Amazon contrattacca subito Apple Music lossless: niente più sovrapprezzo per Music HD

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La mossa odierna di Apple, con l’annuncio del nuovo Music lossless, ha non solo suscitato parecchio clamore tra gli utenti ma anche sconvolto la concorrenza. Tutti i piani ad alta fedeltà sinora conosciuti presentavano un extra prezzo sugli abbonamenti base e familiare, una strategia commerciale volta a porre l’enfasi appunto sulla maggiore qualità ottenibile per i contenuti musicali, accontentando la parte più esigente della clientela mentre la maggioranza rimaneva sui più economici piani con comuni formati lossy. Si tratta tuttavia di un gruppo ristretto, che non smuove grandi numeri dal punto di vista finanziario, per differenze spesso colte solo coi prodotti giusti e con orecchie ben allenate: aspetti che probabilmente hanno convinto in quel di Cupertino ad intraprendere una direzione opposta rispetto ai servizi rivali, ottenendo così anche un vantaggio competitivo. La palla è dunque passata proprio alle altre realtà del settore, che hanno poche settimane per rispondere. Una non ha perso tempo: Amazon ha già rimosso il sovrapprezzo dal piano Music HD.

Il catalogo vanta oltre 70 milioni di brani in alta qualità a 16-bit/44 kHz, con molti di questi che arrivano sino all’Ultra HD (nome preso in prestito dal mondo video) che per Amazon significa  24-bit/192 kHz con bitrate fino a 3730 kbps. Per ascoltare i brani in alta fedeltà basta uno smartphone o uno smart speaker, tra cui anche gli Echo base, mentre per l’audio Ultra HD Amazon consiglia il suo Echo Studio oppure un prodotto compatibile di fascia alta (sono citati i marchi Denon, Sony, Bose, Klipsh ed altri). Sinora il piano HD era proposto a 5€ in più al mese ma da oggi, come accennato sopra, entrerà direttamente nell’abbonamento standard da 9,99€ al mese.

E il resto del mercato? Per quanto il tempo disponibile per la reazione sia poco, è lecito pensare che molti si prenderanno almeno qualche giorno per studiare la situazione e formulare le proprie contromosse, tenendo conto di non avere fondi smisurati per assorbire l’urto come li hanno Amazon ed Apple. Le pressioni maggiori sono indubbiamente su Spotify, che sta ancora predisponendo il suo piano HiFi in vista del lancio entro l’anno. L’azienda svedese leader del settore, che di recente ha anche applicato aumenti ai suoi piani, dovrà riconsiderare per forza le sue intenzioni commerciali se non vorrà prestare il fianco ai due soprammenzionati colossi. Anche coloro che hanno già una proposta Hi-Fi, come il pioniere Tidal o i più piccoli ma parecchio agguerriti Deezer e Qobuz, saranno costretti a scegliere se rimuovere il sovrapprezzo o mantenerlo cercando altre vie per valorizzarlo. Con la mossa odierna, inoltre, l’unica piattaforma di streaming musicale tra le principali a non disporre di un piano ad alta qualità e/o lossless né averlo annunciato è YouTube Music Premium. Anche per Google si profila quindi tempo di grandi decisioni, sempre che non siano già state prese e vengano annunciate domani alla conferenza I/O.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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