FAQ: come caricare al meglio le batterie di iPhone e MacBook

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Qualche mese fa ho realizzato un video con 5 errori da evitare per preservare l’efficienza delle batterie ricaricabili. In quel caso ho parlato di tutti i tipi di batterie, comprese quelle rimovibili di fotocamere, videocamere, luci, monitor, ecc… Tuttavia, molti utenti erano interessati esclusivamente ad iPhone e MacBook, dunque le informazioni in più hanno finito per confondere le idee. Ho raccolto alcune delle domande che mi sono state poste con maggiore frequenza e cercherò di rispondere al meglio delle mie possibilità. Ci tengo tuttavia a premettere che non si tratta di regole ferree da seguire con estremo rigore ma di semplici consigli per evitare di ricadere con costanza in alcune pratiche potenzialmente sconsigliate.


Ho appena comprato un nuovo MacBook, ho letto che conviene tenerlo in carica per diverse ore prima di usarlo. È vero?

Assolutamente no. Era vero un tempo, con le vecchie batterie, ma quelle attuali agli ioni di litio non soffrono del cosiddetto “effetto memoria”. Quindi si possono usare fin da subito se la carica è sufficiente (diciamo intorno al 50%). Se è inferiore si può fare una normale ricarica.


Se ho capito bene, non devo mai arrivare al 100% in fase di ricarica ma fermarmi all’80%. Giusto?

La domanda deriva da una mia affermazione nel precedente video sulle batterie che è stata mal interpretata. È vero che il range ottimale per l’efficienza di una batteria è quello compreso orientativamente tra il 20% e l’80%, ma se è sconsigliato scendere ripetutamente sotto il 10% o addirittura arrivare a far spegnere il dispositivo, non è altrettanto problematico portarlo al 100%.


È giusto mettere in carica iPhone ed Apple Watch tutte le sere anche se la batteria sta ancora al 50%?

Personalmente tendo a caricare le batterie solo quando è necessario, ma una ricarica è sempre una ricarica, che parta dal 20% o dal 50%. Per i dispositivi che si usano tutti i giorni, come iPhone ed Apple Watch, caricarli la notte ha comunque senso. Il discorso può cambiare nel caso di dispositivi che si usano con minore costanza, come possono essere a volte iPad e MacBook, dove è sempre meglio evitare ricariche inutili. Il MacBook Air M1, che attualmente sto usando poco, lo ricarico circa una volta a settimana e solo quando è tra il 20% e il 10%.


Grazie alla ricarica veloce su Android è da un po’ che mi sforzo di non caricare di notte. Basta poco, un’oretta la sera prima di andare a letto o la mattina prima di andare in ufficio.

Ecco, questo è un uso che sconsiglio. La ricarica veloce scalda e tende ad usurare più facilmente la longevità di una batteria, mentre quella lenta può ridurne la capacità massima nel tempo. Ne consegue che l’ideale è alternare con moderazione i due tipi di ricarica. Anche per questo i sistemi veloci sono ottimizzati per rallentare dopo un po’, completando la ricarica più lentamente per preservare la batteria. Usare solo e soltanto la parte iniziale e più veloce può essere deleterio.


Cosa ne pensi dell’utilizzo di un dispositivo durante la ricarica? Rovina la batteria?

In generale si può dire che l’alta temperatura usura le batterie e questa viene raggiunta sia durante la fase di picco della ricarica sia quando si sfrutta al massimo l’hardware del dispositivo. Dunque quello che eviterei è di fare le due cose insieme, ovvero mettere sotto stress il dispositivo quando la batteria è già calda e sotto alimentazione.


La ricarica wireless impatta sulla salute della batteria o è solo una leggenda metropolitana?

Come ho detto, le alte temperature sarebbero da evitare il più possibile. La ricarica wireless di per sé non riscalda di più ma il metodo di conduzione scalda le bobine che sono solitamente attaccate alle batterie. Dunque, si tratta ancora del problema calore+calore che abbiamo detto di evitare. Di contro io uso quasi sempre la ricarica wireless da quanto è disponibile su iPhone e non ho notato un deterioramento superiore rispetto allo standard.


È rischioso tenere in carica l’iPhone tutta la notte?

Non più di tanto. Prima di tutto, consiglio di usare il più possibile gli alimentatori originali, che sono fatti appositamente per i dispositivi con cui vengono venduti. E quando non ci sono, come negli ultimi iPhone 12, preferisco comprare comunque quelli originali che, a parità di specifiche, spesso costano quanto quelli di terze parti. Anzi, quello specifico per i 12 Pro lo abbiamo trovato ad un prezzo addirittura migliore di quello simile di Anker sul canale Telegram @SaggeOfferte_Tech. C’è poi da considerare che l’iPhone dialoga con l’alimentatore e “stacca” la ricarica quando non serve. Rimane un minimo di corrente ma non è problematica. Infine, si può attivare l’opzione “Caricamento ottimizzato” nelle Impostazioni / Batteria per far sì che l’iPhone interrompa la carica quando arriva al l’80% per poi eseguire l’ultima parte poco prima del nostro risveglio.


Cosa ne pensi dell’opzione di macOS “Caricamento ottimizzato” per la batteria?

Questa opzione ha lo stesso comportamento di quella omonima su iOS, cioè cerca di apprendere le nostre abitudini in modo da effettuare l’ultima parte della ricarica, quella più delicata, solo quando effettivamente necessario. Ciò è fatto per evitare di avere il dispositivo al 100% di batteria per lungo tempo quando è ancora collegato all’alimentazione.


Quando si usa il portatile a casa suggerisci di tenerlo sempre collegato alla rete elettrica?

L’esistenza stessa dell’opzione di “Caricamento ottimizzato” fa dedurre facilmente che Apple sa, come tutti quanti, che non è consigliato avere il computer sotto alimentazione per lungo tempo se la batteria è carica. Quindi la risposta è semplice ed è che non conviene tenere il portatile sempre collegato alla rete elettrica.


Se la batteria del MacBook è carica esce la scritta “alimentazione da rete elettrica”. Questo non significa che la batteria viene esclusa e, dunque, non si usura?

Se fosse davvero così, Apple non si sarebbe prodigata per realizzare il sistema di “Caricamento Ottimizzato” che cerca proprio di evitare questa situazione. A dispetto di quanto si può dedurre da quel testo, la batteria rimane comunque nel circuito, a monte rispetto all’alimentazione da corrente. La corrente ricevuta sarà minima ma non fa comunque bene alla batteria.


Utilizzando un portatile esclusivamente in postazione fissa, è utile lasciarlo costantemente sotto carica al 100% oppure osservare normali cicli di carica?

La domanda sembra del tutto simile alla precedente ma la sfrutto per aggiungere altri due consigli. Prima di tutto evitate di comprare un portatile se sapete di doverlo usare esclusivamente in postazione fissa. Può sembrare una banalità ma molti fanno questo errore. Aggiungo anche che molti pensando di preservare la batteria riducendo il numero di ricariche, cioè andando ogni volta da 100 a 0 e da 0 a 100, ma ottengono l’effetto contrario.


Però sui MacBook usati a coperchio chiuso con monitor esterno l’alimentazione è necessaria, quindi come faccio?

Credo che una buona pratica in questi casi sia quella di non tenerlo sotto alimentazione quando non si usa, ad esempio in stand-by o durante la notte. Inoltre, consiglierei di usarlo ogni tanto per come è concepito, ovvero come portatile sfruttando la batteria.


Credo che molti saranno già informati su queste cose, ma ho notato anche una certa disattenzione su alcuni aspetti importanti. Ad esempio leggo di tante persone che ancora riportano consigli presi da pagine del sito Apple che ora sono state archiviate dalla stessa azienda poiché non più adatte alle moderne batterie. O ancora di chi si fida ciecamente di un testo “alimentazione da rete elettrica” senza interrogarsi su ciò che succede davvero in quelle situazioni. Spero dunque che questo contenuto possa essere utile e mi scuso per le semplificazioni ed eventuali inesattezze nella terminologia utilizzata.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.