iPad Pro 2021 con M1: inutili senza iPadOS 15

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Dopo il video di approfondimento sui nuovi iMac 24″, ho pensato di realizzare un contenuto simile anche sugli iPad Pro 2021 con M1. A suggerirmelo siete stati voi stessi, in particolare per le tante domande che mi avete posto. Ho cercato di sintetizzarle e di fornire una risposta il più possibile razionale, anche se rimangono ovviamente delle mie opinioni. Sotto il video (piuttosto lungo) riporto anche la parte sintetica scritta per chi avesse poco tempo.

Perché Mini-LED è solo sul modello da 12,9″?

Credo che la ragione principale sia di marketing, ma non è solo quello. Abbiamo visto che introdurre il Liquid Retina XDR ha portato ad un aumento di 100€ del prezzo dell’iPad più grande, una cifra che qui è più “digeribile” per due ragioni: disponibilità economica di chi lo compra, incremento percentualmente inferiore. In più è aumentato anche lo spessore di mezzo mm, tutte cose che sull’11” sarebbero pesate di più. Probabilmente l’update a Mini-LED arriverà in futuro anche qui, ma è certamente più utile sfruttare la novità per spingere le vendite del modello più costoso con una caratteristica esclusiva. 

Lo schermo Mini-LED vale la spesa in più?

Posto che si dovrà prima analizzare bene dal vivo, credo che la risposta corretta sia quella più scontata: “dipende”. I Mini-LED uniscono i pregi degli LCD (quindi luminosità, resa cromatica, velocità di refresh, ecc…) con il principale vantaggio degli OLED: in sostanza sotto lo schermo dell’iPad Pro 12,9″ ci sono 10.000 piccoli LED che possono essere spenti per aree molto piccole, ottenendo il nero assoluto dove serve. Il punto è che, come per gli OLED, il miglioramento si vede tanto… ma non sempre. Se provate a vedere un video in formato panoramico (quindi con bande nere) in un ambiente buio, allora sarà proprio palese, specie se in HDR. Di giorno, con luce ambientale da ufficio o all’aperto, è facile che non si noti molta differenza. Un po’ come tra iPhone LCD e OLED.

È vero che la Smart Keyboard precedente non funziona sui nuovi iPad Pro 2021?

Quella del modello da 11″ è la stessa, quindi funzionerà senza problemi. L’iPad Pro 12,9″, invece, è cresciuto di mezzo mm a causa del nuovo display ed Apple ha creato una nuova versione della Smart Keyboard a lui dedicata. Non è ancora chiaro se la precedente si possa adattare, ma la struttura rigida farebbe pensare di no. 

Che senso ha il modello da 11″ considerando che non gli hanno messo il display nuovo e che c’è l’iPad Air che è molto simile e costa di meno?

Questa domanda può sembrare strana: tutti sappiamo che mettendoci a fare le pulci ai due esemplari ci sono molte differenze tecniche che possono giustificare l’esistenza di entrambi. Ma, fatta questa doverosa premessa, è certamente vero che per la maggior parte degli usi tipici di un iPad l’esperienza sarà molto simile. Ciò che potrebbe dare un senso differente all’iPad Pro è la presenza del chip M1, non tanto per le performance (pur sempre incredibili) quanto per le possibili funzionalità esclusive che arriveranno con le prossime versioni di iPadOS.

Gli iPad Pro sostituiranno i MacBook?

La mia risposta breve, aggiornata al 22 aprile 2021, è no. Spero tuttavia che Apple mi faccia cambiare idea alla WWDC di quest’anno migliorando iPadOS. Allo stato attuale la potenza in più data dal SoC M1 sugli iPad Pro è, di fatto, sprecata. E la certezza di questo è già nelle nostre mani: non c’è un uso per cui i precedenti, anche quelli del 2018, avessero bisogno di maggiori prestazioni. Sul Mac, al contrario, ci sono infiniti ambiti di lavoro per cui M1 non è sufficiente. La differenza la fa l’uso e, nello specifico, il sistema operativo ed i software. Finché l’iPad Pro non sarà in grado di offrire un ambiente di lavoro più versatile ed eseguire anche le app di macOS (o relativi “adattamenti”), io credo che i MacBook continueranno ad essere necessari. Dopotutto lo erano già prima. quando erano inferiori per prestazioni, quindi oggi sono persino più interessanti che in passato in confronto agli iPad Pro.

Come mai negli iPad Pro hanno messo M1 con GPU ad 8-core mentre nell’iMac 24″ base c’è quello a 7-core?

Non lo so esattamente ma credo dipenda dalla percentuale di chip “imperfetti” che escono dalla produzione, dato che in sostanza questo sono le versioni con 1 core spento sulla GPU. Probabilmente le vendite previste di iPad Pro 11″ sono tali da eccedere le potenziali scorte di questi SoC. Inoltre va considerato che sull’iPad Pro M1 avrà sicuramente frequenze operative inferiori e subirà maggiormente il surriscaldamento, un po’ come il MacBook Air, quindi l’iMac 24″ andrà comunque più forte.

Sui nuovi iPad si potranno usare gli schermi esterni a piena risoluzione? 

In realtà questa cosa si può fare già ora, ad esempio con alcune app di desktop remoto. Apple ha evidenziato che i nuovi iPad Pro saranno in grado di gestire a piena risoluzione gli schermi Pro Display XDR 6K, ma questa “novità” deriva essenzialmente dall’uso della porta Thunderbolt in luogo di quella USB-C. L’uso di schermi esterni in modo completo e con tutte le app deve prima di tutto essere risolto a livello di sistema operativo, perché il limite dei precedenti era essenzialmente solo lì. E questa è una di quelle cose a cui speriamo che Apple ponga rimedio nel prossimo aggiornamento di iPadOS che sarà annunciato alla WWDC 2021.

Conviene aggiornare da un iPad Pro 2020 o 2018?

Escludendo i potenziali vantaggi dovuti allo schermo del modello da 12,9″, che vanno giudicati personalmente dall’utente in base al suo uso, direi che la risposta attuale è no. Durante l’evento di presentazione dei nuovi modelli è stata sottolineata più volte la grande potenza di M1 ma i pochi casi di applicazione concreta mostrati sono iper specialistici. A meno di non voler investire a scatola chiusa sui possibili sviluppi futuri, direi che conviene attenere la presentazione di iPadOS 15 per capire se le evoluzioni della piattaforma saranno in grado di sfruttare tutta questa potenza di calcolo. 

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.