Si apre un nuovo contenzioso tra Apple e l’Unione Europea, relativo però ad una questione che sta già avendo numerose ramificazioni globali: l’App Store. Tanto grandi aziende (come il celebre caso di Epic) quanto piccoli sviluppatori stanno innalzando il livello della battaglia contro l’azienda di Cupertino, che col suo negozio digitale renderebbe impossibile su iOS un vero regime di piena concorrenza tra i suoi prodotti e quelli terzi, mettendo gran parte degli aspetti dello Store in discussione. Tra le principali controversie ci sono la nota formula di spartizione dei ricavi e l’obbligo di utilizzare i metodi di pagamento Apple per poter offrire abbonamenti o contenuti aggiuntivi IAP nelle applicazioni – aspetti su cui Spotify in particolare già dal 2019 ha richiesto l’intervento della Commissione Europea, portando ad una lunga arringa difensiva da Apple. A distanza di poco più di due anni, da Bruxelles è arrivata la prima reazione formale in seguito alle indagini preliminari, dando ragione a Spotify.

A riportarlo su Twitter è stata Margrethe Vestager, Commissario Europeo per la Concorrenza, un osso molto duro per tutte le grandi aziende che hanno già avuto scontri con lei (ne sa qualcosa soprattutto Google). I 280 caratteri del tweet sono sufficienti per un commento senza troppi giri di parole: Apple sta violando le leggi europee sulla concorrenza a danno dei consumatori, favorendo le proprie proposte come Music attraverso alte commissioni ai concorrenti sullo Store, nonché il divieto di usare circuiti alternativi di sottoscrizione (che è poi quanto dalla scorsa estate ha portato alle cause legali contro Epic).

Ha anche scritto però che si tratta di conclusioni preliminari, dunque al momento non si parla ancora di sanzioni e/o misure riparatorie. Esse verranno stabilite nella fase che ora avrà inizio, durante la quale Apple avrà la possibilità di esporre la sua difesa nonché misure già intraprese o da intraprendere che rendano non necessari ulteriori interventi. Dalla California è già arrivata una prima risposta, in cui accusa Spotify di voler gestire la presenza del suo servizio sull’App Store come se fosse una propria piattaforma, beneficiando della visibilità senza dare alcunché in cambio. Dal canto suo (è il caso di dirlo, qui), il colosso svedese dello streaming  plaude all’iniziativa dell’Unione Europea sostenendo come sia un passo importante per un’equa concorrenza.

La vicenda non si fermerà solo all’ambito musicale: come riporta The Verge, la Commissione sta verificando la condotta di Apple anche su altri settori, come quello dei libri e del gaming (oltre ai già citati procedimenti legali di Epic, altre polemiche coinvolgono i servizi di gaming remoto come GeForce Now, Stadia e Xbox Cloud Gaming, che su iOS possono al momento operare solo via web), nonché sull’App Store in generale. Queste indagini sarebbero però ad uno stadio meno avanzato, perciò è presumibile che gli sviluppi seguiranno una volta arrivato a conclusione o quantomeno a buon punto il caso apripista sopra discusso.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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