Apple impugna in appello la sentenza contro Epic Games

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Per quanto Apple avesse mostrato estrema soddisfazione per la sentenza di primo grado resa nel procedimento che l’ha vista contrapposta ad Epic Games, chiunque l’abbia letta ha notato che, in fin dei conti, si è trattato di un sostanziale pareggio: Epic Games è definitivamente fuori da App Store e dovrà pagare le commissioni sulle transazioni in-app nel frattempo maturate (chi ha installato Fortnite sul proprio dispositivo può, infatti, continuare a usarlo), ma Apple dovrà consentire agli sviluppatori di utilizzare servizi di pagamento di terze parti e di gestire le sottoscrizioni anche tramite i propri siti web.

Proprio questa parte della decisione non deve essere andata giù a Cook e soci, anche se è figlia dell’applicazione della normativa USA antitrust, tanto che hanno deciso di impugnarla in appello. In breve, secondo l’azienda di Cupertino, i link verso sistemi di pagamento esterni sono molto pericolosi per la sicurezza dei propri utenti: basti pensare che, senza controlli parentali, potranno ripresentarsi i casi di acquisti in-app spropositati di oggetti virtuali per abbellire il proprio villaggio dei Puffi, o, ancora, che Apple non potrà intervenire in alcun modo ove il titolare dell’app non eroghi i servizi per i quali l’utente ha sottoscritto l’abbonamento. Ancora, i dati dei clienti potrebbero essere oggetto di operazioni di trattamento incontrollate: oggi, infatti, Apple non condivide i dati personali con gli sviluppatori, ma con le iscrizioni e i pagamenti esterni non ci sarà più questa certezza, visto che i dati potranno essere raccolti anche dai fornitori dei servizi di pagamento stessi.

Sempre nell’atto di appello, Cupertino evidenzia che già a partire dal prossimo anno ci saranno delle aperture che, senza compromettere la sicurezza delle transazioni e del trattamento dei dati degli utenti, possono essere più compliant con la normativa americana (ma anche giapponese e, con qualche altra piccola limatura, europea) in tema di antitrust: già dal prossimo anno, gli sviluppatori potranno contattare direttamente gli utenti (ove costoro diano il proprio consenso in tal senso) e potranno inserire link verso i propri siti web per consentire agli utenti di iscriversi ai propri servizi, anche se comunque i pagamenti transiteranno da App Store, così come prevede l’accordo con la Japan Fair Trade Commission.

Sarà interessante notare come la Corte d’Appello valuterà queste aperture di Cupertino nei confronti degli sviluppatori, che, secondo l’azienda stessa, bilanciano la tutela degli utenti con la libertà di impresa. Qualora dovessero essere ritenute sufficienti, ad Epic Games (che, ricordo, ha presentato comunque un autonomo appello avverso la sentenza) non rimarrebbe che ricorrere alla Corte Suprema.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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