Recensione Hollyland Lark 150 Duo contro tutti: audio wireless di Rode, Sony, Moman

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Il mondo del “senza fili” è nato e cresciuto con un unico obiettivo: la comodità. Una parola che fa rima con qualità ma che, a conti fatti, le è nemica. I segnali che viaggiano nell’etere sono naturalmente soggetti a maggiori disturbi ed interferenze rispetto a quelli via cavo ed è per questo che tendo a preferire il filo, quando è possibile. Ci sono situazioni, però, dove l’assenza di cavi è di grandissimo aiuto ed altre in cui è semplicemente necessaria. Pensate a come il Wi-Fi abbia cambiato le nostre abitudini di accesso ad internet, rendendolo possibile anche dagli smartphone, e a quanto il Bluetooth abbia reso più pratico l’ascolto musicale. Finché si tratta di fruire di un contenuto poco male, l’utente può scegliere la qualità del cavo o la praticità di non averlo, ma la stessa scelta è più difficile in fase di creazione. Per questo motivo io registro l’audio usando nell’80% dei casi microfoni cablati, ma oggi vi voglio parlare del restante 20% analizzando il sistema Lark 150 Duo.

Possiedo diversi microfoni wireless – e più avanti li metterò a confronto – ma quello realizzato da Hollyland è strutturato in modo diverso. Intanto è un sistema a doppio microfono, quindi con una ricevente e due trasmettitori. Anche Rode ne ha realizzato uno simile, ma io possiedo il primo kit Wireless Go ad unico canale.

Quello che distingue nettamente il Lark 150 Duo dalla concorrenza è il case. Mentre gli altri forniscono delle borse o sacche per il trasporto, Hollyland ha pensato ad una custodia rigida che è sia contenitore che base di ricarica. Ricorda un po’ il case degli auricolari true wireless, sia come funzionamento che come praticità. Quindi, la dotazione completa include:

  • Case con batteria
  • 1 x ricevitore
  • 2 x trasmettitori
  • 2 x filtri antivento
  • 2 x microfoni lavalier
  • cavo audio TRS (fotocamere)
  • cavo audio TRRS (smartphone)
  • sacca morbida per contenere il tutto

All’interno di questa scatola di 6 x 5,7 x 12 cm trovano posto i tre elementi principali, ognuno mantenuto in posizione da magneti e ricaricato tramite i pin a contatto sul fondo. Sul retro c’è l’ingresso USB-C per caricare il case, il quale include una batteria da 12,7 Wh e ricarica tutto il sistema per 2 volte e mezza.

I vantaggi di un sistema così composto sono molteplici. Non soltanto il case è un posto sicuro e ben organizzato dove riporre i vari elementi, ma è anche una custodia da trasporto sempre pronta da essere messa in borsa. Inoltre è ben più gradevole di una comune sacca, quindi si può lasciare a vista su una scrivania o una mensola in studio. E vogliamo mettere la comodità di ricaricare tutto con un singolo cavo invece che tre? Sul campo, poi, si ha l’ulteriore bonus di poter ricaricare nei momenti di buco tra una ripresa e l’altra o durante gli spostamenti, mettendo semplicemente gli elementi nel case.

Caratteristiche Trasmettitori Ricevente
Batteria 0,76 Wh 1,96 Wh
Autonomia (per carica) 4 ore 7,5 ore
Ricariche nel case 2,5 x
Tempo di ricarica 45 minuti 65 minuti

Durante il periodo d’uso ho immaginato un solo svantaggio, anche se non mi ha toccato direttamente. Sia i trasmettitori che la ricevente si caricano esclusivamente tramite il case, quindi non possiamo dargli alimentazione continua mentre si usano per superare le circa 4 ore di autonomia dei trasmettitori. È però interessante notare che la ricevente dura quasi il doppio, quindi se si usa un singolo microfono si può fare un cambio al volo dopo le prime 3 ore e farne altre 3 con il secondo (sempre che le circostanze della ripresa lo consentano). In soldoni, l’unico vero limite del sistema dal punto di vista dell’alimentazione è per chi ha bisogno di registrare continuativamente per più di 3 ore e mezza da tutti e due i canali. Se rientrate in questa casistica, il Lark 150 Duo non fa per voi.

I trasmettitori sono molto piccoli e leggeri, ma con buona costruzione ed una clip sul retro. Si accendono da soli quando si tolgono dal case ma c’è anche un pulsante power laterale – che attiva il mute con una pressione veloce. L’abbinamento tra i vari elementi avviene in automatico all’accensione e sul display del ricevitore si vede la batteria, il gain, la ricezione e il vu meter, nonché l’icona del microfono spento quando si attiva il mute. Il display del ricevitore mostra anche la carica del case finché si trova al suo interno.

Possiamo collegare i lavalier in dotazione sui trasmettitori oppure usarli senza nulla, dato che includono all’interno un microfono omnidirezionale. Sul trasmettitore abbiamo sia la line-out da collegare alla fotocamera/registratore che l’uscita cuffie per il monitoraggio (molto utile). Due manopole digitali consentono di impostare il gain per singolo canale, con valori da 0 a 20. Schiacciandole rapidamente si attiva/disattiva il mute (che quindi può essere controllato sia dai singoli trasmettitori che dal ricevitore), mentre una pressione prolungata seleziona la modalità di registrazione:

  • Mono: registra il mix di entrambi i microfoni sia sul canale L che R
  • ST -6dB: registra il mix di entrambi i microfoni su L e una traccia di sicurezza a -6dB su R
  • Stereo: registra separatamente i due microfoni, uno su L e l’altro su R

I confronti

Ho eseguito il test di confronto più completo che mi fosse possibile, ovvero basandomi sugli altri prodotti in mio possesso. Uno di questi è il sistema di Rode a singolo ricevitore, che ha fatto un po’ da apri pista nel ritorno di interesse sull’audio wireless.

Oggi esiste anche la versione doppia, il Rode Wireless Go II, che però costa più del LARK 150 Duo, ha qualche opzione in meno (tipo il mute switch rapido) e il vantaggio/svantaggio della ricarica a singolo elemento, senza il case. Soprattutto, però, mancano nella dotazione del Rode i lavalier e a comprarne due validi, della stessa marca, si spendono al minimo altri 120€. Niente da dire sulla semplicità operativa, ma la sacca da trasporto è pessima e i trasmettitori sono un po’ troppo vistosi con superficie lucida e logo dell’azienda a caratteri cubitali.

L’altro che uso e trovo molto interessante è il Sony ECM-W2BT. Devo subito precisare che se non usassi spesso fotocamere Sony, non l’avrei preso molto in considerazione. Difatti costa quasi quanto il Lark 150 ma ha un singolo ricevitore e anche lui non dispone di lavalier integrato.

È certamente tra i più compatti ed è interessante il sistema di incastro degli elementi che consente di trasportarli insieme in pochissimo spazio. Il sistema ha delle chicche niente male, tipo il fatto che il ricevitore includa anche un microfono e quindi si possa usare da solo oppure in mix con quello del trasmettitore. A fare la differenza per gli utenti Sony con fotocamere dotate di slitta Multi Interface c’è l’audio digitale, in particolare la praticità di non dover collegare il tipico cavetto da 3,5mm dato che il segnale arriverà alla camera tramite la slitta e la stessa provvederà anche a veicolare una parziale alimentazione alla ricevente. Quindi un sistema che può essere davvero molto smart per gli utenti Sony e, non a caso, è quello che porto con me quando sono in giro con la A7c o la Sony A7S III.

Ho voluto inserire in lista anche un terzo prodotto, di fascia molto più economica. Si tratta del Moman T1, che ha una struttura molto più tradizionale. Ricevente e trasmettitore identiche nella forma e non c’è un microfono integrato, seppure ci sia in dotazione un lavalier. Ha uno sportellino frontale che ospita una doppia batteria stilo, quindi non si ricarica ma è molto più semplice un cambio batteria al volo. Lo schermo dice giusto il canale usato e il volume, ma solo mentre lo si modifica con un singolo tasto che fa il ping-pong tra 1 e 5. Un LED indica la connessione, un altro il clipping, stop. Qualità costruttiva anche piuttosto scadente, però costa meno di 100€ e alla fine funziona.

Ho avuto difficoltà ad adattarvi altri lavalier rispetto a quello in dotazione, ma il suo non è proprio male. I problemi che ho riscontrato, oltre ad una ergonomia non proprio eccellente, sono più che altro nel segnale. C’è più rumore di fondo che in tutti gli altri ed è anche più incline ad essere disturbato da segnali radio concorrenti. Anzi, con tutti gli altri non ho mai registrato disturbi mentre con questo mi è successo con uno smartphone in prossimità che usava la rete GSM credo. Insomma, non ti fa stare tranquillo come gli altri sistemi.

La prova

Ho provato prima tutti i microfoni integrati, per quelli che ovviamente lo possiedono. Volevo registrare l’audio nello stesso identico momento ma con tutti in funzione si rischiavano difetti nell’audio, quindi ho preferito ripetere una stessa frase più volte cercando di mantenere sempre lo stesso volume. Volume che comunque ho poi parificato in post-produzione, senza applicare nessun effetto di elaborazione dell’audio, che quindi potete sentire così com’è nel video della prova.

Tra i sistemi in questa prova manca ovviamente il Moman T1, dato che non dispone di una capsula nel trasmettitore. Il migliore mi è sembrato complessivamente quello di Rode, che è molto simile per timbrica e chiarezza alla soluzione di Sony ma in quest’ultima si avverte un leggerissimo rumore di fondo. Il Lark 150 mi è sembrato meno a fuoco, con un suono più ovattato e meno chiaro nelle frequenze alte. Le informazioni ci sono, si può migliorare in post come ogni cosa, ma se devo valutare l’audio diretto dal microfono integrato è il meno convincente dei tre.

Questa è la classifica con le capsule integrate:

  1. Rode Wireless GO: audio chiaro e pulito
  2. Sony ECM-W2TB: audio simile ma leggermente meno preciso
  3. LARK 150: audio pulito ma un po’ ovattato

Passando invece alla prova con i lavalier, va detto che questi sono presenti di serie solo sul Lark 150 e sul Moman T1. Per il Rode ho provato un microfono della stessa azienda ma poi anche il lavalier del Lark 150, così da parificare le condizioni. Anche sul sistema di Sony ho testato il lavalier del Lark 150, non avendone uno nativo dell’azienda. Infine, sul Moman T1 ho potuto provare solo il suo perché il connettore di quello del Lark 150 non sembrava funzionare bene nella sua porta, rimanendo un po’ staccato e generando molto fruscio (forse perché la porta del Moman è di quelle con filettatura di sicurezza). Insomma, una prova che ho fatto al meglio di quanto mi fosse possibile, constatando nei risultati questo ordine di gradimento:

  1. Lark 150 + lavalier in dotazione: ampiamente il migliore del gruppo, audio pulito con una buona presenza ed un bilanciamento già molto vicino all’ottimale, a livelli che puoi usarlo senza post-produzione con ottimi risultati
  2. Rode Wireless Go + lavalier Lark 150: questa prova ha evidenziato che almeno una parte del merito nella prima posizione è proprio del lavalier del Lark, che rende migliore anche il Wireless Go. rispetto all’audio con il costoso
  3. Rode Wireless Go +  RODElink LAV: utilizzando un lavalier di Rode, e neanche il più economico visto che si è trattato del RODElink LAV, l’audio risulta meno chiaro e più medioso, per questo lo posiziono un gradino sotto.
  4. Sony ECM-W2BT + lavalier Lark 150: in questo caso il lavalier del Lark non ha fatto il miracolo, complessivamente l’audio ha meno presenza e c’è un po’ di rumore di fondo.
  5. Moman T1: per quanto l’audio sostanzialmente arrivi, il Moman T1 non mi ha convinto perché il suono è molto piatto, davvero spento, e con tanto rumore di fondo. Qui la post-produzione diventa veramente essenziale.

Conclusione

Voto 4,5/5In sintesi, Hollyland ha realizzato un sistema davvero interessante, comodo da usare, bello da vedere, con ottime qualità e prezzo contenuto. Per raggiungere la perfezione bisognerebbe migliorare un po’ proprio la capsula nei trasmettitori, unico aspetto in cui il Rode Wireless GO mi è sembrato superiore. Però rimane più discreto per via di dimensioni e finitura, l’audio si parifica aumentando un po’ le frequenze alte in post e qui c’è un buon lavalier incluso nel prezzo con cui la qualità ritorna in vantaggio (e nel Rode manca). Altra cosa che potrebbe rendere il sistema Hollyland Lark 150 Duo più versatile sarebbe una porta di alimentazione sui singoli elementi, così da poterli caricare anche senza il case, ma potrebbe non essere facile visto quanto sono compatti i trasmettitori. Nell’insieme un sistema davvero convincente, robusto e versatile.

PRO
PRO Dotazione completissima
PRO Trasmettitori piccoli e discreti
PRO Ricevitore con ampio display e doppia manopola diretta
PRO Uscita cuffie per il monitoraggio
PRO Possibilità di mettere in mute sia dal ricevitore che dai trasmettitori
PRO Case che contiene e ricarica
PRO Segnale stabile e con buona portata
PRO Qualità audio ottima con il lavalier incluso nel prezzo
PRO Buona autonomia
PRO Possibilità di registrazione il mix, i canali separati o quello di sicurezza
PRO Possibilità di prendere il kit singolo e poi aggiungere il secondo trasmettitore
PRO Prezzo competitivo

CONTRO
CONTRO Gli elementi non si possono caricare senza il case
CONTRO L’audio con la sola capsula integrata non è eccezionale

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.