CarPlay potrebbe in futuro controllare anche caratteristiche non multimediali delle auto

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Apple Car sì, Apple Car no? Dopo che nei mesi scorsi il progetto sembrava aver ripreso vigore, alcune settimane fa il capo-progetto Doug Field ha fatto le valige per approdare in Ford. Un veicolo è del resto un’operazione complessa già per chi li produce da decenni se non oltre un secolo (come Ford, per l’appunto), figurarsi per chi entra da zero nel settore (come vorrebbe fare Apple). Potrebbe aver più senso un pacchetto hardware/software da vendere alle case automobilistiche, sulla scia di Google con Android Automotive, che sta raccogliendo parecchi consensi. Le ultime indiscrezioni provenienti da Bloomberg sembrano presagire un’analoga direzione presa in quel di Cupertino.

Il progetto interno “IronHeart”, come sarebbe denominato, prevederebbe una drastica espansione delle mansioni software di CarPlay, includendo il controllo di numerosi elementi anche al di fuori del sistema multimediale, con un proprio collegamento a centraline e sensori già integrati nell’automobile. Si parla innanzitutto del climatizzatore, con la verifica della temperatura interna ed esterna nonché dell’umidità, gestione delle zone multiple per i sistemi che lo prevedono, il controllo delle ventole e delle modalità antighiaccio/antiappannamento. Si parla poi di un’impostazione completa del comparto audio, con equalizzazione ed opzioni surround, previa idoneità dell’impianto. Non mancherebbero nelle mire la regolazione dei sedili e la visualizzazione completa delle informazioni sul cruscotto, inclusi tachimetro, contagiri e indicatore del livello della benzina/carica elettrica. La rinnovata piattaforma porterebbe alla creazione di nuove app e funzionalità software, tanto da Apple quanto da terze parti.

Si tratta di un’iniziativa molto avanzata che verrebbe intrapresa dalla mela, ma la strada verso una sua maggiore prominenza nell’abitacolo l’ha già tracciata da diverso tempo. Di recente si stanno moltiplicando gli sforzi su CarKey, che rende iPhone ed Apple Watch delle chiavi virtuali per accedere al mezzo ma necessita di andare oltre il mondo premium di BMW per ampliare il suo potenziale bacino d’utenza. Sempre per quel che riguarda CarPlay, sta già andando verso una parziale integrazione coi cruscotti digitali sempre più adottati nei nuovi modelli, limitata nella forma attuale a mappe, contenuti multimediali e notifiche. Alcuni altri tentativi attraverso Siri, che attraverso i comandi vocali già replicavano alcune delle funzionalità previste per “IronHeart”, non hanno invece fatto presa finendo abbandonati. Progetti di questo genere richiedono necessariamente la collaborazione con le case automobilistiche, che non sono spesso felici di abbandonare i loro sistemi proprietari. A ciò si aggiunge pure il già citato interesse crescente per Android Automotive, che potrebbe mettere in difficoltà l’ingresso dell’eventuale nuova piattaforma Apple. Considerato che i preparativi sarebbero ancora in fase iniziale, il via libera commerciale non solo è ancora lontano, ma tutt’altro che scontato.

Potrebbe essere propedeutico per pacchetti più avanzati, comprendenti anche sistemi di guida autonoma? O alla stessa Apple Car? È fuor di dubbio che aiuterebbe, ma solo fino ad un certo punto – a parte le già citate considerazioni sulla difficoltà di un tale salto di qualità, secondo Bloomberg la futura versione espansa di CarPlay opererà nel rispetto della privacy dell’utente, non raccogliendo né tantomeno inviando ad Apple informazioni personali, precludendo così qualsiasi analisi non richiesta sugli stili di guida.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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