iPadOS 15 dovrebbe essere così per supportare app professionali

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Tutti i sistemi operativi Apple hanno basi comuni ma i due più simili sono iOS e iPadOS, tant’è vero che il secondo non esisteva fino alla WWDC del 2019. All’inizio aveva ottenuto anche delle esclusività, per cui sembrava che la piattaforma potesse crescere più velocemente per la sua strada, accentuando il distacco dall’iPhone, ma così non è stato. iPadOS 14 ha portato poche novità di peso e addirittura ci sono state cose in meno rispetto ad iOS 14, mancando ad esempio App Library e l’integrazione dei Widget nella home. Magari saranno queste le cose che distingueranno iPadOS 15 ma io spero che tali cambiamenti non siano arrivati l’anno scorso perché Apple ha in programma un cambiamento più radicale. Lo dico con la consapevolezza che potrebbe non essere così, ho imparato a mie spese che è meglio tenere a bada le aspettative, ma cosa succederebbe se fosse vero?

Qualche giorno fa ho pubblicato la mia lista dei desideri per iOS 15, in cui ho elencato per lo più delle piccole rifiniture. Il motivo, l’ho già detto, è che iOS può migliorare ma la sua struttura di base è quella giusta per uno smartphone. L’iPad Pro, al contrario, merita un sistema operativo ben più versatile e sviluppato in direzione della produttività. Per questo motivo la mia wishlist per iPadOS 15 sarà molto più radicale. Magari non indovinerò cosa farà davvero Apple ma il mio obiettivo non è quello. Vorrei provare ad immaginare con voi un iPad nuovo e finalmente in grado di rivaleggiare ad armi pari con un computer.

Un iPadOS completamente nuovo

La cosa più banale che può fare Apple è portare su iPadOS i Widget posizionabili ovunque, App Library e la possibilità di nascondere le icone delle app o intere pagine. Lasciatemi dire che se fosse così sarei molto deluso. Meglio che niente, certo, ma sarebbe davvero il minimo sindacale. Tra l’altro si tratta di funzioni in ritardo e non di vere novità, visto che le usiamo da un anno su iPhone con iOS 14. C’è bisogno di un cambiamento più radicale, ma non troppo. Su iPad è importante avere una struttura più rigida poiché facilità l’ordine e la comprensione, inoltre bisogna evitare elementi troppi piccoli nell’interfaccia, ecco perché non vorrei una riproduzione 1:1 della scrivania di macOS (che anche com’è ora non è adatto alle dita).

La home diventa Launchpad

La prima cosa che non mi piace è come ci si presentano le app. La griglia di icone è stata un’intuizione fantastica per iPhone, perché ogni app è ben visibile ed è tutto molto chiaro e semplice, però non regge su schermi da 10″ e superiori. È uno spreco di spazio oltre che caotica e fastidiosa da vedere. Quindi qui partirei da quanto è stato introdotto in iOS 14 e farei un piccolo passo in avanti verso l’approccio da computer. La home che c’è ora, per me, dovrebbe essere in realtà una sorta di Launchpad, ovvero il luogo dove stanno tutte le app installate.

Lo si potrebbe richiamare con uno scorrimento a 4 dita verso il basso, in linea con la gesture già esistente che con 4 dita verso l’alto chiude l’app attiva. Il Launchpad si aprirebbe sopra ogni cosa e le icone potrebbero occupare solo l’area centrale e quadrata dello schermo, così non cambierebbero posizione ruotandolo. Non mancherebbe la ricerca in alto e le varie pagine a scorrimento, con la possibilità di riposizionare le icone e creare cartelle.

App Library come alternativa

App Library, per me, dovrebbe essere una alternativa al Launchpad. In pratica metterei un’opzione nelle Impostazioni in cui l’utente decide se vuole organizzare manualmente le app (Launchpad) oppure preferisce una sistemazione automatica (App Library). Un po’ come su macOS puoi avere la scrivania libera oppure scegliere “Utilizza pile”. Ed ha senso che siano alternative poiché fanno, di fatto, la stessa cosa. Al limite si potrebbe aggiungere direttamente nella UI un metodo per passare tra le due viste senza andare nelle Impostazioni.

Cara vecchia scrivania

Facendo queste modifiche, ci troveremmo con una home che non ha più bisogno di mostrare tutte le app. Per lanciarle potremmo usare quelle preferite nel Dock, la ricerca Spotlight e poi l’elenco in Launchpad o App Library, in base alle nostre preferenze. A questo punto, la scrivania potrebbe essere organizzata più liberamente, in modo simile a quanto avviene su Android ma senza arrivare a quell’eccesso. Credo, però, che alcune regole siano utili per mantenere il tutto ordinato ed ottimizzare la resa dei widget, infatti mi sta bene che non si possa modificare la dimensione del Dock e trovo corretto che sia bloccata anche la griglia di base della home. Ecco cosa cambierei:

  1. eliminerei l’ordinamento forzato
  2. le icone delle app si potrebbero posizionare ovunque
  3. darei la possibilità di aggiungere widget liberamente
  4. le cartelle di app si potrebbero presentare come dei widget 2×2 con lo stile delle cartelle di App Library
  5. visualizzerei data e ora in alto a sinistra anche nella home
  6. eliminerei le pagine multiple per la home
  7. rinominerei la home in “scrivania”
  8. creerei due icone, per avviare Launchpad ed App Library senza gesture, che l’utente può scegliere di posizionare dove vuole (anche nel Dock, se preferisce)
  9. offrirei la possibilità di posizionare file (e cartelle) sulla scrivania e nel Dock

App in finestra

All’inizio su iPad si poteva avviare una singola app per volta. Poi sono arrivate le funzioni Split View e Slide Over, raggiungendo un totale massimo di tre, anche se la terza non si può tenere attiva sempre perché copre una parte di quella sotto. Questo limite sarà difficile da superare finché ci si impone di avere tutto affiancato, dividendo lo schermo in quadranti. Ci sta che sia il comportamento predefinito ma si dovrebbe poter trasformare un’app a tutto schermo in una finestra, così come su macOS si può fare il contrario. Le finestre consentono di lavorare anche sull’asse Z della profondità, quindi si possono parzialmente sovrapporre e andare in primo piano all’occorrenza. Ed è proprio grazie alla finestre che si possono avere anche tante app attive contemporaneamente anche su schermi piccoli.

Le app di iPad sono spesso predisposte per essere ridimensionate, lo vediamo da quelle che si possono usare sui Mac con M1, e onestamente offrirei anche il formato ridotto di iOS. Ad esempio, una schermata stretta come quella di Note su iPhone sarebbe più che sufficiente da mettere in un angolo per prendere appunti.

Userei una gesture con tre dita verso il basso per sbloccare la finestra dallo schermo intero e poi sempre tre dita per spostarla, richiamando una opzione molto comoda con il trackpad su macOS. A quel punto si potrebbe trascinare sul lato superiore per ritornare a tutto schermo, in basso per chiuderla oppure a sinistra e destra per dividersi lo spazio con un’altra app, come già si fa con Split View. Così non servirebbe neanche il classico semaforo di pulsantini, tanto l’unica cosa rimasta fuori è il minimizza che su iPadOS eviterei (più avanti approfondisco).

Multitasking vero

Avere più finestre insieme implica anche la risoluzione del problema multitasking. L’idea di app sempre pronte, che si aprono senza avere il pensiero di chiuderle, è perfetta per uno smartphone – non potrebbe essere diversamente, per quanto mi riguarda. Lo stesso approccio è stato tenuto fino ad ora anche su iPad, sia perché è semplice e funziona, sia perché contiene il consumo di memoria. Quest’ultimo problema sarà molto meno sentito con i nuovi iPad Pro M1, dato che si parte da un minimo di 8GB e si sale addirittura a 16GB nei modelli superiori, ma non credo che si debba cambiare radicalmente l’approccio. Avrebbe poco senso complicare le cose su iPad al punto da dover mettere voci di menu per nascondere, chiudere, minimizzare. Quello che vorrei io è una via di mezzo tra l’attuale soluzione ed un multitasking completo. D’altronde l’iPad è un dispositivo posto tra smartphone e computer, quindi ha senso che sia ottimizzato in questa direzione.

Attualmente lo switcher di applicazioni mostra tutte le app che abbiamo avviato in ordine cronologico, senza distinzione tra quelle che sono ancora attive e quelle che sono state “scaricate” per liberare memoria. Per questo a volte capita che se ne lascia una in punto esatto ma poi si perde, perché al prossimo avvio si ricarica da zero. Personalmente preferirei rivedere questa schermata e le sue logiche. Mi sta bene che le app più vecchie rimangano visibili in ordine cronologico di avvio, ma quelle non più in memoria le sposterei in basso, in una riga più stretta. Nello spazio superiore mostrerei invece le finestre di quelle ancora attive, più similmente a quanto fa Mission Control su macOS. Solo in caso di necessità Apple sarebbe “autorizzata” a congelare le app nell’area superiore, mentre l’utente potrebbe sempre chiuderle con il classico swipe in alto che si usa anche adesso, facendole apparire nella cronologia inferiore.

Ciò renderebbe anche sensato l’attuale “window switcher” (lo chiamo così perché Apple non gli ha dato una definizione specifica), che si attiva con la tastiera connessa usando la combinazione cmd+tab. Ad oggi questo mostra le ultime 7 app avviate, ma senza alcuna discriminazione. Alcune possono essere vecchie e già scaricate dalla memoria oppure può mancare l’ottava che hai aperto 10 min prima. Sarebbe più logico se, con queste modifiche, mostrasse solo tra le app effettivamente attive.

Finder, non File

A prescindere dal nome che avrà, l’app File potrebbe diventare più simile al Finder. Non proprio con barra laterale e senza accesso alle aree protette del File System, ma con viste più complete di informazioni ed azioni. Dovremmo poter creare rettangoli di selezione con il mouse o il trackpad, mettere un file o una cartella sulla scrivania, aprire più finestre vere grazie al nuovo multitasking, eccetera. La cosa più importate, però, è che dovrebbe essere consentito alle app di aprire file su dischi esterni o dal cloud, usandoli e modificandoli direttamente senza prima copiarli in locale.

Gestione audio

A parte i volumi separati e una app dedicata ad AirPods (cose di cui ho già parlato per iOS), serve un’area seria delle Impostazioni dedicata all’audio. Un misto tra l’attuale Preferenze di Sistema / Suono e l’app Configurazione MIDI di macOS. Dobbiamo cioè poter controllare eventuali periferiche audio, decidere dove inoltrare il suono o da dove prendere il microfono o la line-in, il tutto in modo non esclusivo. Cioè devi poter mandare l’audio del microfono ad un’app mentre con un’altra lo registri, oppure scegliere di ascoltare l’audio internamente anche se hai collegato un monitor con casse.

App Pro sì, ma non prima che…

Spesso si dice che su iPadOS mancano le app “professionali”. In realtà qualcuna c’è, ma si sente la mancanza di quelle più importanti della stessa Apple, come Final Cut e Logic. Credo tuttavia che averle senza prima risolvere i problemi della gestione file ed audio, sia una sostanziale autogol. E insieme a questi ne aggiungo un altro, ovvero i plugin. Apple potrebbe fare da sé, magari creando uno store interno tipo quello dentro Messaggi, ma come farebbero le terze parti? Se Adobe volesse dare la possibilità di usare i plugin di altre aziende in un suo ipotetico Premiere Pro per iPadOS, non ne avrebbe il modo. Quindi, se dovessi scegliere, direi che è molto più importante creare i presupposti affinché possano esistere software di alto profilo prima di realizzarli e venderli. Non ho fretta di vedere Final Cut su iPad Pro se non mi spiegano prima come gestire la libreria con memorie esterne, salvare ed esportare i progetti.

Tastiera e Privacy

Un’altra grande possibilità inespressa su iPadOS deriva dalla chiusura sull’input da tastiera e la sua personalizzazione. Su macOS puoi personalizzare le combinazioni di tasti, cosa utilissima in produttività, ma soprattutto puoi concedere ad app di terze parti di monitorare la digitazione. Grazie a queste piccole cose possono esistere software come Keyboard Maestro o Alfred, che amplificano la produttività dei professionisti su macOS. Sarebbe ora di colmare anche questo divario.

App predefinite

Sarò sincero, questo non è un tema che personalmente sento molto. Anche su macOS, dove posso scegliere app diverse, preferisco usare Mail, Safari, Note, Contatti, ecc.. per gestire le principali attività di sistema. Ciò non toglie che una maggiore apertura in tal senso sia necessaria per far emancipare davvero iPadOS.

Calcolatrice

Apple ha integrato all’interno dei suoi sistemi operativi moltissime app e servizi che prima erano di terze parti. Eppure, ancora oggi, non c’è la calcolatrice su iPad. Vero che esistono tante app e vero anche che la calcolatrice semplice fa un po’ ridere a pieno schermo quando è così grande, ma la possibilità di lanciare le app in finestra potrebbe smuoverli ad includere questa app nel prossimo aggiornamento.

Anteprima

Attualmente su iOS ci sono “pezzi” dell’app Anteprima un po’ ovunque, ad esempio è da lì che derivano le funzioni di modifica delle immagini. Eppure un’app dedicata come su macOS sarebbe molto utile perché, tra le altre cose, consente di gestire più comodamente i PDF, di fare semplici modifiche alle immagini e di impostare delle esatte dimensioni di salvataggio in svariati formati.

Multiutenza

Concludo con un tema ricorrente: la multiutenza. Io sento l’iPad come un dispositivo personale, anche perché ho la fortuna di poterne avere uno tutto mio, ma perché non consentirne un uso più corretto in famiglia? Grazie agli strumenti di autenticazione, come Touch ID e Face ID, sarebbe facile per Apple capire chi sta entrando nel dispositivo e mostrare un ambiente personalizzato. La questione di come gestire le app, far usare solo quelle autorizzate, ecc… si è già presentata su macOS ed è stata risolta, quindi non dovrebbe essere un problema. Sarebbe sicuramente un’evoluzione giusta per questo device, speriamo ci pensino.

Questa è la mia idea per il sistema operativo di iPad. Così è come lo vorrei io, ma non è detto che sia lo stesso per gli altri. In generale, non sono cose che dovrebbero dar fastidio a nessuno ma solo possibilità in più. Cose che potrebbero creare un terreno fertile per un nuovo sviluppo, questa volta davvero professionale, della piattaforma. Certo Apple potrebbe pensarla diversamente ma anche se avessero questi stessi obiettivi difficilmente introdurrebbero tutte queste novità in un colpo solo. Insomma, non punterei neanche un centesimo su queste previsioni per la WWDC 2021, ho solo provato a dare il mio piccolo e modesto contributo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.