Inutile dissertazione polemica su iPhone 14

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Questo è un breve articolo di opinione, neanche troppo profonda e ragionata. Il classico post che lascia il tempo che trova e che, con il senno di poi, forse si poteva evitare. Già con il titolo proverò ad allontanare i lettori più esigenti, ma con queste due righe mi voglio proprio assicurare che chiudano la pagina. Quindi mi rivolgo a quei pochi svampiti come me che abbiano cinque minuti da perdere. Perché vi avviso: nessuno ve li ridarà indietro.

I rumor esistono, questo è chiaro, ma spesso si dimentica che si tratta di una vera e propria industria. Non certo la più nota o remunerativa, ma esistono svariati siti, canali YouTube, persone e personaggi che vivono di questo. Io ne seguo diversi, sia nella sfera Apple che nel mondo fotografico e della tecnologia in generale, perché risultano piuttosto utili oltre a fornire delle letture snelle e – a volte – stimolanti. Per chi fa il mio lavoro, poi, sono anche fonte continua di spunti per la produzione di contenuti, come a volte capita quando pubblichiamo i rumor o leak più interessanti. Però cerchiamo di non cedere alla tentazione di fare il macrumors de noantri.

Va così ed è tutto lecito e rispettabile… almeno finché non si violano delle leggi. A volte è successo e succederà ancora perché ci sono delle piccole taglie che spronano i dipendenti delle big tech (o delle aziende che producono per loro) a trafugare informazioni, foto o interi dispositivi. Diciamocelo pure, ormai fa parte del gioco. In questo momento mi rendo conto che lo stesso discorso vale per ciò che mi ha motivato a scrivere queste parole e mi sento un po’ come il tizio che si lamenta dei paradossi dell’economia. Magari ha ragione, conosce l’argomento, usa le parole giuste, ma cosa mai potrà ottenere se non qualche insulto, una generale indifferenza e, nel migliore dei casi, una pacca sulla spalla?

So che è così, non ho nessuna aspettativa, ma questo parlare dei prodotti con due generazioni d’anticipo mi crea un leggero fastidio. Lo dico in veste di appassionato che sta aspettando l’evento del 14 settembre con ancora un pizzico di curiosità, nella speranza che i rumor non ci abbiano già detto proprio tutto tutto. E ne parlo anche da consumatore, perché sono interessato personalmente ad acquistare l’iPhone 13. Dispositivo che, va ribadito, non è ancora stato annunciato. Eppure già ieri ho letto dei tweet, visto un video (intendo la copertina, senza riprodurlo) e diversi articoli (anche qui solo il titolo) che già parlano dell’iPhone 14. Chi ha un po’ di memoria storica come me sa che non si tratta di una novità, ma questo non vuol dire che ci debba piacere.

La fantomatica tastiera laser dell’iPhone 5 (video)

Personalmente non temo gli spoiler, neanche al cinema. Spesso ascolto delle recensioni in podcast dei film prima di vederli (consiglio Ricciotto) e mi aiutano a capire se mi interessano davvero. Certo, non vale sempre: se mi avessero detto il finale de “I Soliti Sospetti” o “Il Senso Senso” mi avrebbero tolto tutto il gusto della prima visione.

I rumor sono essenzialmente degli spoiler, ma nel mondo tech sono meno impattanti. Se anche oggi sapessi tutto dell’iPhone 13 sarei comunque interessato a prenderlo, provarlo ed usarlo nei prossimi mesi. Discorso diverso se iniziano ad anticipare ora le caratteristiche dell’iPhone 14. Intendiamoci, la questione in sé è di una banalità senza fine, lo sappiamo tutti che se arriva dopo sarà in qualche modo migliore, ma iniziare a parlarne adesso, magari con dettagli piuttosto specifici, è una scocciatura su diversi livelli.

L’arcinoto iPhone 4s con schermo trasparente (mockup)

Prima di tutto, oggi si può dire sostanzialmente ogni cosa e “passarla liscia” facilmente. Se me ne uscissi io dicendo che l’iPhone 14 sarà tondo, poi avrò 12 mesi per spiegarvi i problemi tecnici che non lo hanno reso possibile e perché alla fine hanno dovuto farlo ancora rettangolare. Ma queste informazioni non arrivano da me, cioè un pincopallo a caso, bensì da fonti che ormai hanno una certa autorità. E notizie del genere spostano indebitamente l’attenzione da ciò che deve succedere tra pochissimi giorni a ciò che succederà, forse, e sottolineo forse, tra un anno. Non voglio fare il catastrofico parlandovi delle possibili ripercussioni sulle vendite dei prodotti attuali, ma concedetemi almeno che al consumatore dispiaccia. Sappiamo tutti che quando si acquista un nuovo e fiammante dispositivo elettronico inizia il conto alla rovescia per l’arrivo del successivo, fateci almeno godere quei primi giorni.

Concedetemi il lusso di saltare a piè pari il legittimo discorso su quanto sia sciocco il tentativo di inseguire la tecnologia, di come sia sintomo di una società superficiale e consumistica, nonché dell’immoralità di sprecare soldi per oggetti futili che contribuiscono a gonfiare le casse delle big tech. Facciamo che vi invito a prendere un tè con biscotti e ne parliamo tutti insieme con sufficiente sdegno e il mignolino in su.

Ritornando più futili e materiali, prendiamo pure atto che esistono milioni di persone nel mondo che hanno piacere di spendere i propri soldi per l’ultimo gadget tecnologico. Mio malgrado sono uno di loro e potrei usare la scusa del lavoro online come un paravento dietro cui nascondermi, ma la verità è che l’informatica e la tecnologia sono mie passioni da quando ero piccolo. Ricordo benissimo di aver risparmiato un bel po’ prima di potermi permettere il futuristico Siemens SL45i.

Dopo tanti anni e con molta esperienza in più, posso dire che per fortuna quel ragazzo che si divertiva a giocare con la tecnologia è ancora qui ed è lo stesso che il 17 preordinerà l’iPhone 13. Lo stesso che lo proverà, cercando di scoprirne pregi e difetti, e che lo userà fino all’arrivo del futuro iPhone 14. Se sono arrivato a parlare di me in terza persona vuol dire che lo sproloquio è andato ben oltre le previsioni, quindi passo la parola a voi: tecnofili o tecnofobi. Sempre che qualcuno abbia avuto la resilienza (punto bonus per il termine inflazionato al punto giusto) di arrivare fino al punto. Punto.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.