Il browser diventa (anche) motore di ricerca: Brave Search debutta in Beta

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I tempi del dominio di Internet Explorer sono fortunatamente molto lontani, quando usare un browser alternativo era un salto nel vuoto per la scarsa popolarità e l’uso massiccio di elementi non standard promossi dalla creatura di Microsoft. Oggi abbiamo un mercato vivace, dove a giocare ad armi pari (con alcune rare eccezioni dove i siti funzionano meglio o solo su uno piuttosto che sugli altri) si trovano sì grandi realtà, come Chrome, Firefox e Safari più il rilanciato Edge, ma anche piccoli e agguerriti prodotti con le loro fedeli schiere di utenti, a partire dallo storico Opera ma anche i più recenti Brave e Vivaldi. Brave in particolare negli ultimi anni ha raccolto una sua bella base di aficionados, grazie al fatto di offrire su tutte le piattaforme le principali comodità di Chrome/Chromium senza le funzionalità più invasive da “big tech”, anzi disponendo di maggiori protezioni per la privacy. Tra esse si segnalano un content blocker integrato (con la possibilità opzionale di partecipare ad un programma pubblicitario selezionato dove anche l’utente guadagna) e un firewall con VPN realizzato dagli autori dell’app Guardian. Oggi Brave, coraggiosamente come la traduzione italiana del suo stesso nome, lancia una nuova sfida a Google attraverso il suo motore di ricerca.

Brave Search non è il primo motore che si vota alla privacy degli utenti, conosciamo già il più celebre DuckDuckGo, ma a differenza di quest’ultimo si appoggia ad altre fonti solo dove strettamente necessario. L’indicizzazione viene effettuata perlopiù in modo indipendente, coinvolgendo terze parti come Microsoft Bing per risultati non ancora indicizzati e contenuti multimediali, in ogni caso ponendo tutte le necessarie protezioni antitracciamento preservando l’anonimato dell’utente. In ogni momento si potrà vedere dalle impostazioni quante ricerche sono state effettuate in modo del tutto o parzialmente indipendente dalle altre fonti. I risultati mostrati, assicurano da Brave, non daranno mai prominenza ad aziende o prodotti in competizione con quello cercato, ad ulteriore garanzia dell’indipendenza.

Il lancio odierno in Beta, per ora solo in lingua inglese (si può però impostare l’Italia per localizzare meglio i risultati) avviene dopo una breve fase di testing privato avviata a seguito dell’acquisizione di un altro motore di ricerca indie, Tailcat. Brave Search si rivolge soprattutto al browser di casa, dove può essere selezionato manualmente e in cui diventerà predefinito nei prossimi mesi, ma si può utilizzare anche su qualsiasi altro tramite l’interfaccia web, con le stesse peculiarità a favore della privacy. Essendo ancora sperimentale, va usato con le dovute cautele, in attesa che si perfezioni anche attraverso il contributo della community di utenti Brave, con un sistema aperto di ranking dei risultati in arrivo. Non dipendendo dalle grosse aziende, si rende comunque necessario cercare delle fonti di reddito per finanziare il prosieguo di una sfida di tale portata (ufficialmente non intrapresa nemmeno da Apple) e dunque in prossimità della fase stabile saranno introdotte delle pubblicità, sempre esclusivamente provenienti dal circuito proprietario, con un’esperienza “ad-free” opzionale a pagamento.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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