Possibili ritardi per MacBook Pro e Air con M2: facciamo il punto

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La notizia più attesa da quando sono usciti i primi computer Apple con M1 è quella dell’uscita dei successivi con M2. Potrebbe sembrare assurdo, un po’ come quando si parla di iPhone 14 prima della presentazione dei 13, ma in questo caso il motivo c’è ed è anche legittimo. Ci sono pochi dubbi sulla riuscita del primo passo nella transizione ad Apple Silicon, con il MacBook Air vero alfiere del cambiamento. Un computer che di colpo è passato dalle precedenti basse prestazioni e con problemi termici, pur avendo una ventola, ad essere più potente del Pro 13″ Intel top di gamma ma completamente silenzioso.

Apple ha usato il chip M1 su quel portatile ed anche sul MacBook Pro 13″ base e sul Mac mini, tutti prodotti che hanno guadagnato tanto nel cambiamento. L’iMac 24″ (recensione) è stato il primo, e per ora l’unico, in cui c’è stata una parziale battuta d’arresto: è migliorato quasi in tutto rispetto al 21,5″ che ha sostituito ma non per la GPU, dato che quella integrata in M1 è meno potente di quella opzionale del vecchio all-in-one. Va comunque molto bene, soprattutto per il miglioramento sulla CPU, ma non si può dire che per lui Apple Silicon sia stato determinante come per gli altri computer. E soprattutto manca ancora una scelta su base ARM per chi abbia bisogno di prestazioni grafiche superiori.

Per mantenere lo stesso scarto nelle prestazioni rispetto alla tecnologia Intel, Apple avrebbe dovuto inserire già sull’iMac 24″ un M1X o direttamente un M2, cosa che non è successa. Potrebbe essere stato giudicato non essenziale, ma è possibile che si sia dovuto procedere così dati i ritardi nella realizzazione del prossimo SoC; lo stesso che dovrebbe equipaggiare il futuro iMac più grande ed anche i prossimi MacBook Pro 14/16″ di cui si conoscono già le risoluzioni. Ma quando arriveranno questi?

C’era stato un leggero barlume di speranza nel vederli ad aprile, insieme agli iMac 24″, ma in fondo sapevamo un po’ tutti che la finestra di lancio ideale sarebbe stata in autunno, mentre si parlava di primo trimestre del 2022 per i futuri MacBook Air con design rinnovato. Per la prima di queste scadenze iniziano ad arrivare segnali di ritardo nell’approvvigionamento dei componenti, sia a breve che a medio termine. Secondo l’analista Kuo (via MacRumors) è già previsto un taglio della produzione dei futuri MacBook Pro ad inizio 2022, ma non sembra un aspetto di cui preoccuparsi troppo. A parte tutto, è lecito che si produca di meno dopo i primi mesi dal lancio e c’è anche da vedere come cambierà la domanda nell’epoca post-COVID 19, sperando di poterla vivere prima possibile. Quindi il lancio dei MacBook Pro 14/16″ non dovrebbe subire ulteriori slittamenti e ciò significa che chi stava aspettando un portatile Apple di fascia più elevata (e quindi più costoso) con la nuova tecnologia, riuscirà finalmente ad acquistarlo dopo un lungo periodo di attesa. Periodo che io ho deciso di trascorrere con un iMac 27″ a noleggio.

Ming-Chi Kuo si fa portatore di notizie peggiori per tutti quelli che aspettano il prossimo MacBook Air. A quanto pare i ritardi del primo trimestre 2022 che intaccheranno la produzione dei Pro costringeranno Apple ad una scelta, che l’analista prevede essere il rinvio dell’uscita dei prossimi Air alla fine del prossimo anno. Scelta del tutto legittima visto che la fascia medio-bassa con M1 va già benissimo mentre chi ha bisogno di maggiori performance è rimasto fermo al palo, bloccato a metà di questa transizione.

Si tratta pur sempre di indiscrezioni, quindi da prendere con le pinze, ma sono piuttosto attendibili per le circostanze e la fonte. Certo, chi stava aspettando già da mesi i futuri MacBook Air M2 sarà probabilmente costretto a rivedere i propri piani, ma non è detto che sia una cattiva cosa. Se già le prestazioni di M1 sono sufficienti – assunto valido per molti ambiti professionali, figurarsi per l’uso casalingo o ufficio – penso non ci si debba fare troppi scrupoli a prenderlo con i prezzi che ha raggiunto nelle offerte.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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