 33 W, potenza fornita anche dall’alimentatore in dotazione. Il sistema operativo preinstallato è Android 11, con la nota interfaccia proprietaria MIUI nella sua ultima versione, la 12.5.

Dove sono quindi le differenze? La prima l’abbiamo già citata più sopra, ovvero il supporto alle reti 5G nel modello superiore tra i due, ma ce ne sono anche altre non trascurabili. Il SoC per il Mi 11 Lite base è il Qualcomm Snapdragon 732G, mentre nel Mi 11 Lite 5G troviamo il nuovo Snapdragon 780G: entrambi octa-core, col secondo che beneficia però di core più evoluti, un processo produttivo a 5 nanometri (contro gli 8 del 732G) e la GPU Adreno 642 (618 nel SoC minore). Entrambi dispongono del sistema di raffreddamento LiquidCool per sostenere le elaborazioni intense a lungo, con un occhio soprattutto rivolto al gaming. A seconda della versione, la RAM ammonta a 6 o 8 GB, e anche lo spazio d’archiviazione cambia, 64 o 128 GB per il Mi 11 Lite e 128 o 256 GB per il Mi 11 Lite 5G. Cambia anche la fotocamera anteriore, 20 Megapixel nel modello maggiore, mentre il Lite base si ferma a 16. Sul lato costruttivo, la protezione dello schermo è Gorilla Glass 6 per il Lite 5G, mentre il 4G si accontenta del Gorilla Glass 5. L’ultimo elemento di differenziazione lo si trova nelle tonalità. Il Mi 11 Lite 5G potrà essere acquistato in Truffle Black, Mint Green e Citrus Yellow; il trio previsto per Mi 11 Lite è invece Boba Black, Bubblegum Blue e Peach Pink.

Si passa poi al Mi 11i, che riprende invece gran parte delle peculiarità già viste alcune settimane fa sul Mi 11. La differenza di maggior rilievo è costituita dallo schermo, qui un Flat AMOLED da 6,67″ con risoluzione FHD+ e supporto HDR10+. La luminosità massima è di 1300 nit, mentre la frequenza d’aggiornamento arriva a 120 Hz, che diventano 360 per quel che concerne il rilevamento dei tocchi. Come nei modelli Lite, anche qui abbiamo il sensore d’impronte digitali posto lateralmente piuttosto che sotto al display. Al cuore di questo smartphone troviamo il nuovo SoC octa-core Qualcomm Snapdragon 888, con dissipazione LiquidCool, GPU Adreno 660 e 8 GB di memoria RAM. L’archiviazione può contare su 128 o 256 GB, a seconda della configurazione prevista. Sul fronte connettività sono previsti 5G anche in dual SIM, Wi-Fi 6, Bluetooth e NFC.

Le similitudini procedono parlando delle fotocamere, anche se simile non significa identico: la principale da 108 Megapixel (non stabilizzata otticamente, come invece è sul Mi 11); l’ultragrandangolare da 5 MP con campo visivo fino a 119° (13 MP e 123° sul Mi 11); infine, la “telemacro” da 5 MP, f/2,4, destinata a ritratti e scatti ravvicinati. La cattura video avviene in 8K a 30 fps, con supporto HDR10+ e modalità dedicata per le registrazioni in notturna. Sul fronte audio, troviamo tre microfoni con zoom audio per la registrazione e altoparlanti stereo per la riproduzione, insieme al supporto Dolby Atmos. Come sui modelli Lite, anche qui ritroviamo una batteria da 4250 mAh, con supporto alla ricarica rapida via USB-C sino a 33 W (anche qui nella confezione di vendita troviamo un alimentatore di pari potenza). Tre le tonalità tra cui si potrà scegliere, ovvero Celestial Silver, Frosty White e Cosmic Black.

Arriviamo dunque al vero flagship, il Mi 11 Ultra, definibile a tutti gli effetti un Mi 11 che ha passato dell’altro tempo in sala pesi. Lo schermo AMOLED presenta le stesse dimensioni del modello già in commercio, 6,81″, così come la risoluzione WQHD+ (3200×1440) e frequenza d’aggiornamento di 120 Hz, che arrivano a 480 per i tocchi. I punti di evoluzione sono nella luminosità, che arriva fino a 1700 nit, e una profondità maggiore nei colori, coadiuvata dal supporto Dolby Vision in aggiunta ad HDR10+. Come nel Mi 11 “base”, il sensore d’impronte è ottico ed integrato nel display; nessuna modifica nemmeno al cuore, con lo stesso Snapdragon 888 e il supporto 5G. La scocca, con dorso in ceramica, guadagna la certificazione IP68 contro liquidi e polveri, nonché una valvola a pressione per aumentare ulteriormente l’impermeabilità.

Cambia invece completamente il set di fotocamere posteriori. La principale è da 50 Megapixel, che sfrutta il nuovo GN2 realizzato da Samsung, un sensore da 1/1.12″, con pixel da ben 2,8 μm, apertura f/2.0, autofocus a rilevamento di fase e stabilizzazione ottica. È coadiuvato inoltre da un sensore a tempo di volo, in grado di generare mappe di profondità a 64 zone dell’ambiente circostante. Il secondo sensore è invece a cura Sony, un teleobiettivo da 48 Megapixel con PDAF e OIS, che grazie all’uso di una lente periscopica permette di raggiungere uno zoom ottico da 5X, che arriva al doppio in modalità ibrida combinando anche quello digitale; sfruttando fino in fondo quest’ultimo è possibile raggiungere quota 120X. Proveniente da Sony è pure l’ultra-grandangolare, anch’esso da 48 MP, con campo visivo massimo di 128°. La registrazione video avviene in 8K HDR10+ a 24 fps, risoluzione supportata da tutti e tre i sensori. Sul Mi 11 Ultra troviamo due opzioni per selfie foto e video: oltre alla fotocamera anteriore da 20 Megapixel possiamo sfruttare pure il trio posteriore grazie ad un piccolo schermo da 1,1″ che può agire da specchio, così come da piccolo centro notifiche always-on.

Un altro ambito su cui Xiaomi ha spinto è la batteria. Qui troviamo un’unità da 5000 mAh, con supporto alla ricarica rapida sia tramite cavo sia wireless. Rispetto al Mi 11 normale, qui possiamo arrivare in entrambi i casi fino a 67 W, senza necessità di acquisti supplementari per sperimentarli visto che tale potenza è prevista dal caricatore in dotazione. In questa modalità è possibile ricaricare al 100% il dispositivo in 36 minuti. Tali risultati sono stati raggiunti anche mediante l’utilizzo di nuovi circuiti di ricarica e sistemi di controllo, nonché nell’adozione dei nano-catodi di ossido di silicio per la batteria stessa. Due le colorazioni in cui si potrà acquistare Mi 11 Ultra, ovvero Ceramic White e Ceramic Black.

Al momento i prezzi ufficiali per il mercato italiano non sono ancora stati resi noti e si conosceranno più avanti. Nel frattempo, si possono considerare indicativamente i prezzi delle versioni Global: per Mi 11 Lite parliamo di 299€ per la configurazione 6+64 GB, che salgono a 369€ per il Mi 11 Lite 5G 6+128 GB; il Mi 11i parte da 649€ nella variante 8+128 GB; infine, il Mi 11 Ultra svetta con 1199€ per il modello 12+256 GB.

Non ci sono solo smartphone, tuttavia. Xiaomi ha anche introdotto la nuova Mi Band 6, che prosegue la serie delle popolari smart band, dotate di un buon rapporto caratteristiche/prezzo. Il modello aggiornato dispone di uno schermo touch AMOLED da 1,56″, con risoluzione 326 ppi a “livelli Retina”. È certificato per la resistenza all’acqua fino a 50 metri e dispone di una batteria che garantisce 14 giorni d’autonomia, con un sistema di ricarica ad aggancio magnetico. Sul fronte della salute, conta sia sulla misurazione del battito cardiaco sia del livello d’ossigenazione nel sangue, nonché del monitoraggio per livelli di stress e qualità del sonno; per il fitness, la Mi Band 6 è in grado di registrare i progressi per 30 differenti tipi di allenamento, con rilevamento automatico per i 6 più comuni. Arriverà sul mercato a fine aprile, nelle 6 tonalità visibili sopra, al prezzo di 49,99€.

Xiaomi ha poi colto l’occasione per alzare la posta in gioco nell’ambito dei videoproiettori, col Mi Smart Projector 2 Pro. È in grado di proiettare immagini con dimensioni equivalenti sino a quelle di uno schermo da 120″, in risoluzione Full HD e con supporto HDR10. Un sistema integrato di correzione trapezoidale omnidirezionale è in grado di ottimizzare automaticamente il posizionamento anche se collocato con un’angolazione non molto precisa (interviene fino a differenze di 40°). È dotato di due altoparlanti da 10 W, gestisce le codifiche audio DTS-HD e Dolby Audio ed integra un sistema smart basato su Android TV, con supporto al controllo tramite comandi vocali. Arriverà da maggio, al prezzo di 999,99€.

Image from AndroidPolice.

Per concludere, parliamo brevemente di un prodotto Xiaomi che almeno per ora non vedremo dalle nostre parti. La Wireless Charging Pad è quella che noi possiamo vedere come un’AirPower che ce l’ha fatta e il colosso cinese non è andato troppo lontano nel descriverla come tale durante la presentazione. Al suo interno dispone di 19 bobine, consentendo alla base di ricaricare senza problemi tre dispositivi per volta, purché supportino lo standard Qi (incluso l’iPhone, come si può vedere nell’immagine soprastante). Ogni device può ricevere fino a 20 W, per un totale che può arrivare quindi a 60 massimi. Xiaomi ha parlato di uno sviluppo durato due anni, concentrandosi soprattutto sull’evitare i problemi di surriscaldamento, quelli che hanno portato Apple a cancellare il suo progetto analogo. Il prezzo è molto interessante, 599 yuan che da noi diventerebbero poco meno di 80€ – posto che arriverà qui in futuro.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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